Simona Vicari difesa da una decisione della Corte d'Appello di Palermo

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Luglio 2015, 14:05 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Dobbiamo prendere atto che troppo spesso accade, nella Cefalù dell'Amministrazione Lapunzina, che si dia per fatto compiuto e definitivo ciò che invece è ancora una congettura o una speranza.

Così è accaduto a proposito della sentenza di I grado, che condannava l'onorevole Simona Vicari alla restituzione di 217.000 euro, per l'indennità di sindaco presuntivamente percepita indebitamente, perché in cumulo con quella di parlamentare regionale.

In coerenza con la più volte dichiarata, dai suoi detrattori, necessità di attendere il giudizio definitivo, prima di considerare qualcuno colpevole, costoro avrebbero dovuto rispettare il silenzio ed evitare persino il facile sarcasmo, nel tentativo di inficiare alcuni interventi relativi all'attività politica della Senatrice, specialmente quando questa si svolgeva nell'interesse di questo territorio.

Adesso sembra che la Corte di Appello di Palermo, riscontrando la fondatezza delle critiche avanzate dai difensori del Sottosegretario Vicari e quindi il fumus boni iuris e il periculum in mora, ha sospeso con un’ordinanza l’esecutività della sentenza del Tribunale, che la riteneva debitrice del Comune di Cefalù per un presunto cumulo delle indennità di sindaco e deputato regionale. La decisione finale è stata fissata a novembre 2016.

Adesso aspettiamo il novembre 2016, ma in silenzio!

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