18 Marzo 2015, 21:32 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
In un suo famoso aforisma Albert Einstein affermava: “Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l'inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”. C'è di peggio, oggi: non solo i giusti se ne stanno a guardare, ma collaborano attivamente con i malfattori, per realizzare quel disastro, che abbiamo ancora il coraggio di chiamare società.
So che, nel ragionamento che segue, ci sarà qualcuno, che attaccherà la mia prostata o la mia protervia, perché troppo spesso accade, come diceva Valery, che “quando non si può attaccare il ragionamento, si attacca il ragionatore”. Considero, però, così importante riflettere su quanto sto per scrivere, che corro volentieri questo rischio, come l'ho corso in passato, procurandomi querele.
Una querela potrebbe essere rivolta allo stesso Einstein, quando denunzia l'inerzia dei giusti. E che altra descrizione possiamo dare di almeno due varianti al PRG, che rappresentano l'inerzia di quei giusti, ch'erano stati eletti per difendere gli interessi dei cittadini?
Sicuramente s'è trattato d'inerzia, a giudicare dal dibattito consiliare, che ha preceduto l'approvazione, e quello che è seguito su questo blog con il Presidente del Consiglio Antonio Franco, che non ha attaccato il ragionamento, ma il ragionatore. Non sarebbe male rileggerlo! (https://www.qualecefalu.it/node/15744).
Se poi il destinatario del dono della variante era un imprenditore “discusso”, allora i giusti non potevano non accorgersene. Per tacitare la loro coscienza, si sono limitati a guardare le carte e, trovatele a posto, hanno approvato la variante!
Non è così che si comporta il giusto e, soprattutto, egli non può né deve costruire sulle imbrogliate carte della burocrazia, specialmente quando essa è la burocrazia del non conforme, ma compatibile. Forse è chiedere troppo, però. È più facile e meno faticoso, infatti, deliberare in forza di argomenti precotti, che approfondendo gli argomenti e magari tentando di rispondere alle critiche, dichiarando che esse non vengono “da giornalisti”, ma da organi di stampa auto nominatisi. Le loro, le critiche di questi pseudo giornalisti, sono soltanto flatulenze orali provenienti da un cervello in evidente disordine. Chissà se è veramente così?! Comunque, vero o non vero che sia, si vorrebbe rispondere a tali flatulenze orali con flatulenze anali!
Si può andare avanti così? Personalmente sono già destinatario di ben tre querele per i miei scritti, pur non contenendo essi alcunché d'infamante e di offensivo. Forse tali querele sono state presentate, come da più parti mi è stato suggerito, con il solo scopo d'intimorirmi e mettermi a tacere. Non riuscendo in questo illiberale intento, hanno forse scelto la strada di attaccare il ragionatore e non il ragionamento e hanno dato incarico a chi ritenevano più idoneo a portarlo avanti.
Né l'uno né l'altro sistema, però, m'impediranno di esprimere lealmente le mie opinioni, avendo rispetto sempre e soltanto per la verità dei fatti, che è indiscutibile, mentre è invece discutibile la correttezza delle mie opinioni, a condizione che la si discuta senza attacchi personali. Attacchi personali, che non mi preoccupano né m'intimoriscono, ma che mi irritano come le punture dei tafani irritano gli animali al pascolo.
Meglio le querele, almeno a giudicare saranno giudici obiettivi.
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