Occorre una nuova Lepanto

Ritratto di Angelo Sciortino

14 Novembre 2015, 22:53 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Prima di commentare quanto è accaduto a Parigi, ho voluto riflettere su alcuni momenti storici, solo apparentemente lontani, perché in essi possono rinvenirsi le ragioni vere dell'attuale scontro tra l'Europa pronta a dimenticare e il Mondo arabo di memoria lunga.

L'Impero Romano aveva fatto del Mediterraneo il mare in cui si affacciavano tanti popoli, ma la loro diversità etnica non li divideva né per la politica né per la cultura. Essi finirono per essere figli della cultura greca e di quella latina, per cui il Mediterraneo poté essere considerato a ragione il mare nostrum. Tale rimase anche dopo le invasioni barbariche, come ipotizzò in una sua opera lo storico belga Henri Pirenne già prima della sua morte nel libro pubblicato postumo nel 1937.

Pirenne era uno storico belga vissuto all’inizio del 900. La sua tesi determina una nuova data per calcolare l’inizio del medioevo: non più il 476, ma qualche secolo più avanti, il 630. Questa tesi viene esposta nelle sue maggiori opere (Città del medioevo, Carlo Magno e Maometto). In questi testi egli afferma che le invasioni barbariche, che portarono tanto scompiglio nell’impero romano, in realtà non modificarono le strutture politiche – economiche – sociali – giuridiche e anche la mentalità europea, ma si sovrapposero. Chi modifica realmente queste strutture è l’espansionismo arabo, che occupò tutta l’area sud del bacino del Mediterraneo nel 630 d. C. Ciò impedì i commerci e portò alla crisi delle città portuali, che così si spopolarono e gli abitanti, inseguiti dai pirati arabi, furono costretti a ritirarsi all’interno presso i proprietari dei castelli. Questo fenomeno si chiama “incastellamento” ed è un fenomeno importante che si sviluppa successivamente dal 700 - 800 in Europa, ma che è la causa principale e diretta della formazione della società piramidale feudale medioevale, che è la vera caratteristica del mondo medioevale. Si può dire allora che il feudalesimo è chiaramente frutto dell’espansionismo arabo.

A questo punto una domanda sorge spontanea: come poterono riuscire gli Arabi a dividere per la prima volta il Mediterraneo? Quando cominciarono la loro espansione, infatti, essi non erano portatori di una vera cultura, che potesse misurarsi con la plurisecolare cultura greco-romana. Avevano, però, la fede in un loro dio e in nome di questa fede si scontrarono con un'altra fede, la cristiana, che da Teodosio in poi era divenuta l'unica fede dell'Impero Romano. Fu giocoforza che il Mediterraneo divenisse per metà musulmano e per metà restasse cristiano.

Questa spaccatura fu una spaccatura tra nord e sud: i musulmani conquistarono tutto il Nord Africa, la Spagna, la Sicilia e la Sardegna. Si sarebbero spinti oltre i Pirenei, dilagando su tutta l'Europa, se non fossero stati fermati nel 732 a Poitiers.

Subito dopo gli Stati europei, nati dallo smembramento dell'Impero Romano, andarono via via conquistandosi un loro spazio politico indipendente dalla Chiesa cristiana, contrariamente a quanto avveniva nel mondo musulmano, in cui la religione continuò a dare al governo dei suoi Stati un carattere teocratico. Vi fu, in verità, prima di una conquista laica da parte degli Stati, cominciata da Federico II, un coinvolgimento dell'Europa nelle Crociate, che furono un'aberrazione di ogni logica politica e storica.

Fermatesi le Crociate, la lotta tra le due fedi non si fermò. I Musulmani erano adesso Ottomani e minacciavano nuovamente l'Europa, avanzando e assediando Vienna, che resistette. Nel 1571 a Lepanto l'Europa unita fermò la nuova avanzata araba e da quel momento l'Europa fu costretta a provvedere da sola a farsi del male con le guerre di religione e con quelle fratricide dei suoi Stati. Queste finirono con la II Guerra Mondiale e i popoli europei hanno goduto di un sessantennio di pace, che li ha abituati alla vile mollezza.

Di tale mollezza hanno approfittato gli Arabi. Essi, contrariamente a come dice una certa vulgata, non conducono una guerra per ragioni economiche – il presunto sfruttamento degli Stati coloniali – ma per ragioni religiose e in difesa di una società ferma al medioevo. Una società maschilista, a tratti inumana – si violentano le bambine, si uccidono atrocemente coloro che la pensano in maniera diversa, si attaccano i popoli europei, rei di non far portare il burqua alle donne e di dipingere nei loro quadri la figura di Maometto.

Che cosa fare, se non unirci come prima di Lepanto, per difendere la nostra cultura prima ancora che la nostra vita e quella dei nostri figli? Se lo faremo senza falsa umanità, allora non potrà non vincersi.

P.S. Dopo gli attentati di gennaio, così scrivevo: https://www.qualecefalu.it/node/15989