21 Gennaio 2015, 13:59 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
La freccia indica l'andamento della ricchezza di Cefalù negli ultimi trenta mesi.
Il lettore noterà che essa scende oltre l'ipotetica tavola del diagramma, per indicare che la situazione dei conti del Comune va oltre ogni umana capacità di rappresentazione della situazione debitoria. E ciò nonostante il Sindaco abbia ripetuto fino alla nausea che egli non ha fatto debiti fuori bilancio e altre amenità del genere. Vorrebbe farci credere, magari con una querela in pugno, che i debiti sono aumentati per partenogenesi (dal greco παρθένος, vergine, e γένεσις , nascita), cioè nascita senza alcun intervento di fecondazione. In termini più semplici, l'uovo da 12 milioni di euro, lasciato dai sindaci Vicari e Guercio, ha partorito “euro pulcini” per altri milioni senza la fecondazione a opera dell'attuale Sindaco, ma semplicemente per partenogenesi.
Sarà così, ma non me ne convinceranno neppure mille querele, perché è contrario a ogni sano ragionamento finanziario, politico e amministrativo.
Finanziario, perché non mi sembra che nei trascorsi 30 mesi si sia fatto qualcosa per incassare dai contribuenti quanto da essi dovuto, se si escludono i sempre più tartassati poveri. Le grandi cifre restano indisturbate, come indisturbata resta l'assenza di un servizio ai cittadini, che valga almeno un decimo di quel che i poveri pagano. Pochi incassi, quindi, e nessun risparmio.
Politico, perché non ci si può attenere al principio della promessa per guadagnare un consenso, che alla fine, divenuta la promessa una chimera, si liquefa come neve al sole. Se il Sindaco sapesse guardare attorno a sé, si accorgerebbe di quanto è scemato il consenso intorno a lui.
Amministrativo, perché proprio dall'auto-referenzialità della macchina amministrativa l'uovo lasciato dalle precedenti Amministrazione è stato fecondato e pian pianino stanno venendo fuori tanti “euro pulcini”. Questo prova che la macchina amministrativa non è stata guidata con capacità dal Sindaco e talvolta egli ha dato prova di assenza di una corretta strategia, che ha finito con l'imporre a se stesso e a tutta la burocrazia pericolose e improduttive improvvisazioni.
La prova di questa logica amministrativa saltellante l'abbiamo avuta recentemente a proposito del dissesto. Dopo trenta lunghi mesi di costose cause, il cui scopo è risultato essere soltanto il rinvio della dichiarazione ufficiale di dissesto, la Giunta, su proposta dello stesso Sindaco, ha approvato una delibera, con la quale dichiara non più rinviabile la dichiarazione di dissesto da parte del Consiglio. Una delibera che la mattina successiva alla sua approvazione lo stesso Sindaco ha presentato nell'audizione presso la Corte dei Conti.
Dissesto dichiarato, dunque? No! Come avviene sempre da qualche tempo, il Sindaco non ha fatto sottoporre all'esame del Consiglio la delibera di Giunta, per cui esso non ha potuto prendere le decisioni del caso. È passato quasi un mese dalla delibera di Giunta, ma essa resta solo e soltanto un foglio di carta senza alcuna effettualità. Sono anche passati i più lunghi trenta mesi dall'insediamento del Sindaco Lapunzina e ancora nessuno ha visto un sia pur debole barlume farsi strada nella fitta oscurità, che copre ogni azione burocratica e politica.
Una disamina più completa della situazione di Cefalù sarebbe necessaria, ma la demando ai consiglieri comunali, che sino a prova contraria sono stati eletti per controllare l'Amministrazione attiva. Dimostratosi il Sindaco sordo a ogni richiamo e a ogni critica, spetta a essi intervenire, affinché torni una ragionevole azione e la si smetta con la pericolosa agitazione, alla quale abbiamo dovuto piegarci anche per colpa dei silenzi dei consiglieri.
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