Ancora una volta per Cefalù si prepara l'autunno dello scontento

Ritratto di Angelo Sciortino

5 Settembre 2015, 18:52 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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L'estate volge alla fine e per Cefalù si prepara “l'autunno del suo scontento”. Un autunno che servirà per piangere sull'ennesima estate, trascorsa senza che fossimo stati capaci di approfittare delle occasioni, che essa ci ha offerto ancora una volta. Altri sono stati in grado di approfittare della crisi in Tunisia e dell'insicurezza in tanti Paesi del Mediterraneo. Ne hanno approfittato Taormina, San Vito Lo Capo, Sciacca, Capo d'Orlando, Erice e via così. Tanti luoghi, ma fra essi non figura Cefalù! Cefalù vive una sorta di dimenticanza. Dimenticanza del suo passato, ancor quando di grande spessore artistico e culturale; dimenticanza delle sue tradizioni, troppo spesso presentate come esempio di arte culinaria; dimenticanza delle sue antiche attività, dalla pesca all'agricoltura; dimenticanza delle regole di civiltà e di rispetto per l'ambiente, ormai sepolto persino nel suo Centro Storico dagli scarichi degli scooter e dal loro assordante rumore.

Certo, a questa lenta distruzione ci ha messo del suo anche la Regione, con la sua burocrazia ottusa e con i suoi politici interessati soltanto a se stessi. La nostra Amministrazione ha trovato in tale burocrazia un capro espiatorio, per scaricare le sue notevoli incapacità e incompetenze. Per apparire meno colpevole, ha accettato persino di dichiarare il dissesto finanziario del Comune, che ha le sue radici nelle Amministrazioni precedenti, ma l'ultimo atto in quella attuale. Questo ultimo atto sarà dimenticato con l'aiuto dei commissari, che dovranno imporre lacrime e sangue e la vendita di tutti i beni necessari per pagare i debiti.

È accaduto lo stesso con Milazzo, ma lì non si perse tempo in inutili e costosi ricorsi. Si accettò con senso di responsabilità la propria condizione di dissesto finanziario e, affidando ai commissari la gestione finanziaria del Comune, ci si dedicò a programmare una strategia di sviluppo per il dopo. Qui no, si sono persi tre anni in agitazioni giudiziarie, con il risultato che oggi Cefalù sembra senza futuro.

Che cosa fare a questo punto? Credo che qualsiasi iniziativa debba essere preceduta da un profondo esame della situazione. Un esame fatto con senso di responsabilità e con il contributo di ogni uomo che ha a cuore il futuro di Cefalù. Di questi uomini e donne ve ne sono tantissimi, ma essi sono mortificati da questa Amministrazione, che sembra convinta di essere l'unica detentrice della verità e la sola capace di agire. Una convinzione, quest'ultima, che non nasce dalla consapevolezza delle sue capacità, ma piuttosto dall'arrogante convinzione di esserne capace per il ruolo istituzionale recitato. E così sindaco e assessori considerano le critiche la conseguenza di un odio viscerale e non si accorgono che esse sono soltanto il tentativo di dare un contributo alle soluzioni oppure di spingere alla riflessione coloro che decidono. A queste critiche e alle domande i politici locali oppongono ormai soltanto un assordante silenzio oppure fughe logiche, che offendono la verità.

Mancano circa venti mesi alle prossime elezioni. L'unica cosa che può farsi in questo tempo è quella di aprire gli occhi all'opinione pubblica, dandole spunti di riflessione e per mostrarle che il Re, per quanto orrida ne sia la visione, è nudo. È nudo, come può esserlo chi non è padrone del suo intelletto.