A quando la rivoluzione?

Ritratto di Angelo Sciortino

10 Dicembre 2015, 15:41 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Faremo lo stesso nel 2017?

 

Che cosa strana! Serpeggia a tutti i livelli una strana malattia, che potremmo definire logomachia, perché riduce ogni disputa, ogni critica e ogni polemica, a una questione che riguarda più le parole che i fatti.

È sicuramente una malattia gravissima e per giunta infettiva, quando a trasmetterne il virus o il batterio sono coloro che si autodefiniscono rappresentanti del popolo, dei cittadini. Per rappresentarli, essi si limitano a riceverne un privilegio economico, rappresentato da un emolumento non meritato. Sì, non meritato perché non fanno nulla per dimostrarsi meritevoli della fiducia ricevuta. Vivono da parassiti come la decadente aristocrazia di Luigi XIV, sostenuta da una Chiesa che, forse per il timore di perdere qualche vantaggio, non condanna chi offende i poveri e i deboli.

Viviamo come al tempo dei re assoluti del '700 in Francia; viviamo in una società che ormai ha solo tre categorie: l'aristocrazia, la Chiesa e la plebe del Terzo Stato. Come tre secoli fa, le prime due dominano sui cittadini, impoverendoli sempre di più con una tassazione ormai al limite della sopportazione; come allora sono state distrutte le autonomie locali, riducendo i sindaci a servi sciocchi del loro partito politico; come allora i giovani non guardano al futuro con speranza e i vecchi sperano di morire o si suicidano, pur di non assistere allo sfacelo totale della società.

Di fronte ai vecchi che muoiono e ai giovani pronti a una rivoluzione, i cosiddetti rappresentanti del popolo si danno alle dispute su questioni inutili. Fanno, cioè, logomachia, dilettandosi e credendo di dilettare con il dibattere sulle parole. Non si rendono conto di quanto vana sia la loro polemica.

Il popolo ascolta tali sproloqui, ma non li sente più, coperti come sono i loro suoni dal borbottio dello stomaco o dai singhiozzi dei suoi figli pronti a espatriare in cerca di fortuna.

Il popolo non ascolta più Renzi e gli altri politici, elargitori irresponsabili di parole e di promesse; non ascolta più le parole di Crocetta, ma capisce da una sua foto che il suo messaggio è chiaro: siamo a mare!; il popolo, infine, non ascolta il sindaco Lapunzina, perché ha ormai capito che il futuro che usa nei suoi verbi è destinato a non diventare presente.

Insomma, una situazione così grave, che neppure il discorso del Sindaco a Maria Immacolata potrà alleviare. L'unica cosa che l'Immacolata può fare, per salvare il popolo del quale è protettrice, è quella di intercedere affinché questo suo popolo venga liberato da chi si è dimostrato incapace di amministrarlo con competenza e intelligenza. Forse, però, questo popolo ha troppi peccati da espiare, per cui deve ancora sopportare. A meno che il suo pentimento non lo costringa a rivoltarsi contro chi lo ha tentato con le sue vane promesse.