8 Marzo 2013, 19:14 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
La notizia che, nei giorni scorsi, ha dato come imminente l’inizio dei lavori della tratta ferroviaria Ogliastrillo-Castelbuono e quell’altra relativa all’incontro dibattito che, in tema di trasporto ferroviario, si svolgerà domani, 9 marzo, nella Sala delle Capriate del nostro Comune, mi hanno indotto a rituffarmi nei miei interventi al riguardo ed, in particolare, in quelli che mi sono ritrovato nel mio notebook.
A colpirmi più di ogni altro è stato un mio intervento che, sotto forma di lettera al Direttore, Cefalùnews pubblicò il 4 maggio del 2006 sotto il titolo :
"PARLIAMONE, IL SILENZIO SI POTRA’ FARE BEFFA DI TUTTO".
Una lettera nella quale ebbi a “sintetizzare” le riflessioni che, da consigliere comunale, a far data dal 1985 in più occasioni, avevo avuto modo di esternare in pubblici interventi in aula.
Riflessioni sul ruolo e sulle funzioni che Cefalù avrebbe potuto demandare all’area di risulta della vecchia stazione ed ai reliquati della tratta ferroviaria dal passaggio a livello di Gallizza al bivio Ferla, una volta entrate in esercizio la nuova fermata di Cefalù e la nuova tratta ferroviaria Fiumetorto-Castelbuono.
Riflessioni retrodatate che, a mio giudizio, sono, però attualissime.
Ancora oggi nel marzo del 2013.
Riflessioni che, perciò, ho ritenuto di riproporre.
Per quanti dovessero avere l’interesse e la pazienza di leggerle.
Ovviamente.
“……..con questa mia vorrei fare cogliere la assoluta straordinarietà degli orizzonti che, per la nostra città, si potrebbero dischiudere, in termini di razionalizzazione dell’assetto viario ed infrastrutturale, con la dismissione dell’attuale strada ferrata e della attuale stazione ferroviaria.
Sono aspetti della “Questione urbanistica” di Cefalù sui quali ho cominciato ad insistere sin dal 1985, allorquando venne all’attenzione del Consiglio comunale quella che, sulla carta, è rimasta soltanto la prima proposta di raddoppio della tratta ferroviaria Fiumetorto-Castelbuono. Ho insistito, ed insisto, su tali aspetti perché la disponibilità della tratta e delle aree della stazione che verranno dismesse e la loro acquisizione al patrimonio comunale, in particolare quelle dal passaggio a livello di Gallizza all’imbocco della galleria di Bivio Ferla, aprono prospettive sino ad oggi inimmaginabili.
Per fare cogliere la straordinarietà di tali prospettive immaginiamo di introdurci, dal lato di occidente, in quella che, già intorno al 2020, potrebbe essere Cefalù se avremo progettato ed acquisito per tempo quei luoghi.
Come residenti,
come ospiti dei complessi turistico-ricettivi della cintura esterna,
come visitatori del cosiddetto “turismo mordi e fuggi” su pullman,
come pendolari per la scuola o per il lavoro,
come visitatori occasionali,
immaginiamo di essere arrivati a bordo di un qualsiasi mezzo di trasporto pubblico o privato, all’attuale passaggio a livello di Gallizza.
Giuntivi, tranne a dover raggiungere le parti di via Roma, di via Gramsci, di via Pintorno e del lungomare, non proseguiremo per la via Roma :
ci immetteremo nella “via del vecchio binario” :
il nuovo asse stradale, a senso unico in direzione Messina, che correrà lungo l’attuale sede della strada ferrata.
Un asse attraverso il quale potremo raggiungere tutte le altre destinazioni senza immetterci nei circuiti del vecchio tessuto viario.
La nostra destinazione è l’ospedale Giglio-San Raffaele?
Svolteremo alla prima bretella di destra : la bretella di Gallizza.
La nostra destinazione è lo Spinito?
Proseguiremo sino al Salvatorello e svolteremo alla seconda bretella di destra : la bretella dei Mulini.
Le nostre destinazioni sono Pietragrossa, Pacenzia, Via Cirincione o i paraggi della Via Gibilmanna?
Proseguiremo sino alla terza bretella di destra: la bretella di Pietragrossa.
La nostra destinazione è Presidiana?
Imboccheremo la galleria sotto la rocca per sbucare alla Calura ed uscire alla quarta bretella: la bretella del Porto.
La nostre destinazioni sono Caldura, Magarà e Santa Barbara ?
Arriveremo alla fine della "via del vecchio binario" : sarà la quarta bretella, quella di Ferla, che ci obbligherà ad uscire.
Da Gallizza a Bivio Ferla, nella Cefalù del 2020, potremo seguire percorsi alternativi a quell’asse, ad oggi obbligato, che inizia al Salvatorello e prosegue sino alla via Mazzini e alla via Gibilmanna.
