La grande accoppiata: ignoranza e pregiudizio

Ritratto di Angelo Sciortino

4 Dicembre 2015, 09:15 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Se qualcosa c'è che distingue Cefalù, questa è l'imperante ignoranza istituzionalizzata. Sì, istituzionalizzata, a giudicare dal fatto che la fonte principale dell'ignoranza è il Municipio, i cui responsabili o rappresentanti intervengono sempre più spesso come se la loro ignoranza, pur avendo grosse lacune, sia enciclopedica: copra, cioè, tutti i campi dello scibile umano!

Forse, però, sono troppo buono a parlare di ignoranza istituzionalizzata. Se si trattasse d'ignoranza, infatti, dovremmo considerare che, poiché a essa può porsi rimedio, saremmo in presenza di una possibilità di tendere alla verità e alla conoscenza. Questa tensione verso la verità e la conoscenza, però, non la vedo, per cui forse siamo in presenza di qualcosa di più grave e di meno rimediabile.

Che cosa può essere più grave dell'ignoranza? Il pregiudizio, positivo o negativo che sia!

Ecco, a Cefalù a prevalere è il pregiudizio. O quello di ritenere se stessi detentori di verità assolute o l'altro di ritenere i critici poveri sciocchi sempre in errore. L'uno e l'altro tipo di pregiudizio sono un gravissimo impedimento nel cammino verso la conoscenza, perché rinchiudono chi ne è seguace in una sorta di ragnatela di convinzioni errate, che poi conducono alla più pericolosa delle ignoranze che Goethe definì ignoranza attiva. Applicandola, infatti, come se fosse conoscenza, s'impongono scelte politiche dannose per il Paese. Di alcune, figlie di queste due forme di pregiudizi, ne abbiamo già abbastanza prove, perché la loro dannosità è stata mostrata dai fatti. Si pensi al dissesto, che scelte dettate da maggiore modestia ci avrebbero evitato.

Perché i fatti non sono stati capaci di convincere dell'esistenza prima di tale pregiudizio istituzionalizzato e dopo dell'ignoranza, anch'essa istituzionalizzata, ma anche enciclopedica? Semplicemente perché i fatti vengono conosciuti dai cittadini nell'interpretazione degli autori delle scelte e non per personale valutazione oggettiva e condivisa. Manca, cioè, una diffusa opinione pubblica, interessata alle scelte della politica amministrativa, interessandosene come i cittadini s'interessano dei problemi di casa propria. Questo mancato interesse a seguire quotidianamente la vita amministrativa, accontentandosi delle sintesi interpretative di chi gestisce l'amministrazione attiva, lascia costoro nel limbo dei pregiudizi e dell'ignoranza. Peggio, li lascia liberi di concludere indisturbati il loro mandato, procurando mali al presente e al futuro di Cefalù.