1 Febbraio 2013, 11:57 - Giovanni Cassata [suoi interventi e commenti] |
Il testo del documento sottoscritto nella seduta consiliare del 31 gennaio 2013 da dieci consiglieri (Cassata Giovanni - Messina Pasquale - Messina Patrizia - Giardina Rosario - Barranco Gioacchino - Liberto Vincenzo - Iuppa Giovanni - Larosa Marco - Scialabba Mauro - Riggio Francesco) ed allegato alla delibera consiliare:
Quanto proposto dall’Amministrazione mi lascia alquanto sbalordito.
Ancora una volta ritengo che l’Amministrazione sia guidata dall’improvvisazione e dalla approssimazione; manca di idee o, peggio, ha idee confuse o molto confuse.
Non ha per nulla chiaro il percorso che si vuole intraprendere o che si è intrapreso. Ogni giorno che passa senza prendere decisioni vere è sempre più tardi.
Vedo il tentativo di volere scaricare sul Consiglio delle responsabilità che sono solamente dell’Amministrazione ed in particolare sue Sig. Sindaco.
Vorrei, infatti, sapere se qualcuno dei componenti la Giunta abbia cognizione di cosa Lei Sig. Sindaco stia facendo; di cosa stiamo parlando e dove stiamo andando.
Dica all’intera Città quale differenza c’è tra il presentare il ricorso al fine di sospendere la procedura del dissesto (atto che ha ritenuto necessario per il bene di Cefalù e che, giustamente, ha ritenuto di esclusiva competenza della Giunta) e l’accesso al fondo di rotazione, che ritiene essere di competenza del Consiglio.
Come al solito, quando ci sono decisioni difficili da prendere, ma soprattutto impopolari, che potrebbero portare l’opinione pubblica a valutare negativamente il suo operato (oramai gran parte della gente, anche dei suoi elettori, ha aperto gli occhi e si sta rendendo conto della realtà – “all’apparir del vero tu misera cadesti”) Lei Sig. Sindaco tende ad investire delle decisioni, altri.
Si assuma le sue responsabilità nei confronti della Citta; non fugga!!
Si assuma la paternità anche dell’insuccesso (tanto fino ad ora), così come si assume, parlando sempre al singolare ed in prima persona, delle cose positive (poche fino ad ora) che ritiene di avere fatto.
Leggendo attentamente il T.U.E.L. - D.lgs. 267/2000 - e più specificamente gli articoli 242 e ss. si ricava con immediatezza che l’accesso al fondo di rotazione di cui all’articolo 243 bis, comma 8 lettera g, è una facoltà dell’Ente che si sia avvalso della procedura di riequilibrio finanziario pluriennale.
A tal proposito Le evidenzio, qualora le sia sfuggito (cosa che succede spesso quando si tratta di argomenti non a suo favore) la Legge impone all’Amministrazione di predisporre il piano di riequilibrio e l’eventuale scelta di accedere al fondo di rotazione e/o richiedere dei mutui.
Questa scelta è, quindi, un atto dell’Amministrazione attiva!
Il Consiglio si deve limitare, nello svolgimento del suo compito di indirizzo e controllo a valutare la bontà e/o la necessità delle scelte effettuate dall’Amministrazione.
Per effettuare tale scelta, che deve rientrare, lo ricordo nuovamente, all’interno del piano di riequilibrio, la legge non prevede alcun termine né ordinatorio né perentorio.
L’unico termine perentorio previsto dalla legge è quello di cui al comma 5 dello stesso articolo 243 bis.
Noi, ad oggi, non conosciamo il piano pluriennale che l’Amministrazione intende proporre a questo Consiglio e soprattutto non ci è dato sapere se, in relazione a detto piano pluriennale, un eventuale accesso a tale fondo di rotazione sia effettivamente necessario.
Che ce lo dica l’Amministrazione!
Che ci dica, e soprattutto che dica all’intera Città, quale sono le conseguenze tecnico - giuridiche - pratiche che comporta l’accesso alla procedura di riequilibrio, in special modo quali sono gli oneri a carico dei cittadini e della Città tutta.
Che ci dica quali conseguenze tecnico - giuridiche - pratiche comporta l’accesso al fondo di rotazione.
Che ci dica quale differenza effettivamente vi è tra il dissesto e la procedura di riequilibrio (cd “Salva comuni”)
Che l’Amministrazione ci dimostri, dati alla mano, che questa volta ha un piano valido, concreto, serio, veritiero e non ipotetico, illusorio ed inconsistente come quello che già precedentemente non ha convinto la Corte dei Conti.
Ci convinca di avere predisposto un piano facilmente accoglibile dalla Corte dei Conti e dal Ministero.
L’amministrazione, al fine della chiarezza, non si deve, ovviamente, limitare a dare seguito alle dette richieste solo verbalmente ma deve relazionare per iscritto con dovizia di elementi e contenuti, al fine di permettere a tutti di comprenderne a pieno la strada intrapresa e le scelte fatte.
Ma tutto questo non può bastare. E’ necessario che sugli argomenti in oggetto vengano a relazionare, personalmente, in Consiglio, i Revisori dei Conti, che, come ricordo, sono un organo a garanzia di questo Consiglio e che collabora con lo stesso.
Gli stessi devono relazionare sulla fondatezza, correttezza e plausibilità delle scelte che l’Amministrazione intende operare; relazione che, ritengo, debba essere redatta per iscritto, al fine di rimanere agli atti di questo Consiglio ed illustrata verbalmente per una immediata comprensione.
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