25 Gennaio 2016, 10:29 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Grazie all'intervento del Santissimo Salvatore, il Sindaco ha smesso di ergersi a funzionario di un rinato Minculpop, che controllava e puniva la stampa ostile al Regime, e ha accettato finalmente di instaurare con la stampa un rapporto più cordiale.
Il suo primo atto è stato quello di sottoporsi a un'intervista, rinunziando ai suoi soliloqui senza freno alla sezione locale dell'EIAR, obtorto collo la radio di regime.
Com'era prevedibile, gli intervistatori gli hanno contestato alcune illogicità contenute nelle sue precedenti dichiarazioni e fra queste l'ultima, in cui così si esprime: “Io so di essere dal primo giorno del mandato al servizio della Città. Di quegli oltre tremila elettori che mi hanno votato e di quelli che non lo hanno fatto. Sono al loro servizio, svolgendo quotidianamente il mio compito, tra mille difficoltà, anche esercitando l'autorità, che è uno dei connotati propri della pubblica amministrazione. Una autorità che si rimette nelle mani dei cittadini, i soli “padroni”, nel momento delle elezioni, che sono momento di confronto e giudizio.”
Ora, se “l'autorità si rimette nelle mani dei cittadini” al momento delle elezioni, “che sono momento di confronto e di giudizio”, non si vede come tale giudizio possa esprimersi con consapevolezza, se per tutto il tempo in cui si è esercitata l'autorità, si è tacitata ogni critica e ogni polemica; se i cittadini decideranno non in forza dell'esperienza, ma convinti dalle sofistiche argomentazioni dei comizi; se il messaggio ricevuto da chi avrebbe dovuto esercitare un controllo sull'esercizio di questa autorità e sulle scelte amministrative non ha fatto il suo dovere d'informare i cittadini, difendendo ogni giorno la trasparenza, che ogni autorità democraticamente eletta deve rispettare, anche a costo di essere oggetto di critiche feroci.
L'autorità eletta deve sempre esercitarsi con autorevolezza e non con l'autoritarismo dell'intoccabile. Nel primo caso chi la detiene, è attento alle critiche e cerca di non sbagliare, nel secondo caso egli non accetta critiche e pretende di essere considerato dotato di sapienza divina.
A questa osservazione il sindaco ha cominciato a rispondere con veemenza, definendola una sciocchezza. Poi ha continuato, richiamando le responsabilità dei suoi predecessori, fra i quali spiccavano il governatore Verre, i podestà di epoca fascista, Simona Vicari e Giuseppe Guercio. Ha avuto anche parole di biasimo per la stessa stampa, che con i suoi continui richiami a ciò che non funziona, ma tacendo su ciò che funziona, finisce con il dare di Cefalù un'immagine sgradevole, che allontana i turisti.
Sono passate già quattro ore dall'inizio di questa storica intervista e il sindaco sta ancora parlando. Già in tanti degli intervistatori si sono allontanati, salutando con un cordiale e rispettoso inchino. In attesa che egli concluda le sue argomentazioni, che qualcuno sta registrando, anticipo ai lettori questa prima parte della storica intervista.
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