Attraverso la spiaggia

Attraverso la spiaggia

 

Eppure c’è un altro modo di camminare : si possono chiudere gli occhi fin qui usati e vedere altre cose su questa stessa spiaggia, ma chi sa se è proprio la stessa. 

 

 

 

 

Questo non è un torrente che scarica le acque di tanta pioggia,

 

ma sono chimere coronate di un mondo d’acqua sotto un'altra luna ; l’occhio di pietra di un pesce preistorico guarda uno strano granchio che si avvicina, per mangiarla, all’ultima foglia mentre chi sa qual è quell’onda – o è un enorme leggerissimo animale ? – che lascia il suo segno accanto a quelli lasciati da chi ? forse da un uccello che scappava lontano dal drago della sabbia dai grandi artigli che inghiotte città e poi se ne vola sul mare.

 E il mare, dov’è il mare ? non si sa se quello è cielo o mare, e quella è forse l’isola che non c’è ? è una o sono due o tante, (… nuotando nell'acqua di questo mare qua / o di quel mare là, / senza più tatto, senza / uomini, in una patria che non è più nostra / né vostra. / Lo sapevamo, belle erano l'isole / qua d'attorno, ove andiamo brancicando / un po' più giù, un po' più su: / una distanza minima. )

E grandi fiumi dalle inconsuete rive, scendendo da montagne di foreste, serpeggiano verso il mare e generano informi esistenze di luce, strani esseri che sanno scolpire perfette e astratte geometrie alle spalle di un piccolo uomo che ha posato la sua grande bianca valigia piena di ancor più piccole persone. E sul finire della passeggiata si può anche incontrare un amico che, anche lui, guarda le cose con altri occhi.