27 Febbraio 2016, 22:38 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Ci sono frasi, che ti costringono a riflettere e, soprattutto, a farti un esame di coscienza, per capire chi veramente sei e se per un malaugurato caso non sei in errore. Bisogna ammettere, infatti, che le tue opinioni non sono mai verità, anche se sostenute da una forte argomentazione logica. Mi fa specie che in Italia, paese in cui è diffusissimo il cattolicesimo e dove appena nati si viene battezzati e al momento della morte si viene affidati a Dio, ci si dimentica troppo spesso della modestia intellettuale del suo fondatore Gesù, che, dopo aver risposto a numerose sue domande, a Pilato non rispose alla domanda: che cos'è la verità? Una ragione ci sarà stata, anche se qualche volta Egli definì se stesso la verità. E la ragione, nella mia umile e modesta interpretazione, è che ognuno degli uomini ha una sua verità, che però, per la sua limitatezza, si riduce a essere soltanto un'opinione. Già soltanto per questo suo limite ogni uomo dev'essere tollerante verso le opinioni dell'altro e, se crede nella fede che professa, per conoscere la verità deve aspettare di ricongiungersi al Mondo, che Gesù gli ha indicato come il suo ultimo arrivo.
Non per nulla nel secolo XIII fu proprio un cristiano che disse: nessuna verità può dirsi tale, se prima non è masticata con i denti della polemica e siccome la polemica fra gli uomini dura finché dura la loro vita terrena, siamo destinati a considerare le nostre riflessioni soltanto causa di opinioni e non di verità.
E non crediate che la scienza sia diversa da tutte le altre riflessioni umane, perché anch'essa è soggetta alla masticazione della polemica, per cui dopo tempo le sue verità vengono superate da nuove scoperte o da nuove teorie scientifiche. Cosa che sanno bene gli scienziati veri, che mai danno alle loro affermazioni un valore definitivo. Accade persino ai matematici!
Fatta questa lunga premessa, volgo ora lo sguardo alla politica, “la scienza” che ci governa. Proprio la politica, che governa gli uomini, ha meno diritto di definirsi “verità”. E se non lo è e se chi la esercita non accetta la polemica o la critica che dir si voglia, essa perde la possibilità di esercitare la sua funzione più alta: governare i cittadini.
Quindi una frase, che mi è accaduto di leggere oggi, mi ha fatto riflettere, ma non mi ha convinto.
Sarebbe bello che questa copiosa schiera di persone magnanime facesse tutto questo per Cefalù e non contro l'amministrazione di Cefalù. Povera Cefalù, strumentalizzata, tirata da una parte e dall'altra, fatta a brandelli.
Non mi ha convinto e anzi mi ha preoccupato. Se “tutto questo” è rappresentato dalle critiche verso “l'amministrazione”, se ne deduce che l'amministrazione è detentrice della verità. Questo, però, equivarrebbe ad annullare ogni tentativo di correggere opinioni o azioni sbagliate. Sarebbe un oltraggio all'insegnamento dello stesso Gesù e ai principi della democrazia.
Se poi si tiene conto che a questa frase si è risposto con quest'altra: Dovremmo essere un po' tutti come te e far capire agli ottusi che per salvare Cefalù, bisogna tirare la corda nella stessa direzione. Vergogna per chi vuole distruggerla. Se io dico bianco, per alcuni è subito nero, allora non mi resta altro, se non di disperare per la libertà e per il futuro.
Chi la pensa diversamente è un ottuso, soprattutto se non “tira la corda nella stessa direzione” degli altri, e sbaglia se a chi dice “bianco” risponde “nero”, perché il colore è unico, come unico deve essere il pensiero. Ma questo è il nazismo di Hitler o il comunismo di Stalin!
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