39 commercianti minacciano di ricorrere all'Autorità Giudiziaria

Ritratto di Angelo Sciortino

15 Maggio 2015, 21:11 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

Versione stampabileInvia per email

Foto tratta da Madonieweb

 

Il giorno 12.05.2015 un gruppo di ben 39 commercianti di Cefalù ha protocollato al numero 11075 la seguente petizione, nella quale lamentano una non equa applicazione della legge, che penalizza i commercianti locali, tutti forniti di licenza e tutti soggetti al pagamento delle imposte previste, a vantaggio degli ambulanti più o meno abusivi sul Lungomare, in piazza Colombo e in altri luoghi della Città. Abusivi che non pagano le imposte, statali e comunali, che offendono spesso il decoro della Città con le loro esposizioni e che, infine, portano fuori dal paese i loro ricavati.

A questi commercianti non può darsi torto. Non li si può impoverire oltre che con una imposizione fiscale ormai quasi al 70%, anche con una concorrenza sleale di chi tale imposizione non la subisce. Dubito che il Sindaco risponda ai commercianti e ancor più dubito che egli sarà capace di agire, per ripristinare i principi di equità richiamati nella petizione. Ai firmatari forse non resterà che rivolgersi alla Procura, così come hanno dichiarato a conclusione della loro petizione.

 

AL SINDACO DEL COMUNE DI CEFALU'

 

Noi sottoscritti commercianti e negozianti di Cefalù con il presente documento intendiamo protestare contro l'ingiusta applicazione della legislazione corrente sul commercio da parte di codesta Amministrazione. Soprattutto vogliamo protestare contro il criterio non equo seguito da codesta Amministrazione nell'applicazione delle sanzioni amministrative per quanto riguarda l'occupazione “abusiva” del suolo pubblico da parte di commercianti, che pagano affitti, imposte e balzelli vari allo Stato e al Comune, mentre invece non viene comminata alcuna sanzione agli abusivi totali del Lungomare, di piazza Colombo e di altre zone della Città.

Non capiamo bene quale criterio viene seguito dall'Amministrazione per decidere di tartassare di tasse gli onesti, che creano ricchezza e posti di lavoro, e lasciare invece liberi coloro che non contribuiscono al pagamento dei servizi e, contemporaneamente, portano fuori dal Paese i loro ricavi, ottenuti grazie a una concorrenza, possibile perché sulle loro attività non grava alcuna imposta o tassa né essi subiscono alcun controllo dall'Amministrazione o dalle Forze dell'Ordine.

È accaduto persino che l'Amministrazione abbia concesso licenze di ambulante a taluni, dimenticando che l'esercizio del commercio ambulante non viene praticato con “il posto fisso” della durata di ore e persino di intere giornate sul Lungomare e nelle piazze cittadine.

Due anni di sopportazione sono troppi, specialmente se si tiene conto dell'attuale momento di crisi. Ancora più insopportabile è accorgersi che l'Amministrazione o rimane inerte o agisce non tenendo conto dei diritti dei commercianti che pagano e consumano qui i loro guadagni.

Questa nostra petizione vuole soltanto ottenere che essa agisca finalmente non tanto per favorire i commercianti locali, quanto invece per applicare e imporre le leggi esistenti, che devino valere per tutti.

Significhiamo al Sindaco, al quale la petizione è rivolta, che se nel giro dei prossimi venti giorni nulla dovesse mutare e se nessuna risposta venisse data, noi sottoscritti ci rivolgeremo a uno o più legali per adire le vie legali, affinché la Magistratura indaghi se esistono estremi di reato da parte dell'Amministrazione e, in caso positivo, proceda contro i responsabili.

Cefalù, 11 maggio 2015

Seguono 39 firme

Commenti

MULTE E SEQUESTRO DI PEZZI CONTRAFFATTI

Cefalù, blitz sul lungomare contro i venditori ambulanti

All’arrivo di vigili e finanzieri c’è stato un fuggi fuggi concitato. Alla fine il marciapiedi del lungomare di Cefalù è stato sgomberato da bancarelle, poggioli e sedie che esponevano la mercanzia dei venditori ambulanti. In gran parte stranieri e quasi tutti abusivi.
L’operazione congiunta era stata chiesta dal sindaco Rosario Lapunzina al quale erano arrivate segnalazioni e lamentele di commercianti e residenti. Con l’arrivo della bella stagione il fenomeno era cresciuto in una misura che, secondo i vigili urbani, non era più trascurabile. Da qui la decisione di intervenire per sequestrare borse e capi contraffatti oppure venduti senza permesso su area pubblica.
Durante l’operazione sono stati sequestrati diversi oggetti in pelle e ceramiche. Alcuni dei venditori sono stati identificati e multati. (la Voceweb)

A nome del blog, ma "mettendoci la mia faccia", ringrazio il sindaco Lapunzina per la sua "risposta".

Per l'avvenire, però, è gradita una dichiarazione personale, e non un "copia e incolla" di quanto pubblicato da un altro giornale telematico, non certo perché questo blog ha remore a rilanciare articoli di altri siti di informazione locale bensì perché, essendo stato il sindaco chiamato in causa direttamente dai commercianti ed essendo stato lui ad aver richiesto l'operazione congiunta di vigili e finanzieri, avrebbe avuto modo di rispondere in prima persona.