Parigi val bene una messa!

Ritratto di Giuseppe Maggiore

25 Gennaio 2015, 12:10 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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PARIGI VAL BENE UNA MESSA!

Barracato & C. docent!

 

"Noli tu quaendam referenti credere semper: exigua est tribuenda fides, qui multa locuntur"  Catone - ... (vel multa scribunt).

("Non credere sempre a chi ti dà notizie: bisogna avere poca fiducia in chi parla molto"... (o molto scrive). 

Come dire: si, mi sono molto impegnato e affaticato, ho dovuto fare estremi sacrifici per raggiungere un tal risultato;  ho sofferto, si, ho rischiato di grosso, ma, alla fine, l'ho ben raggiunto e sono stato ben ripagato!

Ecco: il giuoco valeva, certo, la candela!

L'Antoninide Enrico di Navarra (1553-1610), futuro Enrico IV, re di Francia, detto "il Grande" o anche "il Verde Galante" per la sua maniacale abitudine di vestirsi di verde e di amare le donne,  che con la sua salita al trono pose fine alle guerre di religione fra cattolici ed ugonotti (guerre che culminarono col massacro della notte di San Bartolomeo), non poteva forgiare un aforisma più pertinente di questo "Parigi val bene una messa!" quando fu costretto, per poter salire al trono, lui che era un ugonotto, a convertirsi al cattolicesimo; frase emblematica, questa, che, nel caso in esame, voleva significare, appunto, la sofferta rinunzia alla sua fede protestante in favore di quella cattolica pur di conquistare il regno di Francia.

A questo punto, chi mi fà l'onore di leggermi, ragionevolmente potrebbe chiedersi cosa c'entri  quanto superiormente esposto col fatto che si sia concluso, ieri sera 24 Gennaio, nella chiesa delle "Anime Purganti" di questo plurisecolare centro, volgarmente intesa "Chiesa del Purgatorio" o di "Santo Stefano", protomartire, quest'ultimo, di chiara e infallibile memoria, il Secondo Concorso Nazionale di Poesia "I tre Re venuti da lontano", in lingua ed in vernacolo siciliano, indetto sul tema del Natale dalla Parrocchia di Cefalù, curata dal Rev/mo Mons. Cosimo Leone, fattivo poliedrico Parroco della Medesima, sempre proclive a innovative iniziative benefiche e culturali.

Lo Stesso è stato efficacemente affiancato nella gestione dell'impegno dal conosciuto Antonio Barracato, inveterato poeta dialettale, filmaker, fotografo d'eccezione (e chi ne ha più ne aggiunga), personaggio di spicco di questa nostra paesana comunità e d'altre viciniori, che si staglia, prendendone le dovute distanze, nel panorama di in un pullulante vivaio di "cercatori d'avvenire", i quali spesso, per non dire sempre, scambiano il successo per merito e nel primo si adagiano rifiutando a priori una qualsiasi maggiore attenzione al fenomeno, confidando nella errata convinzione che l’"essere il primo venuto non guasta purché si sia chi arriva" oppure che "vincere alla lotteria dimostra una indiscussa obiettiva abilità"; Barracato, dicevo, nel quale, al di là dell'intercorrente amicizia che potrebbe indurmi ad essere incline all'elogio nei suoi confronti (così peccando di nepotismo), permane l'inconfutabile evidenza dei molteplici riconoscimenti ottenuti in eterogenee dimensioni culturali (e non solo nella nostra città), prova indiscutibile della sua consolidata valenza artistica e che al suo attivo,  in veste sia poetica che fotografica, annovera una scaletta di prestigiosi consensi e di consistenti lucrati premi degna di doverosa notazione  (riconoscimenti che, da un 1° premio ottenuto con la poesia "Basta Eroi" e con altre gratificazioni concesse alle sue liriche "Mafia" ed a "U vecchiu misteri", composizioni che trattano temi di scottante attualità, vanno a varie Menzioni Speciali, di Merito, Attestati della giuria, alla carriera e a pubblicazioni in antologie, ottenuti a Cefalù, a Lascari, a Partinico, a Rende, a Sellia, a Spatafora, a Trabia, a Borgetto, tanto per citarne alcuni).

