11 Maggio 2015, 14:07 - Comune di Cefalù [suoi interventi e commenti] |
Lettera di Elena Giardina (nipote del dott. Giuseppe Giardina)
Signor Sindaco, autorità, cefaludesi tutti:
purtroppo non mi è possibile essere con voi in questa giornata. Mi emoziona profondamente sapere che Cefalù non vuole dimenticare un uomo – mio nonno – che l’ha amata con le opere e con i pensieri. Un uomo che, figlio del suo tempo, fece dell’impegno politico e professionale il suo modo di stare nel mondo. Uno stare nel mondo che non tollera l’indifferenza e l’ingiustizia e sceglie di esserci, utilizzando le proprie capacità per costruire occasioni di cambiamento. Crede nella politica come strumento di crescita, ma ne conosce i costi, tanto che alla figlia che, venticinquenne, pensa di dedicarvisi a tempo pieno, ordina – per lettera – di pensare piuttosto a costruirsi un futuro.
Sapeva che per ottenere qualcosa sono sempre necessari l’impegno e la fatica, ma credeva che la vita dovesse essere solidarietà, e solidarietà ha seminato, nella medicina e nell’amministrazione della cosa pubblica.
Mio nonno amava la vita, e allora la memoria di lui deve essere viva, cioè entrare nella vita di tutti i giorni e farci vivere la città come la nostra casa, con amore e responsabilità. Giuseppe Giardina, il Sindaco, il chirurgo, l’uomo, desiderava questo, e credeva nell’enorme potenziale, profondamente rivoluzionario, della solidarietà fra gli uomini.
Oggi qui, tutti insieme, lo ricordiamo. E se Cefalù cercherà di essere una città sempre più solidale, allora io – certa dell’approvazione del nonno – dirò: GRAZIE, CEFALU’!
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