Con la via Gramsci, unica alternativa alla via Roma.
E se da residenti, da visitatori o da pendolari la nostra destinazione sono il Centro storico, le scuole e gli uffici pubblici del centro urbano, il lungomare ?
Ci fermeremo prima : allo “snodo della vecchia stazione”.
Uno snodo straordinario per soluzioni straordinarie :
per il sistema del trasporto urbano e per i servizi che una città moderna deve essere in grado di offrire ai residenti,
ai suoi ospiti ed a quanti hanno necessità di raggiungerla da pendolari.
Soluzioni straordinarie per la riqualificazione ambientale della città, per la riqualificazione formale ed architettonico-compositiva di un luogo che, da oltre mezzo secolo, ha quegli stessi connotati di periferia che aveva quando, però, era tale :
il luogo costituito dalla vastissima area delimitata,
lato est, dall’imbocco della galleria sotto la rocca,
lato ovest, dalla sottostazione elettrica,
lato nord dall’attuale edificio della stazione e dalla via Aldo Moro,
lato sud dalla via Pietragrossa.
In quel luogo si giocheranno le sorti di quell’ intervento infrastrutturale che, insieme agli altri cui ho fatto cenno, potrà cambiare la qualità infrastrutturale e formale della nostra città.
Un luogo le cui caratteristiche fisiche e topografiche sono tali da consentire la realizzazione di un’opera che, con la sua architettura, potrà chiudere o rimarginare quella ferita che, quando venne realizzata la stazione, fu, certamente, la prima e la più grande che venne inferta all’integrità del territorio a ridosso del centro antico di Cefalù per divenire, poi e restare sino ai nostri giorni, la più grande delle ferite nel cuore del centro urbano di Cefalù.
In quel luogo, un’opera polifunzionale per risolvere tantissime delle questioni, urbanisticamente irrisolte, della nostra città.
In quel luogo, lo snodo dell’accoglienza, nel cuore del centro urbano.
Con funzione di scambio intermodale del trasporto urbano,
con funzione di terminal per pullmans turistici e bus di linea,
con funzione di stazione di partenza e di arrivo per le navette del trasporto pubblico urbano,
con funzione di parcheggio per autovetture.
In quel luogo, IL LUOGO CHE DIA IL "BENVENUTI A CEFALU’"!
Ma non solo! Se poi pensiamo che, dall’interno della galleria è possibile realizzare, senza alcun impatto all’ esterno della rocca, l’ascensore per sbucare lassù in alto sulla nostra rocca Il tutto ci appare un sogno.
Un sogno in cui dobbiamo credere perché un sogno che può diventare realtà : dipende da noi.
Dobbiamo avere la lungimiranza di tramutare in progetto quelle che sono soltanto idee per un progetto o ipotesi di lavoro da approfondire.
Dobbiamo avere la pervicacia di insistere.
Dobbiamo avere la capacità di porre in essere tutti gli atti propedeutici che, da sovrani dei destini del nostro territorio, ci possano consentire di pervenire all’acquisizione per pubblica utilità di tutte le aree di risulta della vecchia stazione e della strada ferrata.
Dobbiamo avere quella che i latini chiamavano “Sapientia” e che in italiano è riduttivo tradurre in “Sapienza”.
Non è necessario aspettare il Nuovo Strumento Urbanistico : possiamo e dobbiamo anticipare i tempi.
Nella consapevolezza della necessità di dovere andare più a fondo di quanto non si possa andare con uno strumento urbanistico generale con la progettazione definitiva di tutta quella porzione di territorio.
La chiave di tutto sarà, proprio il progetto.
Decisiva sarà la sua qualità architettonica e funzionale.
Anche per questo luogo, anzi anche per questi luoghi, “il progetto di luoghi in luoghi senza progetto”.
Progetti definitivi su cui la città dovrà investire per dotarsene ora che, finalmente, anche il progetto della nuova fermata ferroviaria di Cefalù è da considerare, veramente definitivo.
Quelle che ho cercato di illustrare sono idee che, già venti anni addietro, in un chilometrico intervento, ho lanciato al Consiglio ed alla Città di Cefalù.
Sono idee che ho rilanciato nella seduta del 15 luglio del 2003, in cui il Consiglio è stato chiamato ad esprimere il parere di competenza su quella che è l’ultima proposta di progetto definitivo della nuova fermata ferroviaria di Cefalù.
Sono idee che, lo stesso Consiglio alla unanimità, ha voluto inserire nel dispositivo della delibera con la quale ha espresso parere favorevole su quel progetto.
Sono idee che non possono e non devono essere abbandonate perché sono idee sulle quali si gioca il futuro della nostra Cefalù!
Le condividete, ne avete altre? Parliamone, il silenzio si potrà fare beffa di tutto! “
Da allora, però, soltanto SILENZIO!
Saro Di Paola, 8 marzo 2013
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