Un comitato contro chi?

Ritratto di Angelo Sciortino

12 Aprile 2015, 14:31 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Le Madonie quasi isolate; l'autostrada Palermo-Catania interrotta; altre strade, provinciali e statali, ridotte a un colabrodo; ovunque frane sempre più pericolose, che lambiscono i centri abitati, com'è accaduto a Cefalù sulla via della Giudecca.

I cosiddetti responsabili riuniti in Prefettura a Palermo per decidere il da farsi, stabiliscono di abbattere i piloni dell'autostrada e di potenziare le vie provinciali interessate al percorso alternativo.

La Procura di Termini Imerese in questo guazzabuglio tace.

E i cittadini? Un parlamentare ha proposto un comitato di protesta, non rendendosi conto che ogni protesta non risparmierebbe un intero Parlamento nazionale e regionale; molti Sindaci, che non hanno saputo affidare gli uffici tecnici dei loro Comuni a professionisti preparati per controllare il territorio; un sindacato come la Cisl, che dichiara che la difesa dalle frane dovrebbe essere affidata ai forestali, dimenticando, forse, che la Sicilia da tempo ne ha più dell'intero Canada e che questa loro massiccia presenza non ha impedito che il territorio isolano sembri prossimo a diventare inospitale e pericoloso per i cittadini.

A questo punto non credo che possano trovarsi soluzioni, se prima non si accertano le responsabilità dei politici, di governo e d'opposizione, e quelle dei tecnici burocrati. Soltanto accertando le loro responsabilità, sarà possibile allontanarli, sostituendoli con persone più capaci. Persone alle quali si potrà affidare con più ottimismo e con maggiore speranza lo sforzo intelligente di rimediare ad almeno vent'anni d'irresponsabilità.

Quindi, se un comitato di protesta deve nascere, questo dovrà convincere tutti gli elettori che non ci salveremo, se continueremo a dare fiducia a chi, a ogni mandato, se n'è dimostrato immeritevole. Dovrà trattarsi di un comitato politico senza i politici attuali, un comitato che prepari i cittadini a riappropriarsi del loro presente e del futuro dei loro figli. Presente e futuro messi in pericolo dalla corruzione, dalla faciloneria, dalle varianti non conformi, ma compatibili, dalla sciatteria professionale di troppi burocrati e, infine, dal populismo clientelare dei politici di ogni organo e grado.

Non sarà facile, ma si deve pur cominciare, se non si vuole che Cefalù e la Sicilia restino destinate a scomparire dalla storia già in questo III Millennio.