22 Agosto 2015, 18:07 - Saro Di Paola [suoi interventi e commenti] |
Per mettere in sicurezza e “chiudere a greco” lo specchio acqueo di Prissuliana, oltre alle soluzioni progettuali, che ho, sommariamente, descritto e, grossolanamente, disegnato nel mio ultimo post (https://www.qualecefalu.it/node/17712), ne esistono altre.
Sono quelle, che chiuderebbero a greco col prolungamento della diga foranea esistente.
E sono moltissime.
Sono, infatti, tutte quelle, che tutti possiamo esercitarci, o divertirci, a disegnare.
Nella stessa planimetria di GoogleEarth, nella quale ho disegnato, ripeto grossolanamente, le tre ipotesi progettuali, che, dal 1963 ad oggi, sono state elaborate dai tecnici appositamente incaricati.
Quelle che tutti potremmo disegnare sarebbero, tutte, soluzioni banali.
Sarebbero, però, soluzioni, certamente, idonee a mettere in sicurezza, rispetto alle traversie del quadrante NE, porzioni, più o meno ampie, dello specchio acqueo tra la diga foranea esistente e la scogliera di punta Calura.
Sarebbero soluzioni con un impatto ambientale inversamente proporzionale all’ampiezza dello specchio acqueo, che riuscirebbero a proteggere e, con essa, al numero di imbarcazioni e natanti, che, nello specchio acqueo protetto, “potrebbero accedere con ogni tempo e trovare ricovero in tutta sicurezza”.
Al riguardo, se è vero come è vero, che, nello specchio acqueo di Prissuliana, il numero di imbarcazioni e natanti ormeggiati durante i mesi di luglio ed agosto degli ultimi anni è stato, ed è, ben superiore alle 600 unità,
l’impatto ambientale della soluzione idonea a rispondere a tale domanda, sarebbe troppo pesante per quella, che, in gergo, viene definita la valenza paesaggistica del sito.
Perciò, la chiusura a greco con il prolungamento della diga foranea esistente è soluzione da scartare.
Come da scartare sono la spada infilzata nel cuore della scogliera di Calura, che il Genio Civile Opere Marittime progettò nel 1963 e la ipsilon, che l’ingegnere Migliardi progettò nel 1984.
Perciò, se chiudere a greco lo specchio acqueo di Prissuliana è opera indispensabile, come è indubbio sia, per mettere in sicurezza il "porto", da dove si deve partire, o ripartire, per cercare di realizzarla?
Secondo me, si deve ripartire dal “boomerang” dell’ingegnere Spina e dell’architetto Botta.
Altera via non datur, dicevano i latini.
A meno che ……. “eureka“:
dopo il mose nella laguna di Venezia
il mose nello “stagno” di Prissuliana.
Quella sì che sarebbe una chiusura ad impatto ……. zero.
Oppure no?
Alla prossima.
Saro Di Paola, 20 agosto 2015
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Commenti
Mauro Furia -
Mose nello stagno
Pura UTOPIA per Cefalù