I parassiti di Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

22 Gennaio 2016, 13:57 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Sono secoli che viviamo come parassiti peggiori delle pulci, che torturano il povero cane. Infatti, non ci accontentiamo di scroccare le fatiche altrui, ma non sappiamo privarci dell'insano piacere di torturarlo. Si pensi, per esempio, a Galilei e a tutti gli scienziati, che ci hanno dato la scienza e che i tanti parassiti nutriti d'ignoranza hanno perseguitato; si pensi a quante cose, grazie alla scienza, hanno reso più lunga la vita media dell'uomo e meno faticosa la vita in genere; si pensi, infine, alla rapidità con la quale, sempre grazie alla scienza, si distribuisce globalmente il sapere o l'occasione di accrescerlo. Si tratta di conquiste, che non possiamo attribuire soltanto alla scienza, ma anche a quegli uomini, che hanno avuto la lungimiranza di intravederne i vantaggi per tutti gli uomini: gli imprenditori, che hanno rischiato, più dei loro capitali, il loro futuro e la stima della società.

Tutti costoro hanno creduto nelle loro idee, mentre invece i parassiti, che se ne avvantaggiavano, li hanno considerati come nemici da combattere. Questo perché non erano capaci di trarne vantaggio con intelligenza, visto che usavano le fatiche altrui, distruggendo invece di edificarvi il loro futuro. Tutto ciò non avveniva soltanto con il sapere, che si conquista con la fatica, ma anche con ciò che la natura ha regalato all'uomo. Un esempio lampante di questo parassitismo da pulci è il danno ambientale che tale uomo parassita arreca ai paesaggi, in nome di un malinteso senso del progresso.

Ne è un esempio lampante a Cefalù la distruzione di ogni scorcio panoramico, che ne fece un tempo la meta del turismo; ne fece, in breve, la Perla del Tirreno.

Oggi leggo in un comunicato del Sindaco che la riapertura del “nuovo Club Med sarà una gemma che renderà più preziosa l'immagine di Cefalù nel mondo”. Credo che una simile frase sia sintomatica del parassitismo da pulci al quale accennavo. Essa significa, infatti, scambiare le causa con l'effetto: il ClubMed, infatti, è venuto e vuole ritornare a Cefalù in forza della sua preziosa immagine nel mondo e non per renderla più preziosa! È come se una pulce affermasse che si deposita su un cane per renderlo più vivo!

La verità, a mio avviso, è che la rinascita del ClubMed dovrà dare impulso a una nuova cultura del turismo, il cui presupposto non può prescindere dal rispetto del territorio, oggi depredato anche con l'avallo di una cattiva amministrazione, come dimostrano l'assenza di un PRG, di un PUDM, di un Piano Paesaggistico, di un rispetto per il suo Centro Storico e di tutti gli strumenti indispensabili per dare a Cefalù una più preziosa immagine nel mondo.

Aggiungo che l'occasione del ClubMed potrebbe non essere l'unica, perché tante altre potrebbero seguirne, soprattutto in considerazione che ancora Cefalù offre la possibilità di maggiore sicurezza rispetto ad altri paesi del Mediterraneo, che fino a oggi ci hanno fatto concorrenza.

L'Amministrazione sembra non rendersene conto. E gli imprenditori turistici? I commercianti?