26 Febbraio 2013, 20:29 - Salvatore Culotta [suoi interventi e commenti] |
Credo inutile inventare nuovi e dotti articoli per illustrare l'attuale situazione della Fondazione Mandralisca. Già negli anni, e decenni, passati c'è stato un identico calvario. Allora si scrissero ( guardate le date ) tanti articoli sul Corriere delle Madonie, non credo ci sia altro da aggiungere.
Un milione offerto dal Circolo “Unione”
Sollecita e generosa è stata la risposta del Circolo « Unione » di Cefalù all’appello lanciato dalla Fondazione « Mandralisca » per una pubblica sottoscrizione destinata a sostenere lo sforzo di superamento della crisi finanziaria che attualmente la travaglia, con grave pregiudizio del patrimonio artistico e culturale ad essa affidato. Il Circolo « Unione » ha offerto un milione, accompagnandolo con la lettera che qui pubblichiamo con la certezza che essa serva a sensibilizzare e a stimolare la cittadinanza di Cefalù:
Cefalù 1 dicembre 1976
Ill.mo Sig. Presidente della
« Fondazione Culturale Mandalisca » CEFALÙ'
In accoglimento dell'invito rivoltomi dalla S.V. Ill.ma con nota del 13 novembre u. s., ho ritenuto di sottoporre alla Deputazione ed ai soci fondatori di questo Circolo la proposta di concedere a codesto Ente un contributo in denaro al fine di agevolare la risoluzione dei gravi problemi che in atto assillano l'Amministrazione da Lei presieduta. Sono lieto di comunicare che quasi unanimemente i soci suddetti, con la sensibilità che era da attendersi, hanno accettato la mia proposta; per cui con pieno mio compiacimento mi onoro allegare nella presente assegno c/c tratto sulla Cassa di Risparmio V. E. per la cifra di L. 1.000.000 (un milione), con l'augurio che quanto prima il Museo, che costituisce onore e vanto di questa nostra Cefalù possa riaprire le sue sale e così consentire a noi cefaludesi e a tutti coloro che, in veste di turisti onorano con la loro visita la stessa città, di godere di sì valido patrimonio culturale che la munificenza di Enrico Piraino di Mandralisca ci ha trasmesso e che è nostro preciso obbligo di gelosamente custodire, per affidarle sempre alle future generazioni. Formulo, contemporaneamente 1'augurio che chi è chiamato ad ogni livello a compiti di responsabilità, non voglia risparmiare solerzia e sacrifici al fine di garantire alla Fondazione il più efficiente e regolare funzionamento.
Con ossequio.
Il Presidente (Antonio Giardina)
Corriere delle Madonie – n° 11 - Dicembre 1976
…I cefaludesi devono smetterla (a qualsiasi livello) di pavoneggiarsi delle penne altrui: il Mandralisca di qua, il Mandralisca di là, i depliant turistici con tanto di Museo, foto-immagini di Cefalù con l'opera di Antonello, etc. etc. Cioè quando deve utilizzarlo, allora tutto va bene, ci si mette il fiore all'occhiello, lo si presenta in sede nazionale ed internazionale come specchietto per le allodole (i turisti). Quando poi i turisti vengono a Cefalù e rimangono gabbati dal Museo chiuso, o quando il Mandralisca si trova con l'acqua alla gola, allora ognuno si allontana e prende le distanze: la Fondazione è privata, c'è lo Statuto, non si può interferire, ci deve pensare il Consiglio di Amministrazione, etc. Ed invece il Mandralisca deve essere un problema di tutti i cefaludesi in tutte le sedi, culturali, politiche, istituzionali, scolastiche, mezzi di informazione e di comunicazione (rai tv locali), etc. Non si può assumere di fronte ad esso l'atteggiamento di Pilato. Il Mandralisca è un bene che appartiene a tutta la città, così come lo ha voluto espressamente il Barone nella sua volontà testamentaria. Egli ha lasciato tutti i beni della Fondazione alla Città e quindi, al di là delle competenze e dello Statuto, è la Citta tutta che deve farsi carico, ognuno per ciò che può e gli compete, della sopravvivenza e dello Stato di buona salute della Fondazione che ha finora rappresentato, insieme alla Cattedrale ed alla Rocca, una delle immagini simbolo della nostra Città. La sua vita precaria o addirittura la sua chiusura sarebbero un colpo durissimo e vergognoso per tutti noi. Tra l'altro io sono convinto che il Comune abbia, non solo il dovere morale (questo è ovvio) di intervenire, ma anche un dovere per così dire istituzionale, perché se è vero che il Barone ha lasciato questi beni alla comunità cefaludese, ciò significa che le amministrazioni comunali nel tempo hanno sempre avuto un ruolo di vigilanza, di garanzia e di protezione affinchè, questo patrimonio non andasse disperso o dimenticato (ed infatti non a caso l'Amministrazione Comunale ha il compito di eleggere tre suoi rappresentanti in seno al Consiglio di Amministrazione). Dunque il Mandralisca appartiene a tutti i cefaludesi e non si può continuare ad assistere passivamente al suo declino o peggio alla sua paventata chiusura definitiva.
ANGELO ROSSO
Corriere delle Madonie – n° 1 Gennaio 1994
La Funnazioni Culturali Mandralisca
Ssi pri casu riturnassi
lu Baruni Mantralisca,
e vidissi sti fracassi
con cc'è nuddu chi s'ammisca,
si mittissi ammucciaredda
ppi vidirisi la vista,
e guardassi da vanedda
lu so beddu Mandralisca,
doppu tanti sacrifici
nun facemu, ca pi casu!
quarcarunu di l'amici
chi facissi lu ficcanasu?
l'atru iornu a zza francisca
m'inconuntrò tutt'agitata,
ca o Museu Mantalisca
ci fu fatta na sirrata,
iu taliu sempri iusu
co custodi sempri ccè,
lu museu resta chiusu
pirchì sordi nun cci nnè,
lu comuni e la formazioni
s'hannu datu sempri da fari,
pri aviri la suvvenzioni
pri l'impiati di pavari,
la Regioni di rimannu
cci arrispunni tali e quali,
ca sti sordi servirannu
pri programmi culturali,
ma piantantu lu Museu
senza mancu un'impiatu,
resta chiusu sine deu
è nun pò j essari visitatu,
s'a Regioni leni duru
lu comuni cci guadagna,
e sa iocanu sicuru,
a na fava e na castagna.
SALVATORE DI FATTA
Corriere delle Madonie – n° 1 Gennaio 1994
- Accedi o registrati per inserire commenti.
- letto 1076 volte