Francesco Bevelacqua, pittore cefaludese dell’ottocento

Ritratto di Carlo La Calce

30 Dicembre 2015, 09:16 - Carlo La Calce   [suoi interventi e commenti]

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Francesco Bevelacqua, pittore cefaludese dell’ottocento
La mostra del 1960

 

Ormai noto quasi esclusivamente per l’ispirata “Alba a Cefalù” del Museo Mandralisca, il pittore cefaludese Francesco Bevelacqua fu anche autore di incisivi ritratti e di gradevoli soggetti sacri, valorizzati da Giovanni Agnello di Ramata con una mostra allestita prima a Palermo e quindi a Cefalù nel lontano 1960 e poi ingiustamente del tutto dimenticati.

Nella speranza di contribuire a riaccendere l’interesse intorno alla figura del trascurato artista cefaludese e al fine di approfondirne il valore dell’opera e di meglio definirne il posto nel panorama della pittura siciliana dell’ottocento, ritengo possa tornare utile riproporre il catalogo della mostra, con una breve sintesi della  presentazione dello stesso Giovanni Agnello.

Il Catalogo

- Presentazione

Nella sua introduzione Giovanni Agnello, insieme con le note critiche, ci fornisce anche le uniche notizie, scarne e frammentarie, di cui disponiamo sulla figura del pittore che nacque a Cefalù il 22 ottobre 1814 da don Salvatore (figlio di un “magister” Francesco) e Giovanna Bavisotto, la cui formazione artistica avvenne forse a Palermo, in ambiente impregnato di tradizioni neoclassiche, all’ interno del quale cominciavano peraltro a farsi strada  le nuove correnti romantiche.
La sua produzione, documentata a partire dal 1832, lo caratterizza come ritrattista, autore di soggetti sacri e paesaggista.
Fin dai primi ritratti il pittore rivela, come ci dice Giovanni Agnello nella sua introduzione, “pur nei motivi di indubbia ascendenza ancora scolastica,  una notevole indipendenza dagli schemi convenzionali, aulici ed impostati, consueti della ritrattistica neoclassica, mentre il felice contrappunto cromatico, i toni caldi e vibranti, la pennellata corposa e robusta” danno incisività e forza espressiva ai personaggi, rivelando sicura confidenza dell’autore nei propri mezzi.
“La pennellata diviene tuttavia pù vigilata e meno robusta” in alcuni soggetti sacri in cui la pittura del Bevelacqua perde il suo consueto vigore, indulgendo maggiormente su aspetti accademici e formali di impronta tardo-manierista.
“Qualità di raffinato e ad un tempo robusto disegnatore,  estremamente abile  nel cogliere i caratteri del soggetto, rivelano alcuni ritratti a carboncino, mentre esempio di virtuosismo sono alcuni ritratti a matita, in cui il pittore ricerca effetti di miniaturistica perfezione.”
Ed infine in “Alba a Cefalù”, considerato il suo capolavoro e che  bene si inserisce nell’ambito del vedutismo siciliano della prima metà dell’Ottocento, il pittore riesce compiutamente ad esprimere  anche la sua profonda sensibilità come paesaggista e “le sue capacità di colloquio con la natura.”
Francesco Bevelacqua, cui Cefalù ha intitolato la stradina che, insinuandosi tra i palazzi Maria e Piraino, immette nella  Piazza del Duomo, morì nella città natale il 3 gennaio 1858, a soli 44 anni d’età, probabilmente in seguito ad un’ epidemia di colera.

 

- Opere esposte

Ritratto di Don Nicolò Agnello di Ramata e Sagneferi
olio su tela cm 35x49 firmato Fr. Bevelacqua  f. 1833 (coll. privata)

 

La carità
olio su tela cm 33x46 (coll. privata)

 

Ritratto di Don Rosario Ortolani di Bordonaro
olio su tela cm 71x95 (coll. privata)

 

Ritratto di Don Antonio Ortolani di Bordonaro
olio su tela cm 69x92 (coll. privata)

 

Ritratto di Don Antonio Ortolani di Bordonaro junior
olio su tela cm32,5x37 (coll. privata)

 

Miracolo di S. Nicola di Bari
olio su tela cm 49x63 (coll. privata)

 

Ritratto di Don Vincenzo Agnello Figlia
olio su tela cm 47x57 (coll. privata)

 

S. Stanislao
olio su tela cm 40x52 (Chiesa di S. Stefano, Cefalù)

 

Ritratto dell’Avv. Salvatore Misuraca Turrisi
Olio su tela cm 25x32,5 (coll. privata)

 

Alba a Cefalù
olio su tela cm 71,5x52,5 (Museo Mandralisca di Cefalù)

 

Ritratto del Dr Don Rodrigo La Calce
carboncino su carta cm 40x54 (coll. privata)

 

Ritratto del Dr Don Rodrigo La Calce
incisione firmata Fr. Bevelacqua  f. e inc. 1846 (coll. privata)

 

Ritratto di Don Giovanni Agnello de Francesco
matita su carta cm 18x22 (coll. privata)

 

Ritratto di Don Giovanni Martino
olio su tela cm 101x128 (coll. privata)
non riprodotto nel catalogo

Ritratto dell’Avv. Giuseppe Benedetto La Calce
matita su carta cm 8,5x11,5 firmato Fr. Bevelacqua 1840 giugno (coll. privata)
non riprodotto nel catalogo

 

Brevi note aggiuntive su Francesco Bevelacqua

  • Il nonno paterno del pittore potrebbe identificarsi con quel Maestro Francesco Bevelacqua, attivo come “doratore” nel 1800 a Villa Belmonte all’Acquasanta (villa progettata da Venanzio Marvuglia per Giuseppe Emanuele Ventimiglia) e che ancora ritroviamo impegnato tra il 1805 e il 1807 nella esecuzione delle dorature dell’altare (disegnato sempre dal Marvuglia) dell’Oratorio di San Giuseppe dei Falegnami a Palermo, nel Convento di San Giuseppe dei Teatini.
  • In Toponomastica storica di Cefalù (Palermo, 1971), Salvatore Di Paola sostiene che una tela del Bevelacqua, raffigurante la Madonna sorretta da sette Angeli, troneggiava in passato nella Cappella situata in Via Madonna degli Angeli, ad angolo con Vicolo Santissimo.
  • Presso il Museo Mandralisca, in affidamento temporaneo, è stato recentemente esposto, accanto a quello già in possesso della Fondazione, un secondo esemplare di “Alba a Cefalù”, anche questo  attribuito al Bevelacqua, appartenente ad un privato collezionista cefaludese e prima sconosciuto.
  • Una recente iniziativa del Rotary a Cefalù ha ricordato il pittore insieme con altri personaggi della storia locale.
  • Francesco Bevelacqua è censito nel Dizionario degli Artisti curato da Cristina Bonagura (parte integrante dell’opera Pittori & Pittura dell’ ottocento italiano coordinata da Giuliano Matteucci ed edita dall’Istituto Geografico).