Un'Amministrazione senza scelte e senza azione

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Ottobre 2015, 12:05 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Diceva Ludwig von Mises: La scienza economica non tratta di merci e servizi, ma di scelta e azione umana. Non credo che si possa trovare una definizione più corretta di questa per dire che cosa veramente è la scienza economica. Ne abbiamo una prova a Cefalù, da quando questa Amministrazione insiste che la ripresa di questo paese dipende dalle merci, nel nostro caso il turismo, e dai servizi offerti.

Dimentica, questa Amministrazione, che le merci e i servizi dipendono dalla scelta e dall'azione umana; dipendono, nel nostro caso, dalle scelte dell'Amministrazione e dalla sua conseguente azione.

A ben guardare agli ultimi tre anni, non sembra che questa Amministrazione abbia brillato per scelte e neppure per azioni. Per il turismo ha soltanto seguito le avventatezze pseudo culturali con i Bizantini, per meglio dire, con i Russi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: i turisti russi sono diminuiti dopo le proclamate e conclamate dichiarazioni seguite alla gita in Russia del nostro Sindaco e dopo una riunione con un console russo a Cefalù.

Ma tralasciamo questa triste esperienza e guardiamo a quali scelte sono state fatte dalla nostra Amministrazione. Si va dal blocco biennale di un albergo in costruzione sul Lungomare a quello che ancora aspetta una sentenza del TAR per cominciare i lavori; dalle varianti al PRG alla dimenticanza di approntare un Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM). Insomma, nessuna scelta e quindi nessuna azione. In compenso, però, tanta agitazione, con la quale si può ottenere soltanto maionese o panna montata, che non possono sfamare i cittadini, anzi ne mettono in pericolo la salute, specialmente quella del fegato.

Per fortuna c'è qualcosa, in cui questa Amministrazione può e deve essere ringraziata per quel che fa per la Città: mostrare all'opinione pubblica come e quanto le buone intenzioni non sono sufficienti a ben amministrare, quando esse nascono dall'ignoranza di ogni competenza. Un'ignoranza delle competenze, che si cerca di nascondere, imputando tutto alla situazione debitoria del Comune e della quale si scarica ogni responsabilità sul passato. Il passato ha certamente le sue responsabilità, ma appartengono al passato, appunto. Esse, però, non giustificano gli errori del presente. Non giustificano l'assenza di scelte, che, quando vi sono state, sono state sbagliate, come nel caso del dissesto, che poteva essere evitato, se si fosse evitata la disgraziata scelta di ricorsi al TAR, che non aveva giurisdizione sulle decisione dei giudici contabili della Corte dei Conti. Ricorsi tanto più costosi, perché essi erano inutili e infruttuosi, come si sono dimostrati.

A fronte di questa assenza di scelte o alla loro natura errata non poteva aversi azione valida, ma soltanto agitazione. Un'agitazione sostenuta anche da norme aberranti, come quella riguardante il cosiddetto piano di riequilibrio decennale. A quali risultati avrebbe portato la sua scelta lo anticipai immediatamente dopo l'adesione a esso da parte dell'Amministrazione, che appena un anno dopo fu costretta a far dichiarare al Consiglio comunale il dissesto. Si trattò di una metaforica auto-castrazione, che ormai da un anno ha tolto al Sindaco il diritto di definirsi ancora rappresentante dei cittadini, essendo stato sostituito da ben tre commissari, che oggi ne controllano le spese, ma purtroppo non le dichiarazioni.

Gli restano ancora venti mesi di sindacatura, ma non credo che essi saranno utilizzati per correggere gli errori finora commessi, anche perché non sarebbero sufficienti. Chi pagherà allora tali errori? Sempre e solo i cittadini!