E dopo Petralia, a chi tocca? A Cefalù?

Ritratto di Angelo Sciortino

11 Luglio 2015, 14:03 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Foto di Madonielive

 

I Siciliani, [e quindi anche i Cefalutani], non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti.”

Così diceva Tomasi di Lampedusa. C'è, però, la necessità di aggiungere qualcosa. Quando alcuni Siciliani, e alcuni Cefalutani in particolare, hanno potere sufficiente per imporre quella che essi ritengono una loro perfezione, allora anche le Istituzioni, che essi rappresentano, cessano di migliorare, per cui l'intera società regredisce sotto ogni profilo.

Si prenda a esempio il presidente Crocetta o il sindaco Lapunzina. Entrambi sono responsabili del decadimento l'uno di Cefalù e l'altro dell'intera Sicilia.

Di esempi ve ne sono a bizzeffe, ma su uno di essi voglio soffermarmi: la sanità. Dopo anni di spese folli, su sollecitazione del Governo centrale la Regione ha deciso di avviare un risanamento dei conti. Come, direte voi? Certamente non diminuendo le clientele o imponendo più attenzione alle spese. Troppo difficile togliere il pasto alle sanguisughe. Più facile conservarlo, togliendo però agli inermi; ai malati o alle partorienti.

Ecco allora le tanto pericolose chiusure dei punti nascita. Ho pubblicato l'elenco di quelli che sono stati chiusi o sono in via di chiusura. Adesso mi tocca aggiungere la chiusura del punto nascita di Petralia, che sembrava essere sfuggito a questa iattura, perché era crollato un pilone dell'autostrada, creando enormi difficoltà per raggiungere persino il vicino ospedale di Termini.

Inutile sottolineare l'assenza totale di buon senso da parte di chi lo ha deciso. Non può avere buon senso chi si considera perfetto. Sarebbe una contraddizione in termini. E a ritenersi perfetti sono il Crocetta in formato assessore ad interim della sanità, i suoi saggi e i suoi funzionari. Per non dire di quei membri della direzione regionale del PD, che lo hanno duramente criticato, ma che lo lasciano fare come un bambino capriccioso, che rompe il giocattolo per giocarci.

Ecco, il termine esatto è proprio questo: giocarci, come Crocetta gioca con la Sicilia e Lapunzina con Cefalù. Loro, convinti della loro perfezione, pensano di agire per migliorare, mentre invece stanno rompendo, giocandoci per soddisfare il proprio ego, quello che per i cittadini è la loro ricchezza e il loro futuro.

Guai a criticare, perché non si critica la perfezione. Sarebbe, secondo il loro pensiero perfetto, una bestemmia. Se viene chiuso il centro nascite di Cefalù, non ci si può lamentare né con Crocetta né con Lapunzina, che non ha saputo o voluto fare altro che sfilare in pompa magna con i suoi colleghi del Distretto, evitando l'unico atto costruttivo: le dimissioni in massa dal partito e dalla carica. Ma questo atto implicava la modestia di non considerarsi perfetti.

Per una volta sarebbe bene che i cittadini considerassero se stessi perfetti e con forza chiedessero che tale loro perfezione venga rispettata da questi piccoli politici, dimostratisi diversi da quel che credono di essere; dimostratisi, cioè, imperfetti. E con forza significa una manifestazione pubblica, come avevo suggerito all'inizio della battaglia in difesa del centro nascita, fatta con un perentorio sit-in proprio davanti all'ospedale, che si vuole difendere. Un sit-in per chiedere con forza non al Governo regionale, composto da perfetti imperfetti, ma al Ministero la nomina di un'ispezione e, se necessario, di un commissariamento della sanità in Sicilia, magari mandando i funzionari regionali con un barcone in Africa, dove potranno esercitare la loro abilità distruttiva con l'Isis e con la Jihad, liberando il mondo dalla loro minaccia.