L'UNESCO quasi burlesco

Ritratto di Angelo Sciortino

4 Luglio 2015, 18:20 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Dall'11 ottobre 2012 al 23 novembre 2013 la figura del Cristo Pantocratore è stato il simbolo dell'anno della fede, voluto dal Papa Benedetto XVI.

Sicuramente si trattò di un grande riconoscimento al più bel mosaico bizantino fra quelli presenti nelle chiese arabo-normanne.

Allora tutti gioimmo per questo riconoscimento e lo stesso sindaco Lapunzina ebbe a dichiarare: “I pellegrini e i credenti, nelle varie parti del mondo saranno accompagnati da una immagine del Cristo Pantocratore della nostra Basilica Cattedrale. L’effige recherà la professione di fede in varie lingue. La decisione della Santa Sede di scegliere il Cristo Pantocratore di Cefalù come icona ufficiale dell’Anno della fede è un grande onore per la nostra intera comunità.

Poi, così concluse: “Fino ad ora la nostra città è stata conosciuta per il fatto di essere caratterizzata da un felice connubio di bellezze artistiche e naturalistiche; da oggi l’immagine che più la rappresenta, cioè quella del Cristo Pantocratore, viene proposta quale simbolo di fede e sintesi efficace della duplice natura, umana e divina, di Cristo Salvatore.

A due anni dalla chiusura dell'anno della fede, la nostra intera comunità riceve un altro grande onore, questa volta dall'UNESCO. La reazione è sempre la stessa, almeno da parte del Sindaco: “Palermo arabo normanna e le cattedrali di Cefalù e di Monreale Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Siamo felici per la decisione che riteniamo essere il giusto riconoscimento per il valore universale rappresentato dalla nostra Basilica Cattedrale come esempio di assoluta bellezza e fonte degli alti valori etici che stanno alla base dei diritti umani. Il riconoscimento sarà una opportunità in più per lo sviluppo del nostro territorio sia in termini culturali sia dal punto di vista economico

Non crediate, però, che sia tanto diversa quella del Segretario del PD: “Un immenso motivo di orgoglio, un grande accrescimento di prestigio, di alta visibilità turistica internazionale per la nostra città, che da oggi è una delle poche al mondo ad ospitare un monumento tutelato dall'UNESCO.

Sorgono non pochi dubbi, soprattutto in considerazione che, quando il Pantocratore fu scelto a simbolo della fede, Cefalù rimase esclusa dai circuiti turistici religiosi. Non vorremmo che questa volta Cefalù finisca esclusa dai circuiti turistici tout court.

Questo, comunque, non sarebbe un gran male. Il male quasi incurabile, la cancrena di un analfabetismo funzionale, che sta lasciando Cefalù in balia di un mare agitato, è il fatto che molti politici locali e i loro seguaci sono convinti che il riconoscimento della Chiesa per l'anno della fede o dell'UNESCO rappresentino un accrescimento della sua cultura, della sua storia e dell'essere una testimonianza plurimillenaria di arte.

Non a caso ho parlato di analfabetismo funzionale. Se non se ne soffrisse, non si scambierebbero le cause con l'effetto. Il riconoscimento è l'effetto e le nostre testimonianze artistiche, unite ai nostri paesaggi, ne sono la causa. Tutto ciò determina la nostra incapacità di difendere la Cefalù, che altri suoi figli hanno amato prima che essa ricevesse riconoscimenti dagli estranei, perché i primi a darglieli furono essi stessi. Per non dire dei politici, che si accorgono di Cefalù, soltanto quando si crede di poterne trarre vantaggi, perché gli altri sono pronti a venirvi in vacanza. Così, però, la si rende soltanto merce di baratto e si è disposti ad agghindarla come se la si volesse prostituire.