7 Gennaio 2015, 09:04 - Angelo Sciortino [suoi interventi e commenti] |
A Ravenna, dov'è sepolto Dante Alighieri, alcuni studiosi tedeschi hanno trovato alcuni manoscritti del Poeta, rimasti fino a oggi sconosciuti. La loro lettura è interessante, specialmente per Cefalù, perché, a detta degli studiosi, fu proprio Cefalù a suggerirgli quei versi, che poi furono cambiati, per adattarli a una diffusione più ampia e con riferimento alla storia generale.
Saputo, per esempio, che Ulisse, peregrinando per tutto il Mediterraneo, si era fermato pure a Cefalù, per rifornirsi d'acqua dolce a Prissuliana, immaginò che egli, dopo una lunga conversazione con i nativi, che rifiutavano di imbarcarsi con lui, così parlò:
Considerate la vostra semenza:
fatti voi foste a viver come bruti,
non per seguir virtute e canoscenza,
ma ignoranza e supponenza.
I versi, poi, persero l'ultimo e divennero quelli che seguono e che tutti gli studenti leggono nella Divina Commedia:
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e canoscenza.
Dante, però, sembra che abbia visitato Cefalù personalmente. Ebbe conversazioni con i maggiorenti d'allora e, soprattutto, con quelli che governavano a quel tempo. Ne seguì le riunioni, in quello che chiamavano il Consiglio, e l'attività degli uomini chiamati ad amministrare. Seguì pure le vicende relative alla sua crescita sociale ed economica. Alla fine dedicò i seguenti versi a Cefalù:
Ahi serva Cefalù, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Versi che furono poi dedicati a tutta l'Italia, per cui divennero:
Ahi serva Italia, di dolore ostello,
nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di province, ma bordello!
Queste e altre considerazioni lo spinsero, allontanandosi da Cefalù, a scrivere, all'ingresso di quella che oggi si chiama Santa Lucia, il seguente verso:
Lasciate ogni speranza, voi ch'entrate!
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