"Semel in anno licet insanire"

Ritratto di Giuseppe Maggiore

24 Maggio 2015, 12:57 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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"SEMEL IN ANNO LICET INSANIRE" - (Seneca)

 

Bisogna guardare in faccia le cose come stanno e, se non vanno per il verso giusto, sfogarsi almeno una volta l'anno. Ogni tanto, comunque.

Fa bene alla salute. Non vi pare?

A che mi riferisco? E' presto detto.

Spesso lo Stato, attraverso il Fisco, induce al "ravvedimento operoso" chi per qualche verso non ha ottemperato doverosamente alle sancite contribuzioni.

E mi pare giusto, quantunque il vocabolo "ravvedimento" non mi garbi granché; suona male, sa di colpa e non di leggerezza, di elusione e non di difficoltà, di raggiro e non di necessità, di furbizia e non di errore, ecc. ecc., quando a buon diritto non sia rivolto a chi artatamente evade.

Ora, com'é risaputo, la Corte Costituzionale, con sentenza n.70 del 30 Aprile 2015, di appena pochi giorni fa (è la notizia del momento!), ha dichiarato illegittimo, per certe fasce di reddito, il blocco  delle pensioni a suo tempo (2012) disposto dalla deprecata legge Fornero dell'illuminato governo Monti di specchiatissima memoria; e subito l'Esecutivo le sta tentando tutte per cercare di non rimborsare il maltolto e, semmai, di ridurne la restituzione in qualche modo, onde evitare il buco che si verrebbe a creare nella contabilità nazionale, accampando delle motivazioni che possono anche essere valide, ma non accettabili da parte di che si trova in credito: non c'é disponibilità economica!

E ciò malgrado che da quattr'anni a questa parte i balzelli si siano raddoppiati e moltiplicati come i pani ed i pesci di evangelica ricordanza, nel tentativo di ridurre il debito pubblico, che, invece, si è notevolmente incrementato.

Ora io fermamente credo che lo Stato, purché lo voglia, possa benissimo reperire i soldi di cui lamenta la penuria senza ulteriormente vessare le magre finanze dei più, sia per far fronte agli impegni contratti con i cittadini, sia per mantenere efficienti i servizi, sia, non ultimo, per diminuire l'esoso peso delle tasse e dar luogo alla tanto sperata crescita: basterebbe che cominciasse in maniera decisa e fattiva a tagliare seriamente le spese superflue, ad eliminare gli sprechi, a sopprimere gli enti inutili, a rimodulare i compensi annui che elargisce ai suoi superburocrati, a liberalizzare certi settori produttivi che adesso languono per le mille reprimende a cui debbono sottostare (ci si rende conto di quanto potrebbero incassare i Comuni se, per esempio, venisse liberalizzata l'edilizia, attualmente soffocata da duemila vincoli? Se uno che possiede un terreno potesse costruirvi una casa o ampliare quella che ha, pagando il dovuto in rapporto alla cubatura realizzata? Si, certo, la cementificazione selvaggia o le realizzazioni su aree fatiscenti sono da escludersi; ma si eviti che non si  possa mettere nemmeno un mattone senza chiedere mille permessi e pagando mille denari!) ed a quant'altro.

E ciò l'ho sostenuto anche in altri miei precedenti interventi, licenziati altrove.

Insomma, lo sappiamo tutti cosa si potrebbe fare per far andare meglio la Nazione. No?

E quante altre semplificazioni, che solo un Tecnico esperto della materia è in grado di elencare analiticamente, sarebbe opportuno porre in atto?

Inoltre: perché lo Stato (ancora per esempio), abrogando le onerose partecipate non crei e gestisca in proprio delle aziende industriali produttive, manufatturiere, farmaceutiche, metalmeccaniche e d'ogni altra natura, ricavandone un congruo utile d'esercizio e, così, facendo diminuire sensibilmente la disoccupazione  nello stesso tempo in cui riempie le sue casse?

