16 Febbraio 2016, 16:38 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Vi sovvien? Dice Alberto da Giussano ai milanesi minacciati da Federico Barbarossa, in quel momento a Como. E quella breve domanda è seguita dal racconto della triste esperienza di quando i milanesi furono costretti ad arrendersi al Barbarossa.
"Vi sovvien?" dice Alberto di Giussano:
"vestiti i sacchi de la penitenza,
co’ piedi scalzi, con le corde al collo,
sparsi i capi di cenere, nel fango
c’inginocchiammo, e tendevam le braccia,
e chiamavam misericordia. Tutti
lacrimavan, signori e cavalieri,
a lui d’intorno. Ei, dritto, in piedi, presso
lo scudo imperïal, ci riguardava,
muto, col suo diamantino sguardo."
Chissà perché, ma ho l'impressione che la storia si ripete qui a Cefalù. Certamente non siamo assediati da un Barbarossa e non rischiamo la morte in battaglia, semmai la morte lenta di chi è assediato dal finto buonismo e dall'arrogante sapienza, che accusa di odio e rancore chi a tale morte lenta vorrebbe sfuggire.
Sorge spontanea una domanda ai cittadini: volete voi “mandar messi a Cesare, o affrontare a lancia e spada il Barbarossa in campo?" Dopo quasi quattro anni di assedio di chi è armato soltanto di chiacchiere, promesse e impegni non mantenuti, scaricabarili sul passato, sarebbe il caso che i cittadini decidessero il da farsi; che decidessero di riappropriarsi del loro presente e del loro futuro. Le ultime riunioni sulla questione “acqua” e sulle concessioni demaniali provano quanto sia inutile mandar messi a Cesare; le numerose pendenze giudiziarie, derivanti da cattive scelte amministrative, indeboliscono ulteriormente le nostre difese.
E allora? Allora non si può che combattere, con le armi garantite in uno Stato di diritto. Armi, che non comportano fatiche fisiche, ma mentali; le armi che servono a creare un'opinione pubblica libera e leale. Un'opinione pubblica attenta, infatti, non consente, a chi esercita un potere temporaneo, di servirsene per perseguire scelte amministrative sbagliate e foriere di danni per la comunità, che vanno oltre il tempo di esercizio di tale potere. Manca quasi un anno alla prossima scelta elettorale e mi auguro che non vi si arrivi trascinati dall'onda delle “lese maestà” o sull'essere vittime di un presunto odio. Non si odia la zanzara, che punge e magari trasmette virus e batteri, ma la si combatte con la disinfestazione.
Ecco, disinfestiamo l'opinione pubblica dalle continue punture di questo tipo particolare di zanzara: la zanzara dell'arroganza del potere. Lo so, non sarà facile, ma dobbiamo provarci, se vogliamo che questa reietta Cefalù si riprenda e torni a essere quel che era: la meta di un vero turismo e la città in cui tutti amerebbero vivere. La città con biblioteche e con luoghi di ritrovo, dove ci si scambia opinioni liberamente; la città pulita e silenziosa, che rispetta il suo territorio. A tutti i cittadini consapevoli e armati di buona volontà un appello: vinciamo l'apatia e proviamoci!
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