Una Rupe Tarpea per i nostri politici

Ritratto di Angelo Sciortino

9 Luglio 2015, 17:24 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

 

Qualcuno dovrebbe ricordare agli attuali pseudo politici del PD e compagni, che troppo spesso tacciono alle sacrosante domande dei cittadini, quel che diceva Einaudi; che, cioè, accanto al Campidoglio c'è sempre la Rupe Tarpea.

La rupe dalla quale nell'antica Roma venivano lanciati i traditori della patria, i sediziosi, coloro che aspiravano a diventare re. Oggi i politici traditori della democrazia e aspiranti re sono così tanti, che il sottostante Foro Romano sarebbe in un niente colmo di cadaveri.

A questi pseudo politici vorrei dire che essi stanno correndo questo rischio. Non sempre occorre da parte del popolo l'amor di patria e il coraggio di difendere la propria libertà, come accadeva nell'antica Roma repubblicana, perché spesso basta la disperazione, per spingere un uomo a combattere.

E dove trovare ai giorni nostri uomini più disperati di quelli italiani? E non soltanto disperati, ma pure derisi dalla casta politica, che pensa solamente a se stessa. Una casta politica ormai troppo disonorata, come dimostrano le tante indagini della Magistratura, ma come ancor più dimostra la sua inettitudine ad amministrare la cosa pubblica con competenza, coscienza e sapienza.

Dal povero Renzi allo sfatto Crocetta e all'indefinibile Lapunzina; dai sostenitori acritici del primo ai membri della direzione del PD siciliano, che criticano senza costrutto il secondo, ai consiglieri comunali, che al terzo si oppongono come bambini con calci sugli stinchi, è tutto un fiorire di attacchi alla dignità dei cittadini in quanto uomini liberi.

Ancora questi cittadini non sono tanto disperati da reagire con forza e coraggio contro le continue mortificazioni subite. Si limitano al suicidio politico, astenendosi dal votare – ormai questi cittadini sono più del 50% dell'elettorato – ma presto, quando si renderanno conto dell'inutilità di questa astensione, si ricorderanno della Rupe Tarpea e faranno finalmente il giusto processo a coloro che li hanno traditi. Dimostreranno a questi pseudo politici che essi non hanno il comodato d'uso del Campidoglio a tempo indeterminato e che da esso potranno essere allontanati dai cittadini, che ne sono gli unici proprietari, visto che lo hanno occupato soltanto per soddisfare se stessi e non per difendere i cittadini, che in esso li hanno immeritatamente ospitati.

Una sola cosa mi preoccupa. Ogni rivoluzione determina, finché essa dura, una sospensione del diritto, in un momento in cui sarebbe invece necessario abituare o riabituare il popolo al rispetto del diritto, che è il garante della Giustizia, della quale oggi si lamenta la mancanza. Come la storia c'insegna, specie quella europea del secolo scorso con i suoi sanguinari dittatori e con le loro guerre, tale sospensione del diritto potrebbe anche durare decenni e procurare tirannia e guerre.

Ecco perché occorre spiegare con calma quali strumenti sono idonei, affinché dalla Rupe Tarpea precipitino coloro che si cibano di ingiustizie, per arricchire se stessi, e non anche coloro che dovrebbero buttarli giù. E lo strumento principe sono le elezioni, a condizione che il nostro voto venga prima di tutto espresso e poi che esso sia ragionato e quindi razionale. E perché questo sia possibile, il padrone (l'elettorato) non sia il servo dei suoi servi (i politici); non chieda assistenza e raccomandazioni, come ha fatto fino a oggi. Ne va della libertà sua e dei suoi figli!