24 Agosto 2015, 21:38 - Marco Bonafede [suoi interventi e commenti] |
I pretoriani
Due notizie recenti, apparentemente slegate tra di loro.
La prima è la pubblicazione di una intercettazionione telefonica in cui il chirurgo plastico Tutino, "medico personale" del Presidente della Regione Siciliana Crocetta, dice che ha una lista di "pretoriani", cioè di fedelissimi del Presidente, da scegliere per incarichi di manager nelle aziende della sanità siciliana.
Nell'antica Roma, chi erano i pretoriani? Erano alcune migliaia di soldati che stazionavano a Roma a guardia dell'imperatore. Avevano paga doppia e periodo di ferma dimezzato rispetto ai normali legionari, ma non difendevano dai barbari i confini dell'impero e neppure combattevano per espanderli. Buoni a nulla e capaci di tutto, i pretoriani furono coinvolti in congiure di palazzo, uccisioni di imperatori e guerre civili. Scrissero pagine vergognose della storia romana.
Tutino ha involontariamente ridicolizzato, con la sua lista di pretoriani, la selezione meritocratica nella pubblica amministrazione. L'affiliazione politica (non come ideali, ma come appartenenza a cordate) spesso è decisiva. Un libro di economia, "Il manifesto capitalista" di Luigi Zingales, sostiene che in Italia c'è una selezione dei dirigenti che tende a premiare gli incapaci. Questo avviene sia nel settore privato che in quello pubblico e si basa su un'analisi dei rapporti di potere nelle aziende.
Se viene promosso qualcuno capace, questo pensa: "A chi dovevano promuovere, se non me che sono il migliore? Questa promozione me la sono meritata!" e avrà un comportamento indipendente perché sente di non dovere niente a nessuno.
Se invece viene promosso un incapace, questo pensa: "Devo essere grato a Tizio che mi ha consentito di scavalcare altri e arrivare a questo ruolo, dimostrandomi fedele farò carriera".
Chi ha deciso la promozione può contare sulla fedeltà dell'incapace, anche se questo rende meno efficiente il sistema produttivo. Il fine non è la produttività del sistema, ma la conservazione del potere personale.
L'altra notizia è quella che l'ATAC (Agenzia del trasporto autoferrotranviario del Comune di Roma) ha sospeso a tempo indeterminato Christian Rosso, l'autista di bus che aveva pubblicato un video su internet per spiegare le condizioni di lavoro degli autisti e denunciare il problema dei mezzi fuori uso.
Le aziende pubbliche negli ultimi anni hanno sfornato regolamenti che impediscono ai dipendenti di parlare con la stampa; nelle comunicazioni interne di numerose aziende pubbliche si fa riferimento alla "via gerarchica" e si usano spesso termini come "incorrere in sanzioni".
È in atto da alcuni anni una involuzione autoritatria nei rapporti di lavoro nelle aziende pubbliche, quantomeno perché nessuno ricorda che "Gerarchia" era il titolo di una rivista diretta da Benito Mussolini: bisognerebbe avere il buon gusto di usare termini diversi.
Ma è evidente che pubbliche amministrazioni dirette da incapaci raccomandati, per i motivi analizzati da Luigi Zingales, devono tutelarsi nei confronti di quello che possono dire i dipendenti, specialmente quelli, più bravi di loro, che hanno scavalcato. Per questo le dirigenze e le burocrazie hanno bisogno del silenzio. Nessuno deve poter denunciare le sciocchezze, le assurdità, le inefficienze e gli sprechi che vede. E tutti devono sapere che non conviene dire nulla e bisogna obbedire anche alle idiozie.
È un sistema simile alla Russia di Breznev, solo che l'ideologia comunista è stata sostituita dall'aziendalismo di Brunetta.
Nella gestione delle aziende sanitarie i dirigenti del PD Siciliano non si sono differenziati per niente dalla destra. Non hanno saputo resistere alla tentazione di avere manager, dirigenti e primari come fiori all'occhiello, anche se spesso, più che fiori, erano carciofi all'occhiello.
Destra e sinistra non sono la stessa cosa, ma i raccomandati di destra e di sinistra sono la stessa cosa.
I cinque stelle traggono la loro forza dal disprezzo diffuso verso le attuali gerarchie sociali, dalla consapevolezza che comandano i peggiori e non c'è più abbastanza benessere da potersene fregare. Probabilmente è sempre stato così, ma l'attuale crisi economica provoca scontento e tensioni.
Tutti quelli che urlano contro la casta magari prima, in tempi di vacche grasse, votavano tranquillamente politici corrotti. Adesso non è che sono diventati moralisti, sono diventati più poveri.
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Che fare? Il mio partito, il Partito Democratico, invece di fare proclami contro la burocrazia ed essere succube dell'aziendalismo brunettiano, dovrebbe cercare di rompere il meccanismo, eliminando i regolamenti che servono a occultare le colpe delle amministrazioni.
Nella Gazzetta Ufficiale trovate il "Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici".
Il comma:
2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche offensive nei confronti dell'amministrazione.
andrebbe cambiato in:
2. Il dipendente ha diritto di esprimere qualsiasi valutazione nei confronti dell'amministrazione, che può tutelarsi legalmente solo rispetto ad affermazioni calunniose.
All'economia italiana servono migliaia di Christian Rosso.
Tratto da: http://marcobonafede.blogspot.it/p/i-pretoriani.html
Marco Bonafede
Proprietà letteraria riservata
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