"PORTO": anno 2001, per metterlo in sicurezza e completarlo, i presupposti erano quelli giusti

Ritratto di Saro Di Paola

24 Agosto 2015, 19:36 - Saro Di Paola   [suoi interventi e commenti]

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L’Assessorato per il Turismo, le Comunicazioni ed i Trasporti della Regione Siciliana, con proprio decreto del 16/11/2001, approvò il Piano di sviluppo della nautica da diporto nella Regione Siciliana, quale complemento di programmazione del POR Sicilia 2000-2006, che, alla Misura 4.4.3, prevedeva “la realizzazione di interventi di completamento, funzionalizzazione, e qualificazione della portualità delle isole minori e dei porti turistici esistenti, privilegiando gli interventi che utilizzano la finanza di progetto”.

Il ricorso alla finanza di progetto fu, espressamente, prevista dal Decreto per il “completamento delle opere di difesa portuale dei porti di Cefalù e di Taormina”.
Ciò, “in considerazione del potenziale bacino di utenza dei relativi poli turistici”, che avrebbe reso molto appetibile, ai privati, l’investimento di risorse proprie.

Quel Decreto, perciò, aveva posto in essere i presupposti, quelli giusti, affinché il “porto” di Cefalù venisse, finalmente, messo in sicurezza e completato.
Il Sindaco Vicari non perse tempo.

Nel 2002, avviò le procedure amministrative per sfruttare tali presupposti.
Affidò l’incarico di redigere il relativo progetto al Responsabile del Servizio Lavori pubblici del Comune, ing. Matteo Crisà, che, per gli aspetti idraulico-marittimi, chiese la collaborazione, o la supervisione che sia stata, dell’ing. Domenico Spina.

Già, nel 2003, il progetto era cosa fatta. 

 

Doveva passare sotto il giogo delle Istituzioni preposte alla sua approvazione.
Un giogo, rispetto al quale le forche caudine sarebbero state, e sarebbero, meno umilianti.
La congiuntura politica era, però, la più favorevole.
Il centro destra più solido e più compatto, che, mai, vi sia stato a Cefalù, in Sicilia e in Italia, sosteneva l’Amministrazione cittadina, quella provinciale ed i Governi regionale e nazionale.
Perciò, l’iter per l’ approvazione del progetto appariva in discesa.

Il Sindaco Vicari lo iniziò con grande tempestività e col supporto tecnico-amministrativo dell’ingegnere Matteo Crisà.

Nell’Italia dei pareri e della carta bollata,
nell’Italia del comma “x” della legge “y”, che, ai sensi e per gli effetti del comma “t” della legge “z”, sostituisce il comma “b” della legge “a”,
nella Repubblica con l’apparato burocratico-istituzionale più elefantiaco e più complicato del pianeta Terra fu, persino e paradossalmente, necessario che una istituzione, certificasse l’ovvio:
nel porto di Cefalù sussistono le condizioni di rischio per l’evoluzione e l’attracco dei natanti”.

Senza la certificazione dell’ovvio, che venne rilasciata ben 105 giorni dopo la relativa istanza, il Comune non avrebbe potuto, neanche, avviare l’iter.

(continua)

Saro Di Paola, 24 agosto 2015

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