C'era una volta la Cefalù-Gibilmanna - Atto secondo

Ritratto di Alessio Gervasi

23 Giugno 2015, 08:10 - Alessio Gervasi   [suoi interventi e commenti]

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Mercoledì scorso è partita dalle pagine di questo blog una denuncia contro l’insostenibile situazione della immondizia lungo la Cefalù-Gibilmanna, perennemente strabordante e che a quanto pare viene raccolta con cadenza settimanale. Quando va bene.

A una settimana di distanza non è cambiato nulla e l’immondizia la fa da padrona in tutti e 3 i punti di raccolta previsti lungo la strada: all’inizio della provinciale, qualche centinaio di metri dopo il bivio – provenendo da Cefalù o dall’ospedale e in direzione Gibilmanna –, al tornante del 3° chilometro della provinciale e in particolar modo nello spiazzo antistante lo Spaccio Colombo, al chilometro 10.

Il Comune ha avuto un sussulto, uno scatto d’orgoglio, un ricordo di civiltà pulizia, giovedì scorso – casualmente il giorno dopo che avevamo denunciato la cosa rendendola pubblica – e ha provveduto a far raccogliere l’immondizia ma è stata una roba proprio da minimo sindacale, vista la quantità di rifiuti che sono stati lasciati sparsi in terra nel raggio di decine di metri attorno ai cassonetti. E non solo.

Ora, la situazione è peggiorata ulteriormente e i cassonetti sono stracolmi. E’ lunedì, c’è stato il weekend di mezzo, ma a chi amministra non è venuto in mente di far pulire. E non è solo igiene e decoro – oltre al fatto che i cittadini le tasse sull’immondizia le pagano eccome – ma c’è (ci sarebbe) anche una questione di immagine.

Una città come Cefalù, già carica da settimane di turisti che vengono da mezza Europa e che incredibilmente non sono abituati a ritrovarsi la monnezza dietro la porta di casa, non può (non dovrebbe) permettersi questi passi falsi. Sono biglietti da visita che non tornano indietro.

Inoltre, la strada che dalla cittadina normanna (sic) si arrampica alla volta di Gibilmanna, è la porta d’accesso al Parco delle Madonie e con la deprecabile abitudine di non raccogliere la monnezza lasciandola macerare al sole, il Comune di Cefalù rende un pessimo servizio agli altri comuni del Parco, rafforzando gli odiosi cliché che, specialmente al nord Europa, si sprecano, all’indirizzo (maleodorante) del “Belpaese”.

Cui contribuisce pure l’Enel, che da 2/3 anni ha “abbandonato” un vecchio palo della luce crollato all’altezza del bevaio di Capo dell’Acqua. Noblesse oblige

 

                                                                                     Alessio Gervasi

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