29 Febbraio 2016, 13:15 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Questa questioncella – che poi tanto questioncella non è – del raddoppio ferroviario ha raggiunto in questi ultimi giorni il parossismo. Oggi nel senso letterale di acme morbosa, ma domani, nel senso della scienza della geotettonica, “la fase durante la quale si manifesteranno le maggiori deformazioni e dislocazioni di un orogene.” Per chi non lo sapesse, orogene è “l'area allungata della crosta terrestre compresa tra zone rigide (cratoni), caratterizzata da sollevamento e deformazioni plastiche con traslazione orizzontale di grandi corpi rocciosi e formazione di pieghe e falde di ricoprimento, intenso metamorfismo regionale e magmatismo intrusivo ed effusivo.”
Il professore Liguori, geologo dell'università di Palermo, ha giustamente fatto notare con una sua nota al Sindaco che alcuni lavori previsti per il raddoppio ferroviario e per la stazione sotterranea potrebbero creare problemi.
Nella riunione nella sala convegni della chiesa dello Spirito Santo allo Spinito doveva discutersi proprio di tali problemi, ma si è preferito incentrare il dibattito sui problemi più semplici della organizzazione viaria e soprattutto di “piangere sul latte versato”, dichiarandosi dal Sindaco che l'ubicazione dell'uscita di sicurezza era prevista prima laddove oggi si tiene il “Mercato del contadino”, dove per colpa delle passate Amministrazioni (e ti pareva!) era stato rilasciato un permesso di costruire. Quindi? Quindi gli abitanti dello Spinito e i giovani che frequentano le scuole superiori là ubicate verranno privati di una strada di facile collegamento con il Centro, grazie a essa raggiungibile a piedi.
Si è parlato di rispetto del paesaggio e lo stesso Sindaco ha consegnato al Presidente del Comitato “Ferrovia a impatto minimo” una nota delle Sovrintendenza che dichiara “che le prescrizioni ottemperano , seppure nei limiti di una regolamentazione oggi superata dall’emissione successiva del Testo Unico dei BB.CC.AA”.
Non si è parlato, invece, di una battuta dell'Assessorato dell'Agricoltura che in “agosto 2015 accoglie un’altra richiesta della Prefettura di Palermo per abbattere 240 piante di ulivo , affette da fitopatie, rispetto a 282 piante accertate nei luoghi di cantierizzazione di Cefalù/Pollina. Mentre le restanti 42 piante dovranno essere reimpiantate.” Non sapevamo di avere piante pluricentenarie affette da fitopatie!
Né si è parlato dei possibili dissesti geologici, che potrebbero mettere in forse la stabilità delle costruzioni dello Spinito, e neppure delle questioni inerenti alla sicurezza della nuova stazione. Non si è parlato dei problemi, dai quali sono partito e che lo stesso professor Liguori aveva indicato nella sua nota al Sindaco. Nota che si è voluta indicare contenente “valutazioni politiche e non strettamente tecniche”. Così non è. È sì una nota e non una relazione tecnica, ma è stato lo stesso professor Liguori a sottolineare che il committente e la Ditta appaltante non gli avevano consegnato i documenti necessari, sollecitati dallo stesso Sindaco.
Insomma, per non tediare troppo i lettori, è chiaro che su questa “questioncella” del raddoppio si sta giocando troppo irresponsabilmente sui rischi per i cittadini e per il territorio, anche da parte della politica, che invece dovrebbe difendere i cittadini.
Ai cittadini, pertanto, non resta che difendersi da soli, nei modi e nei termini permessi dalla legge.
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