5 Marzo 2015, 07:59 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
Con il voto favorevole dei consiglieri Barranco, Cortina, Fatta, Franco, Garbo, Genovese, Giardina, Iuppa, Liberto, Lombardo, Patrizia Messina, Pizzillo, Terrasi, Tumminello è stata approvata la dichiarazione di dissesto del Comune.
Si sono astenuti i consiglieri Cassata, Larosa, Riggio e Scialabba.
Erano assenti, al momento del voto, i consiglieri Pasquale Messina e Gabriele Di Chiara.
È finita, mezz'ora dopo le 3 del mattino, l'agonia. I consiglieri, simili alle prefiche, durante tutto il tempo dell'agonia sono rimasti accanto al moribondo. Sembravano inconsolabili e a nulla valevano le parole di conforto del Sindaco, che in quella morte indicava l'unica soluzione, che avrebbe consentito la rinascita di Cefalù.
Alcuni accusavano i bagordi dei primi anni Duemila, altri il medico, che si era dimostrato chirurgo incompetente; altri ancora si dichiaravano mortificati per non aver saputo evitare quella iattura e auspicavano una fuga in massa con le dimissioni di tutti i consiglieri e lo stesso Sindaco.
Quest'ultima soluzione, che avrebbe evitato al Paese un disumano spirito di sopportazione per coloro che lo avevano deluso, era, però, troppo ragionevole e dignitosa, per essere perseguita. Niente dimissioni, quindi. Bisogna provare quant'è grande lo spirito di sopportazione dei poveri cittadini; bisogna vedere se essi saranno capaci di sopportare, oltre ai costi finanziari del funerale del loro paese, anche il perdurare della presenza di coloro che avevano dichiarato che l'avrebbero curato, ma hanno fallito.
Vedremo!
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Commenti
Angelo Sciortino -
Il dissesto un atto doloroso e dovuto
Così commenta il Sindaco in un suo comunicato (https://www.qualecefalu.it/node/16494), dimostrando di essere ancora un chirurgo maldestro, che non ha imparato dall'esperienza:
"La dichiarazione di dissesto finanziario, assunta dal Consiglio comunale, è un atto di assoluta gravità, di cui percepiamo tutte le implicazioni. Era comunque una scelta obbligata, perché la situazione finanziaria dell'Ente è oramai incontrovertibile.
La relazione dei Revisori dei conti parla chiaro, e denuncia una disinvolta gestione delle risorse pubbliche, lungo il primo decennio degli anni 2000, in cui gli accertamenti aumentati a dismisura, ed ai quali non corrispondevano effettive entrate,determinavano residui attivi inesigibili, e gli avanzi di amministrazione fittizi alimentavano la spesa corrente, in costante aumento, da un anno all'altro.
Un periodo in cui i trasferimenti statali e regionali erano assai consistenti, nel quale, eppure, si sono sperperate ingenti risorse e si sono accumulati milioni e milioni di debiti.
Nel maggio del 2012 ci siamo candidati a governare questa Città, che era già sull'orlo della bancarotta, con una procedura avviata da parte della Magistratura contabile.
Abbiamo tentato un salvataggio, in extremis, aderendo alla legge "salvacomuni",ed abbiamo ottenuto l'approvazione del piano dalla Corte dei Conti.
Ma la legittima pretesa dei creditori a riscuotere subito quanto spettante ha fatto saltare il banco.
Adesso si aprono due distinte e parallele fasi: una è legata all'accertamento delle responsabilità da parte della Corte, al quale, anche noi ci sottoponiamo, chiedendo, sin d'ora, che chi ha sbagliato paghi e rifonda i cittadini. L'altra è il risanamento, che sempre consegue al disseto. Perché comunque sia la Città ne uscirà certamente risanata e potrà guardare al futuro con più ottimismo.
In fondo, ciò che conta è la verità. Ed il dissesto è una strada dolorosa ma che conduce all'accertamento della verità."