11 Novembre 2015, 17:48 - Giuseppe Maggiore [suoi interventi e commenti] |
"CRONACA DI UN IMPEGNO"
(sulle tracce di "...Telegraficamente..." dell'8/11/2015)
Magnis itineribus (a marce forzate).
Si è onorevolmente concluso, in data 7 Novembre 2015, nella prestigiosa cornice della Sala delle Capriate, fiore all'occhiello della Casa Comunale di Cefalù, alla presenza di esponenti delle Istituzioni, della cultura, dell'arte e di un nutrito attento pubblico, il 1° concorso nazionale di poesia dal titolo "La vita in versi".
La manifestazione, ideata e diretta dal noto conterraneo Antonio Barracato, poeta e fotografo della più bell'acqua, al quale da qualche anno si deve l'operosa messa in cantiere di plurime estroverse performances di intrattenimento artistico, è stata indetta ed organizzata dall'Associazione "Muovi L'arte" in stretto connubio con "I Narratura" di Cefalù (del quale gruppo, com'é risaputo, il Nostro è stato il creatore e ne è il regista) sotto l'alto Patrocinio del Comune.
A dare il "là" all'inizio della serata è stato lo stesso Barracato, pigmalione dalle molteplici sfaccettature, appassionato sostenitore dei propri progetti, strenuo conduttore di innumeri esibizioni, con la recita di una sua pregevole composizione poetica in puro vernacolo siciliano dall'esplicativo titolo "A poesia". Naturalmente, fuori concorso. Ed anche fuori concorso è stata offerta al pubblico un'altra poesia dalla particolare evocativa denominazione "1° Settembre 1946" composta dal compianto avv. Giuseppe Corsello e dedicata alla moglie.
Bisogna, comunque, per lealtà personale osservare a questo proposito che l'amico Barracato è più creatore che dicitore. A parte il fatto, infatti, che il suo timbro vocale a volte non risulta perfettamente integrarsi con la validità degli assunti artisticamente creati e proposti, resta immancabilmente evidente che la tecnica da lui utilizzata nelle pause, nei volumi, nelle accentuazioni della parola e della frase e nel coinvolgimento dell'espressione non è sostenuta da una adeguata assimilazione delle leggi fonetiche che regolano la dizione.
Ergo, la detta sua apprezzabile e profonda vernacolare lirica "A poesia" avrebbe di certo conseguito una maggiore ricettività ed apprezzamento (sicuramente dovutole!) letta, per esempio, da una voce più in tono baritonale com'é quella di Enzo Giannone.
Unicuique suum!
Inoltre (e qui vorrei togliermi un'altra spina) è da osservare che malgrado il dispiegarsi della serata sia avvenuto in modo fluido e gradevole, in un'atmosfera pregna di interesse ed attenzione, forse una più rigorosa assenza di casuali spostamenti da parte di alcuni dei personaggi promotori assisi al banco del quorum (alzarsi dal proprio scanno, avvicinarsi ad altri comprimari intervenuti, parlare con essi sottovoce all'orecchio e quant'altro, il tutto durante lo svolgimento del programma) avrebbe senza dubbio giovato all'etica della manifestazione.
Seguitando: istituzionalizzare un progetto, intuitivamente pregevole, che già a livello più discreto in tempi recenti ha preso piede nel nostro comprensorio con risvolti del tutto positivi ed altamente educativi a cura della infaticabile immaginifica compagine de "I Narratura", è stato il naturale evolversi di una iniziativa che indubbiamente porta la nostra città a più consapevoli ambiti traguardi.
Come il precedente concorso letterario, antesignano dell'odierno incontro, che ha avuto luogo nello scorso Natale col fattivo supporto della locale Curia Vescovile (Organismo ricettivo a tutti i corroboranti impulsi creativi intesi a favorire la promozione comunitaria) e della già citata "ensemble" de "I Narratura" (della quale in passato si è ampiamente scritto), concorso (e ciò è più che notorio) che al suo primo affacciarsi alla ribalta ha lucrato un notevole numero di adesioni e di consensi, la presente iniziativa, può ben dirsi, è nata sotto buona stella. Sicuramente in futuro prenderà radice e raggiungerà più ragguardevoli risultati.
Ciò perché il genere trattato e professionalmente presentato risulta basilare e formativo in una società che spesso soggiace, purtroppo, al concetto dell'apparire più che a quello dell'essere.
