Il castello, il castellano e gli ulivi

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Gennaio 2016, 21:21 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Oggi, grazie all'invito del consigliere Marco Larosa, ho seguito i lavori della prima ripresa del film tratto dal romanzo Il Castello di Franz Kafka. È stata un'esperienza straordinaria, soprattutto perché, oltre all'agrimensore, mai ricevuto nel romanzo dal castellano, oggi questo stesso castellano era presente e spiegava all'agrimensore che presto si sarebbe provveduto alla potatura delle piante presenti nel vasto giardino, che circonda il castello. Avrebbe provveduto la forestale, in forza della sua personale generosità, ma quasi sicuramente non in forza della sua capacità tecnica, visto che le piante sono ulivi, in cui la linfa nutre la pianta non nel momento in cui sale verso la cima, ma quando discende, per cui bisogna tenerne conto nella scelta dei rami da conservare.

In considerazione dell'importanza di questa pianta, ricordata fin dai tempi dell'antica Grecia, non ci resta che sperare e ricordare al castellano che nella mitologia greca si parla della gara tra Atena e Posidone (Nettuno): chi avesse fatto il dono più bello agli uomini, avrebbe avuto dedicata una città e un tempio sull’acropoli. Atena portò in dono l’ulivo e Posidone il cavallo. Cècrope, primo cittadino della città, considerando il valore dell’ulivo imbattibile, dichiarò vincitrice la dea, pur riconoscendo l’importanza del cavallo come animale da lavoro e da guerra. La nuova città fu chiamata Atene.

Certamente non credo che il film dedicherà scene al degrado del castello; anzi, cercherà di nasconderlo e riprenderà la frase scritta su una cappellina: mortalibus nihil strenuus (niente è impossibile ai mortali), sottolineando che il castellano è uno di questi mortali.

Tale degrado non dovrebbe nascondersi, perché esso è simile al degrado dell'intera Cefalù. Gli stessi fittoni, che dritti si dipartono dai rami degli ulivi, togliendo per sé la linfa, rimandano ai tanti parassiti, che ancora si nutrono di quel che resta della linfa di Cefalù.

Insomma, se il regista sarà bravo, potrà rinnovarsi la forza dei film realisti, passati alla storia come grandi creazioni del cinema.

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Per chi vollese saperne di più del castello Ortolani di Bordonaro e della chiesa di Santa Felicita e dei Sette Fratelli ad esso annessa riportiamo due articoli di Pino Lo Presti: