Sicilia Nazione, 2 Giugno: in Sicilia non è festa

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1 Giugno 2015, 15:10 - Sicilia Nazione   [suoi interventi e commenti]

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2 Giugno: in Sicilia non è festa. - Lettera aperta al Presidente del Consiglio Matteo Renzi per il tramite del Commissario dello Stato.

 

Al Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, per il tramite del Commissario dello Stato

Signor Presidente del Consiglio,

ancora una volta il 2 giugno la Repubblica Italiana celebra se stessa e la ricorrenza del referendum istituzionale del 1946.

A quel referendum i Siciliani parteciparono perché il 15 maggio di quello stesso anno (meno di venti giorni prima) era stato approvato lo Statuto che sanciva il patto tra la Sicilia e l’Italia. Autonomia di fatto federale in cambio della rinuncia alla lotta per l’indipendenza alla quale, in modo palese o latente, i Siciliani non avevano mai rinunciato sin dall’Unità d’Italia. Quel patto consentiva ai siciliani di considerarsi italiani.

In questi anni quel patto è stato violato e calpestato da tutti i governi della Repubblica Italiana e oggi non ha quasi più alcuna rilevanza. Il suo governo ha assestato e continua ad assestare gli ultimi colpi di maglio a un’autonomia ormai tradita e stravolta.

Sono tanti i siciliani che, dopo il tradimento di quel patto, hanno difficoltà a sentirsi italiani, ma soprattutto sono tantissimi i siciliani che, ogni giorno di più, si rendono conto che i governi della Repubblica non li considerano più cittadini italiani.

Il saccheggio delle risorse dell’Isola continua senza interruzioni, il gap infrastrutturale è al suo apice, la rete stradale e autostradale è al collasso e l’Anas non investe, le ferrovie sono quasi sconosciute, la nostra agricoltura e la nostra pesca sono fortemente penalizzate anche da accordi internazionali fatti nell’interesse delle grandi imprese del Nord, la disoccupazione ha raggiunto il picco del 22,2% contro il 9,4% del Centro Nord, quella giovanile non ha paragoni in Europa, il divario con il Nord non è mai stato così netto. In una parola i Siciliani, oggi, non hanno più alcun reale diritto di cittadinanza in questa Repubblica, privati persino della speranza e della dignità.

Il suo governo si è permesso inoltre di chiedere alla Sicilia di sottoscrivere un accordo truffa (prontamente firmato dal vassallo Crocetta) e una rinuncia strisciante a tutti i crediti della Sicilia verso lo Stato che ha determinato una perdita complessiva per le casse dell’Isola stimabile in circa 10 miliardi di euro a favore dello Stato italiano.

Cosa dovremmo festeggiare? Una Repubblica divisa in due, oppure l’essere cittadini di serie B, o magari il tradimento da parte dell’Italia?

Se per voi la Sicilia non è Italia, per noi, sempre di più, l’Italia non è Sicilia.

Ci spiace, signor Presidente del Consiglio, ma, con questi dati, il 2 giugno in Sicilia non è festa!

                                                                                                                                                           Il Comitato Promotore di SICILIA NAZIONE