Nomen omen: ogni nome è un presagio

Ritratto di Angelo Sciortino

23 Luglio 2015, 19:41 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Di problemi Cefalù ne ha tanti, ma sembra che nessuno voglia e sappia trovarvi un soluzione. Anzi, sembra che proprio coloro che ne hanno il dovere, s'impegnino piuttosto a complicare i problemi, magari addebitandone la responsabilità al passato.

Lascio da parte il problema della sporcizia per le strade; lascio da parte anche quello, gravissimo, dei pericoli che corre il nostro ospedale; lascio persino quello della distribuzione idrica e quello del dissesto finanziario, per dedicare la mia attenzione al problema gravissimo dei parcheggi, la cui mancanza impedisce di creare le condizioni per un Centro Storico a misura d'uomo e più vivibile.

È necessario, per liberare il Centro Storico dalle automobili, cercare aree di parcheggio vicine a esso, in grado di soddisfare il parcheggio delle circa ottocento automobili, che gravitano oggi nel Centro Storico. Dove trovarle, queste aree? Di proposte ve ne sono tante, ma tutte prevedono una spesa non sostenibile da un comune in dissesto finanziario.

Quindi? Rinunciamo a trovare una soluzione e dobbiamo abituarci – e soprattutto dobbiamo abituare i turisti – a passeggiare fra i miasmi e nell'insicurezza in corso Ruggero e nelle sue splendide traverse? Non credo che dobbiamo subire tanto oltraggio, se il nostro Comune saprà sfruttare le occasione che gli si offrono e per le quali non deve spendere un solo euro. Anzi, potrebbe persino guadagnarci.

Vediamo più da vicino qual è una delle soluzioni possibili. Sembra che giacerebbe presso gli Uffici comunali una richiesta per la costruzione di un albergo sul Lungomare. Il progetto di massima prevederebbe un intero piano dedicato a circa trecento parcheggi, da cedere al Comune e, quindi, all'utilizzo dei cittadini. Si tratterebbe di liberare il Centro Storico della metà delle automobili, che sono costrette a parcheggiarvi. E tutto ciò senza che il Comune spenda un solo euro.

C'è, comunque, un altro riflesso. Il Lungomare in questo momento è abbandonato a se stesso oppure ai venditori abusivi. Passeggiarvi riempie l'anima di tristezza e la mente di pensieri ancora più tristi.

Un albergo è ancora in costruzione e i suoi proprietari hanno dovuto sostenere una lunga causa presso il TAR per aver riconosciuto un loro diritto. Un altro albergo è ancora in attesa di concessione edilizia, con il Comune che chiede alla Soprintendenza di bloccare il permesso, per poi dichiarare che in fondo quel permesso è dovuto. Anche qui un lungo procedimento giudiziario, che forse si concluderà a fine anno. In questo caso e in quello dell'albergo in costruzione vi è una esplicita richiesta di danni contro il Comune e contro la Soprintendenza.

Pur dando per scontato che forse la sentenza, riconoscendo le ragioni dei ricorrenti e stabilendo di compensare le spese, non ha evitato che il Comune subisse sicuramente il danno economico di pagare i suoi legali e la Città il danno di aver perso posti di lavoro per le costruzioni e altri posti di lavoro per la gestione degli alberghi.

Fosse soltanto questo il danno! C'è l'altro danno più grave: una minore offerta di servizi ai turisti e quindi una loro diminuita presenza a Cefalù, che così va trasformandosi da Perla del Tirreno a ostrica velenosa.

Sarebbe ora di dire basta! Di dirlo urlandolo. Viste le passate decisioni del TAR, credo che l'Amministrazione dovrebbe scegliere di seguire la via degli accordi extragiudiziali, dimostrando finalmente di non essere un freno allo sviluppo di Cefalù, ma un suo volano. È chiedere troppo? Ed è chiedere troppo sperare che essa finalmente appronti un PRG, che sia un serio programma di sviluppo urbanistico e non una fonte di deroghe non conformi, ma compatibili?

Certo, il Sindaco, forte dell'esempio del presidente Rosario Crocetta, potrà mortificare Cefalù come quello ha mortificato la Sicilia. Spero, però, che questo non accada e che l'unico punto in comune tra i due sia e rimanga il nome di battesimo: Rosario.