E, ancora: perché lo Stato, una buona volta per tutte, non regoli la prostituzione (che, per quanto avversata e avversabile, è sempre fiorente e vitale ed ha un notevole giro d'affari) in modo che anche nel settore si paghino le tasse?

In buona sostanza: quando uno si trova in mezzo al mare e sta per affogare, non si appiglia anche ad una trave che scorga, seppure interamente coperta di escrementi?

E lo stesso dovrebbe fare lo Stato: sfruttare le risorse che ha, senza pregiudizi, per risalire a galla!

Il rimembrato emerito Governo Monti, ha tentato di salvare l'Italia, si; ma, in realtà, è solo riuscito ad affossare gli Italiani!

Lamentarsi, poi, che la responsabilità dell'attuale situazione economica sia da imputare all'operato dei pregressi governanti, per quanto la cosa possa rispondere a verità è del tutto sterile e risibile; ma come l'erede che accetta una eredità, così il Governo, subentrando al precedente, deve necessariamente farne sue tutte le attività e le passività: non può assumersi il carico invocando il beneficio d'inventario!

All'esame dei fatti, purtroppo, l'evidenza che resta appare la seguente: se è il cittadino che deve dare soldi allo Stato, allora non c'é niente da fare, il poveraccio si può anche suicidare, ma inesorabilmente deve pagare!  Chieda un prestito, se non li ha,  venda qualcosa se l'ha, lasci i propri familiari sul lastrico! Non c'é perdono! Questo è poco ma sicuro!

Ma se, viceversa, è lo Stato (Primo organismo giuridico che dovrebbe dare l'esempio e rispondere alle leggi come "pater familias" della nazione e come una qualunque persona fisica), nelle sue molteplici ramificazioni, a dover dar soldi al cittadino, allora sono cavoli amari, (per non dire altro!). Bisogna sudare ben sette camicie, per farseli restituire, se ci si riesce.

Checché si dica, la legge è quasi sempre dalla parte del più forte! Così il non pagare o cercare di pagare il meno possibile, in casi consimili al nostro, diventa possibile, lecito ed opportuno!

"La burocrazia è tanto trista,
che l'uguale mai s'é vista!"

Renzi ha annunziato in TV che col 1° Agosto p.v. sarà erogato un "bonus" (s'intenda: non una doverosa restituzione di un maltolto, bensì un "bonus", vocabolo che appare quasi una elargizione, insomma, una specie di regalo, di beneficenza ed una tantum, per giunta. Pensa un po'!) di appena 500,00 euro circa; e non a tutti coloro ai quali è stata bloccata la rivalutazione annuale, ma soltanto ad una parte di essi.

E della sentenza della Consulta che ne facciamo?!

Ed il resto che ci si deve?!

Del "resto" non se ne parla!

Almeno, sino ad oggi, queste sono le cognizioni palpabili.

Mi sovviene una canzonetta, di stampo prettamente nostrano, in auge nei passati tempi, che diceva: chi ha dato, ha dato! Chi ha avuto, avuto.... ecc. ecc. Conosciamo il refrain!

E siamo in uno Stato di diritto!

Da parte di tutti si dichiara apertamente con gran suono di grancassa che le sentenze vanno rispettate; si, ma, all'atto pratico, a volte, la possibilità di non rispettarle, per opportunità, si prospetta all'orizzonte!

Con tutto ciò che avviene sono indotto a pensare, quindi, che la nostra potrebbe configurarsi come una democrazia dittatoriale o una dittatura democratica! Mai come una democrazia pura e semplice o come il tanto decantato Stato di diritto!

Per fugare queste mie dubbie considerazioni, che da buon Italiano non mancano di ripugnarmi, invito lo Stato ad intraprendere doverosamente quel "ravvedimento operoso" che il Fisco non manca mai di consigliare ai cittadini, risarcendoci senza indugio di ciò che ci è stato illegittimamente tolto.

Grazie!

 

lì, 23 Maggio 2015                                                                                                                                                       Giuseppe Maggiore