12 Luglio 2015, 11:40 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Se si vuole un esempio della differenza tra azione e agitazione e tra democrazia partecipata e chiacchiere, basta sottolineare le differenze tra quel che accade a Petralia e quel che accade a Cefalù in relazione al futuro dei rispettivi centri nascita.
Nel caso di Cefalù i difensori del centro nascite, sia quelli istituzionali e sia quelli spontanei, si sono comportati come se l'impegno alla lotta dovesse svolgersi a tempo determinato. Una sfilata l'8 marzo e poi il riposo dalla fatica della passeggiata; dopo l'incontro con l'Assessore, che ha consigliato di procurarsi il parere della dirigenza dell'ospedale; infine, l'incontro a Roma con alcuni funzionari del Ministero della Salute.
Compiute queste omeriche battaglie, il silenzio tipico del riposo del guerriero. Un silenzio, che neanche la pubblicazione delle note dell'Assessorato e del Ministero è riuscito a rompere. Il guerriero era troppo stanco, per accorgersi che aveva lasciato senza alcun presidio il fortino, che voleva difendere.
Forse dobbiamo cominciare a rivedere il nostro giudizio e considerare che questa guerra in difesa del centro nascite non aveva nulla di omerico, ma che si è trattato di una guerra simile a quella della “secchia rapita” del poema eroicomico del Tassoni.
Diverso quanto è accaduto ieri a Petralia. I Sindaci dei comuni interessati e i cittadini si sono riuniti in assemblea e hanno deciso d'incontrare il presidente Crocetta, assessore ad interim della sanità, per discutere della richiesta di una deroga alla chiusura del loro centro nascite. Da buoni e intelligenti combattenti, però, sia per dare maggiore forza alla loro delegazione e sia per non lasciare sguarnito il loro ospedale, hanno lasciato un presidio a sua difesa. Quanto è accaduto e quanto è stato deciso può leggersi nel seguente comunicato del sindaco di Petralia Santo Inguaggiato: https://www.qualecefalu.it/node/17437.
È innegabile e lampante la differenza tra Petralia e Cefalù, che si riduce alla differenza tra azione e agitazione.
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