Un Comune soltanto fonte di ostacolo ai cittadini

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Giugno 2015, 07:08 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Fotografia di Giacomo Sapienza

Una delle cose che spicca dalle informazioni diramate dall'Amministrazione nel gruppo facebook del Sindaco, dai comunicati stampa o dalla viva voce del Sindaco stesso a Radio Cammarata, è che esse non ci danno conoscenza. In buona sostanza, tali informazioni non individuano il nesso causale fra i fatti e non ne spiegano la logica, non producendo, così, cultura politica né coscienza civica. Anzi, quando l'Amministrazione s'imbatte in esempi di coscienza civica in quei cittadini, che reclamano più rispetto per il loro Paese, essa si trincera dietro il paravento del dissesto finanziario, la cui responsabilità viene sempre attribuita ai Sindaci del passato. Non si rendono conto, gli uomini che amministrano il Paese, che così facendo finiscono con l'allontanare l'opinione pubblica dalla politica e la gettano fra le braccia di movimenti, che nascondono la loro scarsa cultura politica dietro il richiamo all'onestà e alla loro rinuncia ai troppo alti e troppo spesso immeritati emolumenti della classe politica attuale.

Tutto ciò mi porta a diffidare di questo Sindaco. Egli nel lontano maggio 2012 svolse la sua campagna elettorale all'insegna della svolta democratica, che avrebbe dovuto segnare un cambiamento radicale con il passato. Invece, si è ridotto a essere un Sindaco analogo a quelli che lo hanno preceduto. Anzi, in molti casi anche peggiore.

La situazione di Cefalù è troppo nota, per cui non vale la pena soffermarsi a descrivere il suo turismo ansante; i servizi pubblici indegni di un paese civile; lo stesso ospedale, che rischia di fare la fine del Tribunale e dell'Ufficio del Giudice di Pace; il traffico incontrollato e senza parcheggi. Di fronte a tutto ciò non serve che il Sindaco distribuisca ottimismo ogni volta che compare in pubblico. Avrebbe dovuto rendersene conto già nel suo ultimo intervento a Radio Cammarata, quando avrebbe dovuto rispondere alle domande dei cittadini, che invece si sono astenuti dal fargliene. Forse ritenendo inutile la fatica di fargliele, pensando che egli ci pensava da solo a mentire, nascondendo le sue responsabilità politiche dell'attuale situazione di Cefalù.

Diverso sarebbe stato, se egli in questi tre anni avesse impedito alla burocrazia comunale di essere soltanto una sorta d'infernale Ufficio Complicazioni, che ha bloccato alberghi in costruzione, parcheggi già costruiti e recinzioni agricole, costringendo i cittadini a estenuanti ricorsi giudiziari, spesso conclusisi con sentenze di condanna per il Comune.

Ancora più diverso sarebbe stato, se al marasma contabile si fosse posto rimedio in maniera più accorta, approfittando della legge, che prevedeva interventi statali per evitare il dissesto finanziario dei comuni in deficit.

Così non è stato, però, per cui Cefalù, nonostante fosse un tempo la Perla del Tirreno, è diventata l'ombra del suo passato. È diventata la sua stessa ombra per colpa di un'Amministrazione, che da tre anni offre soltanto una serie infinita di ostacoli burocratici, di lentezze amministrative - dove occorrerebbe maggiore dinamismo - e la presenza di un Comune capace solo di opporre ostacoli a chi vuole darsi da fare.

Sappia il Sindaco che così non si va nella giusta direzione; sappia che così si rischia di distruggere il futuro di Cefalù, già compromesso dopo tre inutili anni di agitazioni. E si ricordi che esiste in Italia la separazione dei poteri a garanzia della democrazia e della libertà dei cittadini, per cui, essendo egli il responsabile del potere esecutivo locale, sarebbe tempo che la smettesse di esercitare anche quello giudiziario, denunciando responsabilità di un passato ormai lontano, quando invece dovrebbe pensare alle proprie, che, pur non essendo penali, sono politiche e culturali.