Da qui una sorta di riscatto morale inteso a smuovere le acque e ad irrobustire nelle coscienze il gusto del bello, del giusto, dell'ammissibile, del consentito e del concreto ha preso piede e si è consolidato col ritorno ad una fase formativa che non esito a definire redentrice.
Sappiamo tutti, infatti, che la poesia (in cui il significato semantico si lega al suono musicale dei fonemi, sia essa epigramma, epicedio, ballata, quartina, sestina, sonetto, ode, madrigale, stornello filastrocca o quant'altro di letterariamente espressivo) rappresenta la forma più immediata e sincera di esternazione del sentimento che promana dall'animo dell'artista.
Eppertanto in un ambiente di sani principi e di profonde tradizioni culturali come il nostro, dove la buona volontà e la libertà del pensiero hanno sempre portato avanti lo stendardo del sapere nella analitica ricerca della conoscenza, non poteva, quindi, mancare un innovativo impulso tendente ad un più marcato interesse culturale per una più cospicua maturità artistica della nostra città; inoltre essa poesia diventa catartica linfa evocatrice (cosi come lo sono tutte le altre arti, d'altronde, ma rispetto alle quali forse è la più immediata) nella misura in cui riesce a trasmettere estemporaneamente un sentimento reso palpabile dalla metrica: quello stesso afflato lirico che, promanando dalla sensibilità dell'artista, raggiunge il cuore altrui.
A rappresentare le Istituzioni in questo simposio conclusivo e premiativo: l'Assessore (oggi, alla luce delle pari opportunità e delle conseguenti cosiddette quote rosa, il femminile nella lessicale indicazione delle professioni o degli incarichi attribuiti ad una donna è stato vilmente bandito: io avrei ben scritto Assessora o Professoressa o Dottoressa e così via dicendo - e ciò l'ho sostenuto altrove!) Antoniella Marinaro, della quale tutti conosciamo ed apprezziamo la valenza come donna, come professionista, come moglie e come madre di famiglia ben inserita nel contesto sociale e che caratterizza i suoi ben distinti ruoli con estreme serietà e consapevolezza.
La Marinaro, appunto, interviene nel presente consesso nella duplice veste di rappresentante politico (in quanto presente in sostituzione del Sindaco Rosario Lapunzina, artium cultor l'ho definito altrove, assente per impegni inerenti alla sua alta carica precedentemente assunti) ed in quella di fattivo membro della Giuria del concorso.
Assieme a lei, pure nella duplice veste di Presidente del Consiglio comunale e di componente della stessa Giuria, il Prof. Antonio Franco (personaggio di spicco di non indifferente impegno civile, culturale e politico, letterato e docente di tutto rispetto nonché, come già esplicitato su questo stesso telematico foglio in un recente passato, autore del testo "Le radici e le pietre" e di numerose pubblicazioni scientifiche.
Il saggio citato, oltre ad evidenziare la costante volontà del ricercatore e dell'infaticabile studioso spinto a far conoscere i prodromi di una realtà sociale che si perde nella notte dei tempi, trae origine dall'amore che l'autore nutre per la storia antica in generale e particolarmente per quella relativa alla propria città; e promana, altresì, anche dal sottaciuto desiderio dello scrittore inteso a svolgere opera didattica divulgativa.
Il libro è stato volutamente dedicato alla memoria del compianto editore Lorenzo Misuraca, che l'ha licenziato alle stampe. Franco è stato, inoltre, anche insignito del "Premio Ruggero II" conferitogli dal solerte concittadino Giovanni Biondo, a sua volta Presidente dell'Associazione "Cefalù, città di Ruggero" promotrice della manifestazione premiante giunta già alla sua sesta edizione).
Il concorso nazionale di poesia "La Vita in versi" è articolato in due sezioni: poesia in lingua e in dialetto.
- Per la poesia in lingua:
1° classificata: Lia Gaetano, di Monterosso Almo (Ragusa) con la lirica: "Silenziosamente mio padre";
2°: Angela Aprile, di Palermo, con "Poesia della vita";
3°: Pietro Vizzini, di Capaci (PA), con "E poi un giorno".
- Premi speciali della Giuria:
a Palma Givello, di Palermo, per la lirica "Diverso parlare" ed a Filippo Scolareci, di Spatafora (ME) per "Mani incrociate".
- Menzioni d'onore:
a Gaetano Catalani di Ardore Marina (RC) per la lirica "Una nebbia di ricordi"; a Laura Vallino di Livorno per "Il buio", a Santi Cardella di Palermo per "Mezzo amore"; a Nino Cirrito, di Lascari, per "Al di là del pino là dove l'orsa" ed a Liliana Mamo, di Cefalù, per "I toni del mio silenzio".
