Comitato “Ferrovia a Impatto Minimo”: diciamo NO alla soppressione della via pedonale dello Spinito

Ritratto di Salvatore Ilardo

25 Febbraio 2016, 13:23 - Salvatore Ilardo   [suoi interventi e commenti]

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Diciamo NO alla soppressione via pedonale (scalinata) dello Spinito.

Documento in previsisone dell'incontro pubblico sul Raddoppio Ferroviario che si terrà domani, venerdì 26 febbraio, alle ore 18,30, presso la Parrocchia Spirito Santo allo Spinito.

 

È stato chiesto più volte al Sindaco, di poter visionare il Parere della Soprintendenza ai BB.CC.AA., riguardo il Progetto di raddoppio della tratta ferroviaria che riguarda il territorio del Comune di Cefalù. Analoga richiesta è stata avanzata, in modo formale, alla Soprintendenza, senza successo. Nel corso dell’incontro pubblico del 28 gennaio u.s. in Comune, l’Ing Fiandaca della Società Italiana Costruzioni ci ha detto che “tutti gli aspetti autorizzativi sono gioco forza acquisiti”. In precedenza, qualche settimana prima, l’Ing. Duca della Sezione Pianificazione Urbanistica del Comune, ci aveva detto che “la Soprintendenza non si era ancora pronunciata, perché il Progetto esecutivo era stato presentato dalla Società Toto Costruzioni un mese prima”.

Ora è poco comprensibile che vi siano tali discrepanze in atti pubblici. E non si tratta di atti burocratici, un timbro in meno, un timbro in più. Il parere di valutazione di impatto paesaggistico, o più comunemente intesa “autorizzazione paesaggistica” della Soprintendenza è un documento fondamentale, vincolante e preventivo, che deve precedere qualsiasi intervento, che abbia una incidenza sul territorio e sul paesaggio. Non ci stanchiamo di ricordarlo che lo prevede espressamente il Codice dei Beni  Culturali e del Paesaggio D.L. 22 Gen. 2004 n. 42.

Gradiremmo quindi, prima del  prossimo incontro pubblico programmato per domani, 26 febbraio,  allo Spinito, nei locali della Parrocchia dello Spirito Santo, che la gente possa essere informata di tale importante Documento, e che il Comune possa  metterlo in rete subito, senza tergiversare.

Sarebbe altrettanto importante che a tale incontro fosse presente anche un rappresentante della Soprintendenza, come espressione di una Istituzione super partes. Con la conoscenza del Parere della Soprintendenza potranno essere affrontate meglio, e con i tempi necessari, le problematiche che insorgerebbero con lo scavo della “galleria cosiddetta di emergenza”, il cui “grande imbocco” è previsto alle spalle della piazzetta San Pio da Pietralcina, in via Antonello da Messina. Proprio nel punto in cui ha inizio quel percorso pedonale che porta in pochi minuti alla parte alta del quartiere dello Spinito, alla Parrocchia dello Spirito Santo, all’Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri, al Liceo Artistico, agli alberghi e residences, presenti in zona. A fruire di tale percorso sono naturalmente anche i tantissimi abitanti del quartiere (5000 persone più o meno), oltre a 1000 studenti circa.

Sopprimere una tale importante via di collegamento pedonale al Centro città, significherebbe costringere la gente dello Spinito a muoversi in auto, ancor più  nelle condizioni che ci sono state prospettate dal Sindaco nell’incontro del 28 gennaio u.s., che vedranno “via Cirincione letteralmente invasa dai mezzi pesanti dei cantieri delle Ferrovie”, e “le persone che dovranno cambiare  abitudini”.

A fronte di  una catastrofe naturale, tutti accetteremmo di adeguarci a quelle condizioni impreviste, difficili, drammatiche che tale evento  ha causato. Qui non siamo in tali circostanze. La Conferenza di Servizio del 2003 prevede espressamente “di ridurre quanto più è possibile l’impatto dei trasporti di cantiere, concordando con i Comuni il calendario dei lavori, da rendere noto ai cittadini, onde consentire la pianificazione del traffico automobilistico per un migliore sfruttamento della viabilità esistente. Si raccomanda anche un’eventuale movimentazione notturna per il trasporto di tali materiali, oltre che l’uso di veicoli meno ingombranti. Ma si deve assolutamente fare ricorso alle compensazioni da parte di R.F.I. per adeguare preliminarmente la rete viaria locale, superando quelle cosiddette “ingessature”, ben note a tutti, e cioè incroci di via dei Mulini con via Roma, di via De Gaetani con la SS 113, sottopasso di via F. Juvara. In un nostro articolo, del 30 gennaio scorso, pubblicato su questo blog, dal titolo “Il treno è partito, ma può anche rallentare o  fermarsi”, entravamo un po’ più in dettaglio, con alcune proposte concrete, per l’adeguamento di queste criticità della nostra rete viaria.

Ma è il preannunciato imminente inizio dei lavori di scavo dell’imbocco della galleria di emergenza in via Antonello da Messina, e la soppressione e non più ricostituzione della via pedonale che porta alla parte alta dello Spinito, a preoccupare tantissimo, sia i residenti, sia i non residenti del quartiere.  Non crediamo affatto che ci possa essere questa estrema urgenza, se non saranno prima chiariti anche quegli aspetti tecnici legati alla presenza del torrente Spinito.

