14 Ottobre 2015, 09:00 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Fu dell’Assessore, ingegnere Nicola Torcivia, “il compito di suggerire le soluzioni per mettere in sicurezza il molo a T”, come Egli stesso ebbe a precisare, prendendo la parola dopo la relazione, con la quale il Sindaco Guercio aveva introdotto i lavori della seduta consiliare del 31 marzo 2010.
L’Assessore, dopo la precisazione iniziale, disse, testualmente:
“È chiaro che la soluzione tecnica della messa in sicurezza del molo a T passa indubitabilmente per il suo totale rifacimento.
Ma, è chiaro che questo non può essere una scusa perché, nel frattempo, non si faccia nulla.
In quanto che, nel frattempo,il porto, il molo, gli attracchi devono essere utilizzati.
Sono possibili due soluzioni.
Entrambe veloci.
La prima, probabilmente, la si può sistemare e raggiungere nell’arco di quindici giorni.
Non di più.
Cioè, la sistemazione, la messa a dimora di un pontile galleggiante che partendo da quella che viene definita la seconda vasca raggiunga il piazzale.
C’è una soluzione verso Ovest e una verso Est.
Probabilmente la soluzione verso ovest sarà la più idonea in quanto che verso est c’è un problema di insabbiamento eccessivo della parte terminale.
È una soluzione che ha un suo costo, ma che presuppone alcuni rischi.
La non ancora attuata difesa del porto lo espone, anche in caso di venti non eccessivamente violenti, a movimenti ondosi.
Per cui il pontile galleggiante, è abbastanza sicuro in quanto che sarebbe ancorato, ma, tuttavia, è una soluzione che non permetterebbe ai passeggeri di raggiungere agevolmente senza fastidi la terra ferma dal punto di attracco della nave che li ha qui sbarcati.
Non certo ai pescatori che sono abituatissimi a camminare sulle loro imbarcazioni anche con il mare grosso.
L’altra soluzione, altrettanto rapida per la verità, è un po’ più costosa ed è costituita da una passerella, larga circa 2,00-2,50 mt e lunga circa 40 mt, che scavalcherebbe le due banchine interessate.
È una soluzione tecnicamente fattibile, non eccessivamente complicata e dovrebbe, ovviamente, avere una distanza non inferiore a 50 cm dall’attuale piano di percorrenza della piattaforma in cemento, che unifica le travi delle campate e, ovviamente, dovrebbe avere, all’inizio e alla fine, una brevissima rampa per superare questa altezza di 50 cm.
È una soluzione che può benissimo realizzarsi con normalissime strutture reticolari in acciaio.
È una soluzione più stabile, più sicura, che, ovviamente, però, nel momento in cui si dovesse procedere al rifacimento delle campate interessate dovrebbe essere rimossa.
Tranne che non la si sposti su una delle estremità e si proceda al rifacimento di una parte delle campate, per poi spostarla alla estremità opposta e rifare la restante parte delle stesse banchine”.
I Consiglieri intervennero sulle due soluzioni e l’Assessore Torcivia reintervenne nel dibattito.
Più volte.
Prima per precisare i costi delle soluzioni, che aveva suggerito e che ammontavano a 200.000 euro circa per la passerella metallica ed a 60.000 euro circa per il pontile galleggiante.
Poi, “per essere più chiaro”, ribadì che “la soluzione del pontile galleggiante, tecnicamente valida, lo lasciava molto tiepido, perché in caso di mare mosso un turista di 80 anni, un handicappato, una donna con la carrozzella o con la valigia che dovessero scendere da una nave troverebbero difficoltà a raggiungere la terra ferma ”.
La soluzione del pontile galleggiante fu esclusa dal Sindaco Guercio, che, “pur non essendo un tecnico” non la riteneva idonea.
Che i tempi per realizzare il bypasse non sarebbero stati brevi si capì quasi subito.
Furono ben superiori ai 15 giorni di cui aveva parlato l’Assessore.
L’impegno del Sindaco Guercio di “incaricare, nel più breve tempo possibile, un ingegnere esperto del settore, al fine di trovare la soluzione da adottare” rimase disatteso.
La scelta della soluzione da adottare venne fatta “intra moenia”.
Soltanto il 29 giugno del 2010, l’Ufficio circondariale marittimo di Termini Imerese, emise la nuova ordinanza, che consentiva “l’utilizzo per le finalità di ormeggio delle unità, anche in transito” nelle banchine del pontile non interessate dalle lesioni.
Ciò “fermo restando che il raggiungimento della radice/testata del pontile a T in nessun caso poteva avvenire attraversando le banchine lesionate”.
Per impedire l’attraversamento di tali banchine, le transenne con rete in plastica arancio su cavalletti in tubi Dalmine, che erano state posizionate dopo il mio SOS del 12 marzo, vennero sostituite con recinzioni tipo carcere del “New Jersey”.
Come ebbe a definirle Pino Lo Presti (https://www.qualecefalu.it/lac/node/1791).
Quella gabbia in rete elettrosaldata fissata a paletti in ferro annegati in pesanti blocchi di calcestruzzo, era, anche, l’avviso, più patente, che, per bypassare le banchine collassate, “intra moenia”, era stata adottata la più IRRAZIONALE DELLE SCELTE.
(continua)
Saro Di Paola, 14 ottobre 2015
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