- Per la poesia in vernacolo:
1° classificata: Franca Cavallo, di Modica (RG) con la poesia "E u cielu ciangi";
2°: Citrano Francesca, di Partinico, con "U specchiu da vita";
3°: Gloriana Solaro, di Termini Imerese, con "U chianu i casa Zabbra".
- Premi speciali della Giuria:
a Monica Appresti, di Partinico, per la lirica "A matri" e ad Angelo Canino, di Acri (CS), per "A vecchiarella".
- Menzioni d'onore:
a Giovanni Malambri, di Messina, per la lirica "U to cori"; ad Antonino Pedone, di Catellammare del Golfo (TP), per "Mi sonnu"; a Domenica Di Francesca, di Cefalù, per "U populu scuntientu" ed a Michele La Montagna, di Acerra (NA), per "Pi na mamma".
La Giuria del Premio, composta: dalla D.ssa Maria Teresa Rondinella (Presidente della Compagine nonché docente ed archeologa), dalla D.ssa Antoniella Marinaro (avvocatessa), dal Prof. Antonio Franco (docente e scrittore), da Antonio Barracato (poeta, fotografo e regista), dalla Prof.ssa Pina Granata (poetessa e docente), dalla poetessa Rosaria Lo Bono, dalla Prof.ssa Francesca Caronna (docente), dalla Prof.ssa Rosaria Cirivello e dal sottoscritto, ha esaminato le opere concepite in forma rigorosamente anonima formulando una votazione da uno a dieci che ha determinato i sopraelencati risultati.
La serata è stata impreziosita dalla prestigiosa lettura delle poesie premiate ad opera di Caterina Di Francesca e di Enzo Giannone, entrambi fini dicitori già adusi, in molteplici vesti, alle tavole dei palcoscenici.
Attrice teatrale, la prima, già facente parte della rinomata compagnia "Ras Melkart" a suo tempo diretta dal compianto attore Accursio Di Leo, nonché protagonista nel film "Placido Rizzotto" di Pasquale Scimeca e compresa nel cast de "Il regista di matrimoni" di Marco Bellocchio; personalità duttile e poliedrica, proclive ad interpretazioni drammatiche e di spessore umano, ruoli che affronta col massimo rigore professionale.
Fine dicitore, il secondo, attore, con un timbro vocale reso più espressivo dalla partecipazione sentita dell'uomo alla più recondita essenza del testo in lettura.
L'evento è stato anche intramezzato da momenti musicali offerti dal pittore Serafino Barbera da Campofelice di Roccella, versato animatore di un gruppo melodico ivi operante e dalla bravissima, virtuosa di chitarra classica, Giovanna Potestio che ha eseguito una accattivante brano con la sicumera di una incallita musicista pur trovandosi alla sua prima apparizione pubblica.
Io che osservavo di soppiatto il viso della madre, Antoniella Marinaro, ho potuto in quest'ultima notare una tensione emotiva superiore a quella, contenuta, della figlia.
Ha, inoltre, cantato la brava Jessica Abbate.
Le superiormente nominate note poetesse Pina Granata (autrice della raccolta "In cammino verso le stelle") e Rosaria Lo Bono ("Manu di viddanu", "Lu beni che te vuje", "Pinseri d'un cunnannatu") hanno collaborato Barracato nel difficile compito realizzativo della riuscita manifestazione.
L'insostituibile Angela Macaluso, avvenente Consulente al Turismo ed agli Eventi del Comune di Cefalù, estemporanea oratrice di vaglia, ha efficacemente presentato la serata connotando pedissequamente con la sua innata verve lo svolgersi della stessa e forbitamente presentando i vari personaggi.
Presente in sala, a scopo educativo, anche una rappresentanza di giovani diversamente abili provenienti dall'Istituto "G. Ugdulena" di Termini Imerese, dove sotto la direzione della capace Prof.ssa Viglianti operano nel settore sostegno, fra i valenti altri, i vari Curcio, Maggiore, D'Anna e Miceli, da me personalmente conosciuti.
La signora Salvina Mirenna, infine, fotografa d'eccezione per l'occasione, ha documentato tutte le fasi della performance sorretta dal suo palese buon gusto e dalla sua volenterosa abnegazione.
Cefalù, 11 Novembre 2015. Giuseppe Maggiore
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