Va precisato che tale percorso pedonale, che qualcuno si ostina a chiamare scalinata, si sviluppa lungo una vallata dove scorre un torrente, parzialmente interrato con tubi ARMCO  del diametro di 1,80 mt. Un tubo che, con il preannunciato scavo della galleria di emergenza in tale zona, non potrà mantenere quella che, attualmente, è la sua sede, planimetrica ed altimetrica.

Per risolvere tale incongruenza progettuale, occorrerà procedere ad una variante esecutiva che potrebbe contribuire nel contempo ad evitare che sia soppressa una via pedonale di vitale importanza per i tantissimi cittadini, che la percorrono giornalmente.

Peraltro, è il Documento scaturito dalla Conferenza di Servizio del 2003 a raccomandare “per i corsi d’acqua intercettati in sede di lavorazione, l’esigenza di non alterare lo stato di naturalità già esistente ovvero, ove necessario, di ripristinarlo attraverso opere di rinaturalizzazione almeno per i tratti di intervento”.

Abbiamo pertanto l'impressione che vi possano essere margini per scongiurare quanto prospettato con il Progetto esecutivo circa lo scavo in via Antonello da Messina, e la conseguente soppressione della via pedonale che porta a via Pietragrossa e  via Cirincione.

Alla luce di tali aspetti, decisamente importanti per la collettività, crediamo che il Progetto di raddoppio ferroviario, almeno nella parte che riguarda l’attraversamento del centro urbano di Cefalù, vada soggetto ad ulteriori approfondimenti, come del resto avevano fatto rilevare l’Ing. Cometti della Toto Costruzioni e l’Ing. Viscovo di Italferr, nell’incontro del 28 gennaio 2016.

Inoltre, quello che chiediamo, come Comitato Ferrovia a Impatto Minimo, è di coinvolgere la cittadinanza in modo più sistematico, per un confronto costruttivo, che possa riflettersi in minori disagi e costi per la collettività.

Infine, va evidenziato  che il Comune di Cefalù non ha ottemperato  a quanto previsto dal suindicato Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio del 2004, che prescriveva entro un anno dalla sua entrata in vigore, l’istituzione di una Commissione per il paesaggio presso gli Enti locali, con il fine di  elaborare i Piani Paesaggistici.

Ed è sulla base di tali Piani, e delle prescrizioni in essi contenute, che l’Amministrazione competente,  può rilasciare o no,  le previste, preventive, vincolanti Autorizzazioni Paesaggistiche.

Nel caso del Comune di Cefalù, non avendo provveduto ad elaborare un proprio Piano paesaggistico, e di tempo ce ne sarebbe stato abbastanza (oltre dieci anni), sopperisce doverosamente la Soprintendenza nel rilascio, preventivo e vincolante, di tale Autorizzazione. È proprio questa Autorizzazione paesaggistica che non ci stanchiamo di chiedere al Comune di Cefalù, e che ci sembra doveroso portare a conoscenza di tutti. Non è un documento riservato. Perché nicchiare?.

A tale riguardo, ci sembra ovvia la considerazione per il Comune di Cefalù, che questa circostanza possa essere un motivo in più per dare corso da subito alla istituzione di una Commissione paesaggistica e ad una successiva elaborazione di un Piano paesaggistico, che riteniamo prioritario e imprescindibile, e che debba precedere operativamente  il preannunciato aggiornamento del P.R.G.

Se queste sono considerazioni fondate, e suffragate da norme e leggi dello Stato, non vediamo pertanto l’urgenza estrema di iniziare subito i lavori del raddoppio ferroviario nel centro urbano di Cefalù. Per la realizzazione del  raddoppio della tratta ferroviaria Cefalù-Ogliastrillo ci sono stati preannunciati 2050 giorni lavorativi, il che, tenendo conto di festività, ferie, intoppi vari, significa una durata di circa 10 anni. In un così lungo lasso di tempo, si potrà ottemperare alle leggi dello Stato (vedi elaborazione Piano paesaggistico e relativa Autorizzazione Paesaggistica). I margini per ridurre al minimo l’impatto di tale Progetto nel nostro territorio ci sono, basta rifletterci un poco, con l’assistenza di esperti super partes.

All’incontro di venerdì 26 febbraio, nella Parrocchia dello Spirito Santo, anche per rispetto al luogo sacro, vorremmo pertanto che ci sia una discussione serena, in cui nessuno venga accusato di mettere in discussione l’operato storico di altri, solo perché vengano riscontrate alcune incongruenze nel Progetto Esecutivo. Nella fattispecie, fatto grave, l’avere ignorato l’esistenza del torrente Spinito, e la conseguente soppressione della via pedonale di cui fruiscono tantissimi cittadini, studenti, turisti. Non ci sembra sia qualcosa di poco conto.

Cefalù, 25 febbraio 2016

                                                                             per il Comitato “Ferrovia a Impatto Minimo
                                                                       (Salvatore Ilardo)

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