Il nesso con la frase pronunziata dal figlio di Antonio di Borbone, duca di Vendòme, e di Giovanna III regina di Navarra è da ricercarsi nell'encomiabile sforzo collaborativo sostenuto dal Nostro, limitando al massimo i propri personali impegni, pur di perpetuare una linea artistica felicemente intrapresa lo scorso anno con l'originale e fortunata  manifestazione "Cefalù, la poesia si fà strada" ed oggi portata avanti con successo in altro prestigioso settore.

Il paragone va, dunque, ammesso, accettato e giustificato nella misura in cui si attribuiscano al lavoro ed alla intraprendenza umana (doti che portano a preclari sofferti conseguimenti) valori determinanti e qualificanti.

A ciò si aggiunga la ineludibile considerazione che operare fra difficoltà preminentemente palesi, prodotte da un'epoca particolare piena di innumerevoli disordini e nella quale spesso e volentieri l'humus spirituale dell'individuo, in molti campi, viene irrazionalmente umiliato, vilipeso e calpestato, è tutt'altro che facile.

Basta guardarsi in giro per rendersi conto della deprecabile situazione scenografica in cui siamo immersi e nella quale ci dibattiamo e dalla quale vorremmo definitivamente allontanarci per tutto il sempre umano.

L'evo moderno, con le sue innegabili conquiste scientifiche, con i suoi indiscutibili progressi, con la sua acclarata globalizzazione, ma, anche, come contraltare, con le sue abnormi nequizie, con le sue protratte mistificazioni, con le sue ricorrenti ingiustizie, con i suoi  intimistici regressi non consoni al grado di civiltà  raggiunto, dovrebbe indurci a proficue rigeneratrici riflessioni per una consona riforma di vita. Ma così, purtroppo, pare che non sia ed io resto sempre più convinto che noi non si abbia superato il livello di pensiero di quello raggiunto dagli antichi Romani!

E, da allora, già ne sono passati di secoli!

L'atroce fatto di sangue che recentemente ha prostrato la Francia e il mondo civile intero, per esempio, frutto precipuo della intolleranza religiosa (quanti danni e quante guerre abbiano in tutti i tempi scatenato le religioni, condannabili eventi pari quasi al bene di cui le stesse sono state fautrici, sono sotto gli occhi di tutti!), l'imperante avidità che ottenebra gli animi, l'egoismo portato all'eccesso, il razzismo, l'eterna combattiva polemicità dei rapporti interpersonali seppure adombrata da una patina esteriore di perbenismo e di buonismo sociali, l'estrema tracotante indifferenza di chi ha verso chi non ha, l'imbarbarimento della cultura, l'assuefazione a determinati e determinanti cliché di vita (si vedano, a questo proposito, gli istiganti film di violenza che vengono correntemente confezionati e trasmessi quasi a voler esaltare gli istinti più brutali della razza umana, articolati con snervanti montaggi di pezzi brevissimi, se non fulminei, spesso nella tematica col ricorso alla favola astrale che si dissocia completamente dalla contingente realtà, con didascalie messe là tanto per forma ma non certo per sostanza che non si riescono nemmeno a leggere data l'estrema brevità del tempo di permanenza dei fotogrammi sullo schermo, con un adombrato messaggio, quando c'è, il cui significato permane soltanto nella mente dell'autore e non del fruitore dell'opera), oppure gli imposti irrazionali condizionamenti prodotti da una falsa e aberrante ideologìa, fattori che non certamente risultano educativi per le giovani leve e che frastornano la mente anche agli anziani, tutto ciò rappresenta la causa prima dell'immancabile aberrante sovvertimento delle coscienze.

Ma per ritornare all'argomento che ci occupa, la Parrocchia e Barracato, con questa riedizione programmata nell'ambito natalizio del concorso sul tema dei Magi, hanno portato avanti un discorso esemplare, deterrente di un certo clima sociale improprio che s'è venuto, consapevolmente od inconsapevolmente, a determinare.

