21 Aprile 2015, 13:41 - Fondazione Mand... [suoi interventi e commenti] |
Al Mandralisca due capolavori ritrovati
CEFALÙ. Due capolavori sconosciuti anche alla critica, uno di Pietro Novelli e l’altro dello Spagnoletto, vengono presentati per la prima volta al museo Mandralisca di Cefalù. Le due opere provengono da villa Sant’Isidoro De Cordova di Bagheria ma la loro paternità non era nota. Uno studio accurato dello storico dell’arte Vincenzo Abbate, già direttore di palazzo Abatellis, è arrivato ora all’attribuzione dei due dipinti a olio su tela che risalgono al XVII secolo.
L’opera di Pietro Novelli, il più grande pittore siciliano del Seicento, raffigura Davide che mostra turbato e sorpreso la testa recisa di Golia. L’altro dipinto attribuito a Jusepe de Ribera detto lo Spagnoletto è una raffigurazione di San Sebastiano martirizzato.
Dopo un accurato restauro compiuto da Mauro Sebastianelli nel laboratorio del museo diocesano di Palermo, i due tesori ritrovati saranno esposti al Mandralisca dal 25 aprile al 31 maggio. L’allestimento è curato da Vincenzo Abbate e Stefania Randazzo. L’evento sarà preceduto il 24 aprile da un concerto del Quintetto a pizzico Nomos, a cura degli Amici della musica di Cefalù (https://www.qualecefalu.it/node/16825).
Entrambi i dipinti sono repliche autografe dei due grandi artisti che erano anche amici. Sia Ribera a Napoli che Novelli a Palermo furono pittori particolarmente apprezzati dalla nobiltà ma anche dall’alta classe impiegatizia del tempo, a giudicare dalle numerose commesse. E’ molto significativo che le due tele, databili entrambi agli anni Trenta del secolo, siano pervenute in coppia pur essendo passate attraverso il collezionismo privato.
Fanno parte del ricco corredo artistico e di opere di antiquariato di villa Sant’Isidoro De Cordova, mai aperta al pubblico, che è appartenuta alla famiglia dei marchesi Del Castillo e De Cordova.
Dopo la morte dell’ultima erede nel 2012, è stata ereditata dall’imprenditore Domenico Angileri che, tramite l’associazione da lui presieduta, ha avviato un ambizioso progetto di trasformazione del complesso in un polo culturale aperto al pubblico. La sezione etnoantropologica della casa-museo racconterà la storia dell’azienda agricola in attività fino al 1970.
La mostra al Mandralisca è un’anticipazione dell’apertura a giugno della casa-museo. Nei suoi ambienti sarà possibile cogliere il fascino di una storia antica e ammirare gli oggetti di vita quotidiana (giocattoli, camere oscure, abiti) conservati per secoli. Il fondo documentario custodisce volumi, atti e documenti dal 1400 a oggi.
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