8 Gennaio 2016, 11:00 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Il mio intervento della volta scorsa ha suscitato interesse e commenti, su alcuni dei quali mi corre l'obbligo di fare alcune precisazioni.
Intanto devo affermare subito e con forza che la questione non riguarda l'opportunità o meno di un centro commerciale a Cefalù, come soprattutto è stato scritto da alcuni rappresentanti di 5S, che in qualche caso si sono richiamati ad affermazioni di esponenti nazionali dello stesso Movimento, contrari ai centri commerciali tout court. Per mia inveterata abitudine non accetto come verità assoluta alcuna affermazione non correttamente argomentata, come nel caso di tali affermazioni. Per rispondere loro attendo, quindi, corrette argomentazioni, spero diverse dai luoghi comuni che i centri commerciali distruggono il piccolo commercio e permettono che a “cento famiglie di commercianti si sostituiscano piccoli gruppi pari al 3%, che lasciano alla fame l'altro 97%”!
La questione, comunque, sarebbe stato opportuno sollevarla quando fu preparato il piano commerciale di questo Comune da un suo dirigente, approvato poi da un commissario. Tale piano prevedeva e prevede centri commerciali, ma allora nessuno fiatò, se non questo blog.
Dopo aver subito tale imposizione da un commissario regionale per la propria inadempienza e dopo aver fatto credere ai commercianti che al piano approvato dal commissario potevano essere apportati emendamenti, sebbene illegittimi e per la cui proposta fu persino fatta una riunione a Sala delle Capriate aperta ai commercianti, Cefalù si è ritrovata con un piano commerciale imposto dall'alto e in forza del quale il SUAP, dopo una conferenza di servizi, alla quale ha partecipato la stessa Amministrazione, ha approvato il progetto per il centro commerciale, imponendo le prescrizioni da rispettare per non creare problemi alla viabilità.
L'Amministrazione ha rifiutato di approvare quanto deciso nella conferenza di servizi e ha chiesto di rifarne un'altra. Perché? Le ragioni addotte sono state ritenute risibili dal SUAP, che si è rifiutato di ripeterla. A questo punto credo che ai richiedenti non rimanga altro che prendere atto di essere in presenza di un comportamento illegittimo dell'Amministrazione e di rivolgersi alle Autorità Giudiziarie, per chiede di avere riconosciuti i propri diritti. Di chiedere, eventualmente, anche di avere riconosciuti i danni subiti, che pagheranno i cittadini.
Questa la questione vera, che costringerà i cittadini a pagare gli eventuali danni per l'improvvisazione, con la qual l'Amministrazione e la sua burocrazia prendono o non prendono le loro decisioni amministrative. In questo senso, quindi, ho voluto dare le informazione necessarie per evitare che i cittadini subissero ignari le conseguenze possibili e probabili dell'agitazione dell'Amministrazione. Con buona pace di coloro che hanno creduto di evitare il pericolo con il prosciutto dei luoghi comuni sugli occhi.
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 1491 volte