Quest'anno sono stati messi in palio: 6 premi per le sezioni  "A" (poesia in lingua italiana) e "B" (poesia in lingua siciliana), oltre a 4 premi speciali della giuria ed a 4 menzioni speciali.

I partecipanti sono stati più numerosi della scorsa edizione; segnale, questo, che la manifestazione è stata maggiormente  seguita ed apprezzata. Sono, infatti, pervenute al concorso ben 119 liriche: 90 in lingua e 19 in vernacolo; liriche che sono state selezionate, valutate e giudicate da un accreditato quorum di qualificati esperti già adusi a simili esperienze (Maria Teresa Rondinella, Margherita Neri, Miriam Cerami, Mirella Mascellino, Mario Macaluso, Antonio Barracato, e il sottoscritto).

Bisogna, tuttavia, convenire che in generale (tranne alcune eccezioni) non è stato superato il livello qualitativo della presentazione precedente.

È chiaro che ogni critica è legittima in quanto espressione leale del proprio pensiero su un fatto, un'opera, un comportamento, una qualsivoglia decisione presa in ambito pubblico o privato che sia.

Di solito è costruttiva quando, rilevando inadeguato un certo modus agendi, se ne proponga un correttivo; e, nel caso in esame, per i concorrenti, sarebbe bastato astrarsi ulteriormente dal contesto della semplice ripetizione del fatto in sè (del raccontino della venuta dei Re Magi, cioè, synopsis  già abusata sin dalla notte dei tempi) per poter assurgere ad una più elevata concezione del significato morale dell'evento.

Avendo riguardo per ogni libera personale opinione, quindi, pur dovendo essere usualmente le intenzioni critiche improntate alle massime lealtà e correttezza e seppure animate da un sincero interesse per l'oggetto che viene focalizzato, non è indice di buona creanza culturale, né produttivo di risultati positivi, misconoscere il lavoro di chi, con la massima buona volontà, abbia cercato di operare al meglio per conseguire un certo risultato mettendo a nudo la propria sensibilità;  perché la critica distruttiva (e qui mi riferisco a certo modo ufficiale di proporre delle stroncature) è un'arma paradossale, sgradevole, forse più cruenta di tante altre forme di vessazione devastanti.

E, d'altro canto, come già ho avuto modo di esprimere altrove, ritengo che in ogni caso bisogna, nei limiti del possibile, sempre incoraggiare le iniziative e l'estro in ogni settore per una loro maggiore maturazione creativa.

Nella presente edizione, i detti premi, riconoscimenti e menzioni speciali sono stati così oculatamente elargiti: per la sezione "A"  i primi 3 sono rispettivamente andati a "Il viaggio di ogni re" di Pina Granata (Campofelice di Roccella), a "Né oro né incenso né mirra" di Giuseppa Tumminello (Cefalù) ed a "In questo momento" di Manuela Capri (Crevalcore); quelli speciali della giuria, ad "Adorazione" di Paola Alessia (Cefalù) ed a "Lo stupore dei Re Magi" di Rosaria Lo Bono (Termini Im.), mentre le due menzioni speciali a "I Re Magi" di Franco Casadei (Cesena) ed a "I cento villaggi" di Norberto Mazzucchelli (Saronno).

Per la sezione "B", i primi tre, rispettivamente, a "Lu prisipi du Burgettu" di Francesco Billeci (Borgetto), a "Li tri Re Magi" di Francesco Ferrante (Terrasini) ed a "La strada maistra" di Sabrina Gallà (S. Agata Militello); i premi speciali della giuria a "U chiù putenti Re" di  Francesca Citrano (Borgetto) ed a "I Magi" di Anna Maria Rizzo (Trabia);  le due menzioni speciali a "I Re Magi" di Nino Cirrito (Lascari) ed a "U Messia, i Re Magi e la Befana" di Gaetano Castrenze (Termini Imerse).

La cerimonia di premiazione, svoltasi, appunto, nella sopra citata chiesa del Purgatorio alla presenza del Dr. Salvatore Curcio, Vicesindaco, del Prof. Tony Franco, Presidente del Consiglio, dell'Assessore D.ssa Antoniella Marinaro e del Consigliere Daniele Tumminello, in rappresentanza di questo Comune  (e se ho dimenticato qualcuno dei maggiorenti mi sia abbia per iscusato), è stata aperta da una prolusione del Vicario Parrocchiale, Don Carmelo Caccamo, in sostituzione del Titolare assente per motivi di salute.

