Ricordando il 25 Aprile 1945

Ritratto di M.A.S.C.I. Cefalù

29 Aprile 2015, 09:19 - M.A.S.C.I. Cefalù   [suoi interventi e commenti]

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Ricordando il 25 Aprile 1945

 

Può facilmente capitare che potendo disporre, a piacimento, di un bene, non teniamo questo bene nella giusta considerazione, non ci rendiamo conto di quanto e quale sia il suo esatto valore.

E ciò può accadere anche quando il bene sottostimato è un bene particolare, un bene necessario, indispensabile, anche quando il bene in questione è la Libertà.

Nascere e vivere in condizioni di Libertà, non sempre ci consente di apprezzarne a fondo il valore e, tanto più viviamo in condizioni di Libertà, tanto meno abbiamo piena contezza del suo vero significato.

In analogia con il linguaggio dei numeri, potremmo dire: La cognizione del valore della Libertà è inversamente proporzionale alla sua disponibilità.

Il rischio che corriamo quando ad un bene non attribuiamo il giusto valore, il giusto significato, quando quel bene non è oggetto delle nostre attenzioni, delle nostre cure, è di perdere il bene stesso, accorgendoci di ciò soltanto al momento della sua indisponibilità.

Senza voler abusare del linguaggio dei numeri, potremmo azzardare anche un secondo postulato: Il rischio di perdere la Libertà è direttamente proporzionale alla disconoscenza del suo valore, ovvero tanto più si disconosce il valore della Libertà, tanto più facile è perderla.

E' questo un rischio che non ci possiamo permettere di correre perché si tratta di un rischio direttamente connesso con il senso stesso della vita: la Libertà è vita, tutti gli uomini nascono liberi, come recita l'art.1 della "Dichiarazione universale dei diritti umani", e liberi devono poter vivere.

La storia “magistra vitae” ci insegna, comunque, che quando gli uomini non possono più disporre del bene Libertà, che è essenza della vita, sono disposti a spendere la propria vita pur di riappropriarsene, pur nella convinzione che del sacrificio potrebbero non essere loro stessi i fruitori, diventando, il loro operato, dono ai propri figli, ai propri familiari, ai loro amici, alle generazioni future.

E certamente questa convinzione era maturata, più che nella mente, nel cuore di quanti settanta anni fa, lasciandosi alle spalle gli affetti più cari, si sono incamminati sui sentieri di montagna, con il solo precipuo obiettivo di ripristinare sul suolo d’Italia le condizioni di Libertà e Dignità che nel corso degli eventi storici erano venute a mancare.

Forze eterogenee, diverse per ideologia e ceto, composte da operai, studenti, professionisti, contadini, intellettuali, militari, giovani e meno giovani, donne e uomini, l'uno accanto all'altro, confluirono nelle formazioni partigiane combattendo per ridare al popolo italiano quella Libertà che era stata calpestata da un ventennio di regime totalitario, dalle leggi razziali, da una guerra che aveva dissanguato le casse dello stato e sparso lutti nella maggior parte delle famiglie italiane e dalla presenza di un esercito straniero che, dopo la data dell'otto Settembre, aveva cominciato a colpire sistematicamente ed indiscriminatamente militari e civili, donne, anziani, bambini.

Enorme fu il tributo di sangue. Molti Partigiani perirono in combattimento, altri catturati furono prima torturati e poi passati per le armi, altri furono deportati nei lager nazisti.

Grazie al loro sacrificio, l'Italia è tornata ad essere un paese libero e il Popolo Italiano a vivere in condizioni di Libertà. Ma è estremamente importante acquisire la consapevolezza che il termine Libertà, pur nella sua semplicità, è intriso del sangue di quanti, senza indugio, si sono immolati per il bene del paese.

Ed è una consapevolezza che, una volta acquisita, deve essere mantenuta viva e custodita giorno dopo giorno, ininterrottamente; va posta al riparo dall'oblio, dagli effetti deleteri del tempo.

Va, in particolare, posta al riparo da coloro i quali, nulla avendo appreso dalla storia e dalla vita, sono sempre pronti a tramare nell'ombra con la maldestra speranza di restaurare autoritarismi non più attuabili sul territorio italiano.

E' necessario un continuo stato di allerta perché il pericolo può essere sempre dietro l'angolo, specialmente in questo particolare momento, in cui sul nostro paese continuano a piovere gli effetti di una deleteria trascorsa politica che ha innescato gravi situazioni di ordine economico e morale, ha generato un elevato tasso di disoccupazione, ha consentito un grande sperpero del denaro pubblico, finito nelle tasche di pochi furbi, mentre un consistente numero di cittadini non sa come far quadrare l'esiguo bilancio familiare; con imprenditori costretti alle decisioni estreme, da una parte, mentre dall'altra un elevatissimo livello di corruzione uniforma nord e sud del paese, sinistra e destra.

Per questi motivi questa Comunità MASCI, forte dei principi dello scautismo che nella Libertà affonda pienamente le proprie radici, ha ritenuto necessario rinnovare il ricordo di quei fatti affinché ciò che è memoria diventi presente a garanzia del futuro.

                                                                                        Salvatore Muffoletto
                                                                                          Magister Comunità MASCI - Cefalù