24 Giugno 2015, 12:11 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Chiudevo l'altro ieri il mio ultimo intervento (https://www.qualecefalu.it/node/17304) così: “Tralascio, provvisoriamente, il lungo elenco dei servizi che Cefalù ha già perso e quelli indeboliti per essere stati difesi male. In fondo, quanto ho scritto mi basta per dire ancora una volta: ancora grazie, Sindaco!”
Prima di questa conclusione, riferendomi implicitamente all'aumento delle tasse comunali e al contemporaneo abbassamento del numero e della qualità dei servizi, così scrivevo: “Certo, potrà sempre scaricare ogni colpa agli amministratori del passato, ma per essere creduto dovrà rendere pubblico un confronto tra le tassazioni di questo passato e quelle del presente, dimostrando, numeri alla mano, che da tale confronto la sua Amministrazione esce vincitrice. Se ciò non accadrà, dovrà dimostrare se la maggiore tassazione ha prodotto più servizi e se quelli esistenti sono diventati migliori.”
In questo momento, a parer mio, questo è il punto cruciale, in cui si dimostrano chiaramente i demeriti di questa Amministrazione. Demeriti che tutti sono in grado di valutare, perché a causa di essi tutti personalmente vengono depauperati da una tassazione esagerata e, nel contempo, si vedono privati sempre di più di servizi essenziali, come una corretta distribuzione dell'acqua o la pulizia delle sue strade, troppo spesso occupate da cassonetti stracolmi d'immondizia.
A fronte di questo impoverimento finanziario e sociale, i cittadini scoprono di subire pure un impoverimento morale, dovuto alla crescente assenza d'investimenti e, quindi, di occasioni di lavoro per i più giovani. Con ciò viene meno proprio quella tensione morale, che spinge gli uomini, e i giovani principalmente, al senso di responsabilità e alla ricerca di occasioni di lavoro.
Essi sanno bene che, quando aumenta la povertà, aumenta la disperazione, che finisce con il far perdere ogni freno morale. Soprattutto quel freno morale, che dovrebbe impedir loro di ottenere, solo in forza dei principi del più becero clientelismo, il riconoscimento dei propri meriti, anche se ciò comporta il disconoscimento di meriti superiori di altri giovani. Costoro – e sono i migliori! - abbandoneranno il paese e andranno ad arricchire della loro intelligenza altri paesi. Oggi tutto ciò viene definito “fuga dei cervelli”, ma, a parte la denominazione, la politica locale e nazionale non ha saputo trovare rimedi.
E dire che proprio la politica locale, potenziando l'attività turistica, avrebbe avuto la possibilità di creare le occasioni perché tanti giovani potessero affermarsi in forza dei loro meriti. Questa Amministrazione, però, non ha saputo farlo. Essa, complice spesso la sua burocrazia, ha soltanto frenato lo sviluppo del turismo e le attività economiche collegate: costruzioni di alberghi fermate con arzigogoli in serbo-croato; incapacità di regole chiare e rispettate, per impedire l'invasione gratuita di un turismo mordi e fuggi; l'inesorabile declassamento del suo territorio, abbandonato alle varianti compatibili del PRG o ai possibili futuri incendi devastanti, a causa della ritardata approvazione di un regolamento comunale.
Insomma, neanche ubriacandoci, potremmo essere ottimisti sul futuro di Cefalù. A meno che la maggioranza dei cittadini, colpita nelle proprie tasche, non prenda consapevolezza della situazione e faccia sentire la propria voce, gridando all'unisono: grazie di tutto ciò, Sindaco!
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