La serata, splendidamente presentata da una briosa, estroversa, disinvolta e capace Miriam Cerami, attuale Direttrice artistica della barracatiana compagine de "I Narratura", ha proseguito, poi, con una performance dello stesso Barracato che ha profferto al pubblico una sua poesia fuori programma (La storia di Natale).

Altro similare intervento poetico è stato elargito dalla poetessa Margherita Neri Novi, pluripremiata un po' dovunque in passato per le sue pregevoli liriche vernacolari, che, nel corso della manifestazione e riscuotendo un sentito consenso, ha recitato la sua "Natali da me casa", intimistica rievocazione di un giovanile vissuto focalizzato all'insegna di una cocente malinconica nostalgìa.

Da non sottacere l'apprezzata partecipazione dell'attore Enzo Giannone, alla cui carismatica interpretazione si deve il maggior successo di determinate letture ed il talento virtuosistico della giovanissima Delia Saja (figlia d'arte, oserei dire, di Rosalba Gallà, conosciuta e stimata docente dai plurimi interessi culturali), la quale, col melodico suono della sua chitarra (è già una professionista!) ha curato il sottofondo musicale della serata producendosi anche in qualche apprezzabile assolo.

Nota di colore: la graziosa esibizione della piccola Paola Alessia, di Cefalù, alla quale è stato attribuito un premio speciale della giuria per la sua poesia "Adorazione", dalla Stessa recitata, che ha sortito un sentito nutrito applauso.

Fra le autrici che si sono alternate alla ribalta, note di menzione per la vitalità ed il sentimento trasfusi nelle liriche presentate, si sono distinte le applaudite  poetesse: Pina Granata con il suo "Il viaggio di ogni re" (1° premio sez "A"), Giuseppa Tumminello con la toccante sua lirica "Né oro, né incenso, né mirra" (2° premio sez. "A") e Rosaria Lo Bono con la lirica "Lo stupore dei Re Magi" (premio spec. giuria sez."A"); tutte e tre già detentrici di meritati riconoscimenti conseguiti in precedenti concorsi.

Ad impreziosire la serata con l'apporto delle proprie personalità e ed indiscussa cultura, nonché  sopra già citati perché facenti parte del collegio istituzionale della nostra città: la D.ssa Antoniella Marinaro, insostituibile promotrice di manifestazioni culturali di livello, sagace e capace fautrice di prestigiosi incontri artistici, il Dr. Salvatore Curcio, noto professionista per la competenza e l'umanità dispiegate nel campo della medicina e il Prof. Tony Franco, cattedratico d'eccezione ed esperto affabulatore di ciceroniana estrazione; i quali, a loro volta, nel consegnare dei premi hanno preso anche la parola relazionando sul tema in itinere.

Maria Teresa Rondinella, nella sua qualità di Presidente della giuria, perfetta nel suo ruolo, eclettico personaggio dotato di estrema versatilità e perspicacia, ha letto le varie motivazioni di accompagnamento alle poesie selezionate, le quali sono state recitate dagli stessi autori.

A coadiuvare i componenti della giuria nella consegna delle relative targhe ai vincitori, infine,  oltre ad altri sono intervenuti il Dr. Daniele Tumminello e la Sig.ra Antoniella Scicolone, promotrice e sponsorizzatrice, quest'ultima, di prestigiose collaterali iniziative.

Fra il pubblico, volti conosciuti perché adusi a similari manifestazioni. Fra gli altri, le Sigg.re Pinuccia Paviera ed Antonella Domina, entrambe con i relativi consorti; oltre a poeti, locali e non.

È intuitivo ed auspicabile che, essendo l'esperienza  magistra vitae, negli anni avvenire il concorso si impingui di ulteriori più propri accorgimenti per una sua migliore e proficua realizzazione.

 

Cefalù, 25 Gennaio 2015                                                                                                                                  Maggiore Giuseppe