La processione negata

Ritratto di Angelo Sciortino

6 Settembre 2015, 18:28 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Quanto accade oggi a Cefalù a proposito della processione negata dalle Autorità religiose in occasione della ricorrenza di Maria SS. Addolorata al Molo, mi ha richiamato alla memoria il grande sindaco di Roma dal 1907 al 1913, Ernesto Nathan. Egli è passato alla storia per l'opera di modernizzazione di Roma, che ancora risentiva degli effetti del governo papalino.

Uno dei suoi atti fu il divieto di svolgere processioni religiose. Il Regno d'Italia era uno stato laico, come lo erano l'Inghilterra, la Francia repubblicana e la Germania. Anche l'Italia andava fiera della propria laicità, ma non perciò non rispettava e non tollerava le religioni, qualunque fosse il loro credo. Lo dimostrò con la sua legge delle Guarentigie, emanata per garantire libertà alla Chiesa cattolica, che non se ne dimostrò grata, al punto di emanare il non expedit, per vietare la partecipazione dei credenti alla vita politica.

Le cose cambiarono, quando prese il potere Benito Mussolini. Egli capì ben presto che l'offerta del suo solo feticcio non era sufficiente per dominare anche le coscienze del popolo italiano. Si rivolse, quindi, alla Chiesa cattolica, che riguardo al dominio delle coscienze aveva un'esperienza millenaria. Ne cercò e ne ottenne l'alleanza, stipulata con i Patti Lateranensi e con un Concordato.

Con l'accordo dei comunisti e dei democristiani, tali accordi furono inseriti nella nostra Costituzione repubblicana all'articolo 7 e valgono ancora oggi. Qualche piccola variazione fu apportata dal Governo Craxi, ma il principio di uno Stato meno laico prevale ancora. E la Chiesa ne trae profitto, incassando l'8/000 delle imposte pagate dagli Italiani e non pagando le imposte relative ai suoi beni immobili, ancor quando essi sono adoperati per la produzione di nuova ricchezza.

Fatta questa premessa, lasciano stupefatti il comunicato del Vicariato di Cefalù (https://www.qualecefalu.it/node/17812) e l'altro del Sindaco (http://www.cefalunews.net/2014/?id=46597). Nel primo, quello del Vicariato, si fa assoluto divieto di dar vita a qualsivoglia processione; nell'altro il Sindaco precisa che egli lo scorso anno non si è messo a capo della processione.

Cerco di spiegare perché i due comunicati mi hanno lasciato stupefatto. Per quanto riguarda quello del Vicariato, devo confessare che sarei rimasto soddisfatto se esso avesse vietato festeggiamenti prosaici, come il torneo di briscola, insieme a una sentita e voluta manifestazione di fede. Avrebbe dovuto, il Vicariato, concedere ai fedeli di esprimere la loro fede in Maria, che fino a prova contraria è un cardine della Chiesa cattolica. Vero è che nel suo comunicato il Vicariato precisa che “nessuno è contrario alle pubbliche manifestazioni di fede”, ma aggiunge “che non si accettano da parte di nessuno imposizioni, intimidazioni e minacce nell'esercizio del ministero pastorale”.

Imposizioni? Minacce? Intimidazioni? Come sarebbe bello capire!

Altra cosa è il comunicato del Sindaco, che non è Ernesto Nathan, ma Rosario Lapunzina. Nathan mai avrebbe scritto che concedere una processione non autorizzata avrebbe rappresentato una “circostanza che avrebbe non solo violato le norme canoniche ma anche quelle civili, configurandosi come reato.” Che cosa significa questo assurdo parallelo? Anche qui sarebbe bello capire!

Tutto questo spiega la mia lunga premessa storica, perché quanto accaduto in occasione della preparazione dei festeggiamenti di Maria SS. Addolorata al Molo è la prova di come le due Autorità, quella religiosa e quella civile, si trovano alleate, quando si tratta di togliere libertà alle coscienze. È come se fossimo ritornati all'Ottocento del Papa Re.