27 Luglio 2015, 14:33 - Quale Cefalù [suoi interventi e commenti] |
Comunicato stampa
Questa mattina, la Polizia di Stato ha eseguito, sul Lungomare “Giuseppe Giardina” di Cefalù, il sequestro preventivo di un’area demaniale marittima di circa 300 metri quadri occupata da tavoli, ombrelloni, fioriere e altri elementi di arredo tutti strumentali all’attività di ristorazione di sei tra i più noti pub e ristoranti della cittadina normanna.
L’operazione, coordinata dal Dirigente del Commissariato di P.S. Cefalù Manfredi Borsellino, denominata “Free waterfront” (lungomare libero), trae origine da taluni esposti anonimi che lamentavano che in alcuni tratti nell’area del Lungomare di Cefalù, area appartenente al demanio marittimo, i ristoratori e titolari di pub e bar ivi presenti occupavano le aree antistanti i propri esercizi senza le prescritte autorizzazioni.
In effetti dall’attività investigativa del Commissariato di P.S. “Cefalù” e da altri accertamenti delegatigli dalla Procura di Termini Imerese diretta dal Procuratore della Repubblica Alfredo Morvillo, sarebbe emerso che nessuno di diversi titolari o rappresentanti legali di noti locali operanti sul Lungomare di Cefalù è provvisto di concessione demaniale per l’occupazione degli spazi antistanti il proprio locale e ciò malgrado siano pendenti presso l’Assessorato Territorio e Ambiente le relative istanze volte all’ottenimento del titolo abilitativo.
Gli uffici del Demanio Marittimo di Palermo non avrebbero rilasciato ad oggi ai ristoratori cefaludesi le concessioni che li avrebbero legittimati ad esercitare la ristorazione negli spazi antistanti i loro locali, a causa di una “empasse” amministrativa, costituita dalla mancata soluzione della vertenza tra il Comune di Cefalù (già assegnatario delle aree interessate in forza di una concessione demaniale scaduta nel dicembre del 2013 e non più rinnovata per omessi pagamenti dei canoni annui di concessione) e l’Assessorato Territorio e Ambiente. Quest’ultimo non avrebbe dato corso alle richieste di concessione avanzate dai ristoratori anche per l’assenza a Cefalù di un Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo, per la stesura del quale lo stesso Assessorato ha recentemente nominato un commissario ad acta. Sta di fatto che a fronte della semplice presentazione della richiesta di concessione (e del relativo pagamento dei diritti fissi) i ristoratori e i titolari dei pub del lungomare cefaludese già dal maggio scorso si sono avvalsi dell’area demaniale antistante il proprio locale collocandovi sedie, tavoli, fioriere, ombrelloni e ogni altro elemento di arredo necessario all’attività di ristorazione. I funzionari dell’Assessorato Territorio e Ambiente, sentiti nel corso degli accertamenti avrebbero dichiarato che l’iter amministrativo sarebbe talmente lungo e complesso per via dell’acquisizione dei prescritti pareri della Soprintendenza, del Genio Civile e di altri enti, da non consentire il rilascio delle concessioni per la stagione estiva in corso.
L’occupazione non autorizzata (e l’esercizio della relativa attività imprenditoriale) dello spazio demaniale marittimo dei ristoranti e dei locali che operano sul Lungomare cefaludese, prima che venisse loro rilasciata la concessione, ha pertanto comportato il sequestro delle aree interessate e la loro restituzione alla fruizione pubblica. La Polizia di Cefalù ha invitato gli esercenti i locali pubblici a sgomberare le aree antistanti i rispettivi locali liberandole da ogni elemento di arredo con il quale erano occupate abusivamente sì da consentirne già a partire da oggi la pubblica fruibilità.
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