Il perfezionamento del linguaggio postribolare.

Ritratto di Angelo Sciortino

4 Marzo 2013, 20:21 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Aspetto plebeo e sostanza dozzinale. Soltanto così può descriversi il nuovo “cavaliere dalla triste figura”, che ebbe la grande forza di definire – molto cavallerescamente – Rita Levi Montalcini “una vecchia puttana”, alla quale “una casa farmaceutica aveva comprato il premio Nobel”. Si beccò una condanna per diffamazione, ma ha continuato impavido a usare la sua terminologia plebea, priva di qualsiasi sostanza, se non quella dell'offesa.

Agli Italiani – anzi agli italiani, con la minuscola – è piaciuto tanto da subissarlo di voti. Addestrati al turpiloquio barzellettiero del suo padre putativo, essi hanno gradito l'arrivo dell'uomo nuovo, del suo “libero linguaggio” postribolare, e si sono sentiti rappresentati con l'eleganza alla quale li ha abituati la frequenza con le taverne delle televisioni commerciali del padre putativo.

Di chi parlo? Via, l'avete capito! Parlo di un tale Beppe Grillo, di quel Beppe Grillo che alle bottiglie di vetro preferiva quelle di plastica, rarissimo esempio di educazione ecologica; di quel Beppe Grillo figlio adottivo di quel Berlusconi, che l'ha educato al linguaggio plebeo.

La domanda è: quali perversioni culturali e morali hanno spinto il 25% degli italiani – sempre con la minuscola – a credere che egli sia in grado a dare un futuro al nostro Paese?