La Svizzera, l'Italia e Cefalù

Ritratto di Angelo Sciortino

4 Novembre 2015, 11:24 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

La Costituzione svizzera si attiene a questo principio di Ayn Rand:

Quando la costituzione di un paese pone i diritti individuali fuori dalla portata delle autorità pubbliche, la sfera del potere politico risulta fortemente delimitata e quindi per i cittadini diventa sicuro e giusto accettare di obbedire alle decisioni della maggioranza in questa sfera ben delimitata. La vita e i beni delle minoranze o dei dissidenti non sono in gioco, non sono assoggettate all'esito di un voto e non sono messe in pericolo dalla decisione della maggioranza.

Infatti, dopo la seguente premessa: “I cittadini dei Comuni ubicati nei territori identificati e riconosciuti, nel loro insieme, come Svizzera, desiderosi di vivere in concordia e in sicurezza, si impegnano a non varare nessuna Legge o Norma in contrasto con i PRINCÌPI condivisi, elencati in questo ordinamento, ai quali essi uniformano i loro mutui rapporti e la loro convivenza civica interna.”, così procede nel descrivere la nascita di tali principi e la loro natura: “I PRINCÌPI esistono indipendentemente da chi li scopre, li seleziona, li formula, li custodisce e li difende. Essi, come le lingue, sono il risultato di un processo spontaneo di selezione culturale di usi e convenzioni di successo, e, come i linguisti, anche i MAESTRI DEI PRINCÌPI, citati in questo ordinamento, hanno il compito di scoprirli, selezionarli, formularli, custodirli e difenderli man mano che vengono scoperti, selezionati e formulati. Nessuna LEGGE, nessuna NORMA, e neppure nessun provvedimento di rango gerarchicamente inferiore alle LEGGI e alle NORME, possono essere varati se in contrasto con uno solo dei PRINCÌPI.

Il seguito lo tralascio, perché quanto già detto dimostra i motivi che hanno fatto e continuano a fare della Svizzera un Paese civilissimo. Civilissimo non soltanto perché si richiama ai principi elencati, ma perché ogni cittadino e i governi che lo rappresentano impongono il loro rispetto, anche con punizioni esemplari, previste dalla Legge. Non esiste in Svizzera un solo giudice, che rimette in libertà un ladro lo stesso giorno in cui è stato colto in flagranza di reato, come ormai accade quotidianamente in Italia; e non esiste nessuna amministrazione comunale che lascia libero uso senza regole delle sue strade agli ambulanti, come accade a Cefalù.

Fa soffrire dover prendere atto che dove un tempo vivevano i “barbari”, questa Italia, che della civiltà fu, insieme alla Grecia, la culla, oggi debba ammettere che a diventare “barbari” siamo noi Italiani! Com'è potuto accadere? La nostra stessa Costituzione fu voluta da Uomini, che con essa volevano fare dell'Italia un Paese civile. Nei primi anni di questa Repubblica avvenne proprio così, ma dopo, per la scelta di rappresentanti incompetenti e persino immorali, la Costituzione venne stravolta e si approvarono leggi sempre più liberticide e incivili, il cui unico scopo era ed è quello di nutrire tali rappresentanti, anche a costo della distruzione dello Stato di diritto; anche a costo della distruzione della civiltà e della libertà. Sì, della libertà! Che libertà potrà avere un cittadino, se gli viene imposta la schiavitù di faticare e produrre non per il futuro dei suoi figli, ma per mantenere una classe politica e burocratica immorale?

Personalmente, assistendo a quel che accade a Cefalù e in Sicilia, ho paura che non possiamo più parlare di civiltà. Né, tanto meno, di futuro. A meno che i cittadini non si liberano delle mistificazioni di parolai, traditori della fiducia ottenuta da cittadini e utilizzata soltanto per la conservazione dei loro privilegi.

Accadrà? Accadrà che i cittadini abbiano finalmente la consapevolezza che dipende da loro e solo da loro la nascita di una civile e morale classe dirigente? Accadrà che a Cefalù ci si ricordi della lezione di Mandralisca e di Spinuzza, dei Botta e di Giardina?