Un sindaco "apprendista stregone"

Ritratto di Angelo Sciortino

13 Febbraio 2015, 07:55 - Angelo Sciortino   [suoi interventi e commenti]

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Considerato come si sono svolte le cose in questi 31 mesi e il risultati ottenuti, il Sindaco non può che sentirsi orgoglioso, perché egli è stato indicato in anticipo da due grandi scrittori del passato: Luciano di Samosata e Wolfgang Goethe. Il primo lo aveva descritto nel suo Φιλοψευδῆς, cioè l'amante del falso, che diventò con Goethe l'apprendista stregone. Questo apprendista stregone di Goethe è una persona irresponsabile, che applica metodi o tecniche, che non è in grado di padroneggiare, col rischio di provocare danni irreversibili per tutta la collettività. E i danni Cefalù già in parte li vede, ma altri danni si preparano per il prossimo futuro.

Il nostro apprendista stregone, infatti, dal momento della sua elezione a sindaco si è ritrovato una situazione finanziaria difficile, che in parte era da attribuire a colpe dei suoi predecessori, ma che egli conosceva benissimo, per essere stato per dieci anni un attivissimo consigliere d'opposizione. Tale sua conoscenza avrebbe dovuto costringerlo a parlar chiaro con i cittadini, ma soprattutto avrebbe dovuto costringerlo ad applicare metodi e strategie diverse da quelle adottate, per evitare che la collettività subisse i pesantissimi e irreversibili danni di una dichiarazione di dissesto.

Invece, come accadde all'apprendista stregone di Goethe, che con una magia mise in funzione la scopa per pulire, ma non seppe più fermarla, anche il nostro apprendista stregone mise in azione già fin dalla seconda sindacatura Vicari la scopa degli ispettori ministeriali – la relazione Vallante docet – ma poi, divenuto sindaco, non seppe più fermarla, per cui ci ritroviamo oggi con una delibera di Giunta, che dichiara il dissesto, e un sindaco che ancora scarica sul passato la responsabilità di esso, come se in questi ultimi trentun mesi egli avesse dimostrato di conoscere e applicare metodi corretti per cambiare la situazione finanziaria.

In verità gli sono venuti in aiuto sia certi suoi cattivi consiglieri, ma anche una legislazione soggetta a troppe interpretazioni e quindi adatta, a chi irresponsabilmente se ne serviva, a perdere tempo. E questo è proprio quello che è accaduto: tra ricorsi al TAR, in Cassazione e infine con l'assurdo piano di rientro decennale, abbiamo perso trentun mesi e con essi ogni possibilità di restare padroni della nostra Città.

So che il nostro apprendista stregone ci dirà che egli non ha alcuna colpa, perché i veri colpevoli sono altri, ma soltanto una mente puramente ragionieristica potrebbe dargli ragione. Un uomo, in grado di valutare le situazioni contabili alla luce di una più vasta cultura politica e amministrativa, sa che dietro ai numeri di un bilancio ci sono scelte, che esulano dal loro valore. Lo sa bene ogni serio imprenditore, che valuta i propri bilanci e paga personalmente per le loro passività, ma sembra non saperlo chi valuta i bilanci, le cui passività ricadranno su altri, nel nostro caso sui cittadini.

Riflessioni identiche fece Goethe nel suo secondo Faust, quando mise in bocca a Mefistofele simili consigli ai governanti. Gli stessi, che ha seguito il sindaco Lapunzina!