Gran concerto di Natale del "Trio Santa Cecilia"

Ritratto di Giuseppe Maggiore

2 Gennaio 2015, 11:21 - Giuseppe Maggiore   [suoi interventi e commenti]

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GRAN CONCERTO DI NATALE - "Trio Santa Cecilia"

(..omne tulit punctum qui miscuit utile dulci... -  ha avuto l'approvazione generale chi ha unito l'utile al piacevole - Orazio)

 

Natale 2014, a Cefalù.

Quando all'armonica valenza dei pezzi lirici (autori: Mendelssohn, Testa, Schubert) si aggiungano il virtuosismo degli esecutori (Fiorino, pianoforte; La Mattina, clarinetto; Testa, idem) e la prestanza scenografica di un fastoso interno nobiliare (teatro comunale "Cicero", di Cefalù), il pregevole risultato, allora, è più che mai meritatamente conseguito.

Nel quadro delle manifestazioni artistico-culturali indette per le correnti festività natalizie, lo scorso Lunedì, 29 Dicembre, elegantemente presentato dalla spigliata eloquenza della presidentessa dell' "Associazione Santa Cecilia", Cinzia Matassa, il trio Fiorino-La Mattina-Testa ha deliziato l'uditorio con suonate di indubbio valore artistico, magistralmente eseguite e profferte ad un attento, scelto, pubblico.

Fotografie di Giacomo Sapienza pubblicate in Cefalunews

 

Sono stati eseguiti, infatti: di Felix Mendelssohn i Concertpiece n.1, op. 113, in fa minore nei tempi allegro con fuoco, andante, presto, e n.2, op. 114 in re minore nei tempi presto, andante, allegretto grazioso.

Queste due composizioni, conosciute e molto apprezzate, che hanno rispettivamente aperto e chiuso la gradita performance musicale, risultano congeniali a questa formazione cameristica che non manca di includerle nel proprio programma presentato su varie ribalte;  è da citare, in proposito, che John (Jack) Alexander Brymer (1915-2003), uno dei più importanti clarinettisti inglesi dello scorso secolo, le ha definite affascinanti, efficaci e molto virtuose; attributi pregevoli, tenuto conto della particolare complessione caratteriale del superiormente menzionato artista e del  suo inflessibile rigore cattedratico.

In fondo, non bisogna dimenticare che sono, soprattutto, i bravi interpreti di un'opera che ne riscoprono e valorizzano la profondità del genio che l'ha prodotta.

Del Compositore, Maestro di musica, direttore d'orchestra e di banda, Giuseppe Testa sono stati eseguiti altri due brani: il primo, "LaMi", che, come mi ha espresso lo stesso musicista, vuol essere un coacervo di riflessioni costruite intorno e sull'alternanza di due suoni cardine (La e Mi, appunto) in cui si contrappongono un tema aggressivo e pungente ed uno melodioso e cantabile; e il secondo, "La Bottega del Maestro", ispirato da una lezione particolarmente pregnante alla quale il compositore ha assistito durante un master di clarinetto. Il brano induce ad una attenta valutazione sulle varie possibilità tecniche che può offrire lo strumento e sul concetto evolutivo di far musica insieme all'insegnante; ciò come, d'altronde, avveniva una volta nelle botteghe dove ci si iniziava ai primi rudimenti del mestiere.

Questi due testi del Nostro sono stati concepiti in vari linguaggi musicali e risultano permeati da una tecnica virtuosistica di raro effetto coinvolgente.

Ha concluso, come bis, la notissima "Ave Maria" di Schubert.

I cameristi, clarinettisti e pianista, d'eccezione, che, amalgamando la passione al sentimento ed alla manualità dello strumento, hanno dato vita con professionale piglio armonico alla piacevole serata, sono i tre sopra nominati.

Circa il M° Giuseppe Testa, conosciuto e pluristimato musicista nostro conterraneo, al quale non manchiamo di riconoscere la palpabile competenza dispiegata sia nella formulazione lirica delle tematiche trattate nelle sue opere che negli altri multiformi suoi interessi musicali versati in svariate encomiabili iniziative culturali e del quale ho già avuto modo di esaurientemente disquisire in recenti miei interventi, con piacere ed estrema stima, non ritengo necessario ulteriormente addentrarmi nei meandri della sua etica; perché ripeterne l'inesauribile ispirazione, sia nella composizione, sia nella direzione di ensemble che nell'insegnamento, o ricordarne i molteplici premi ottenuti a seguito dei diplomi a pieni voti conseguiti mi sembra improduttivo di ulteriori aggiuntive benemerenze. Sarebbe come pestare l'acqua nel mortaio, insomma. Annoto soltanto che Testa, in campo musicale, è un personaggio di spicco sulla piazza e nel circondario.

Degli altri due, Fiorino e La Mattina, non sapendone molto per quanto ne abbia sentito parlare bene ad un certo livello, mi sono doverosamente documentato; e qui sciorino la mia acquisita sapienza in proposito.

Il giovane palermitano Antonino Fiorino, di Isnello, pianista di vaglia, ha iniziato lo studio del pianoforte a soli sette anni di età sotto la guida del M° Francesco Di Fatta, per continuarlo, poi, iscrivendosi nella classe pianistica del M° Antonio Sottile al Conservatorio "Vincenzo Bellini" di Palermo; ha conseguito, nel 2005, il diploma di pianoforte con il massimo dei voti. È stato gratificato da meritatissimi premi in numerosi concorsi nazionali indetti per giovani pianisti e si è  anche distinto come solista in concerti di musica da camera promossi da numerose manifestazioni artistiche di rilievo. Dall'Ottobre del 2005 ricopre il ruolo di pianista accompagnatore del "Coro di Voci Bianche" del detto Conservatorio "Vincenzo Bellini" di Palermo e nel Marzo del 2008 si è laureato in lettere classiche e in scienze dell'Antichità. Adesso frequenta il dottorato di filologìa greca e latina.

Il secondo virtuoso, Giovanni La Mattina, ha conseguito il diploma di clarinetto presso il Conservatorio di musica "Antonio Scontrino" di Trapani sotto la vigile guida del M° Giovanni Vilardi. Ha seguito i corsi di formazione orchestrale a Lanciano, di clarinetto e di musica da camera ad Assisi ed a Palmi con Italo Capicchioni, Gervase De Peyer e Franco Ferranti; quindi, con Giuseppe Balbi.

Dal 1998 è 1° clarinetto e solista dell'orchestra "Accademia Musicale Siciliana". Ha partecipato ad alcune tournee negli USA, Malta, Germania, Libia, Giordania India e Francia. Si è esibito in trio, con viola e pianoforte; in duo con pianoforte e dal 1987 con il complesso di fiati "Wind Ensemble". È presente in istituzioni musicali in Italia e all'estero ed in programmazioni radiofoniche e televisive. Ha ricevuto molti premi in svariati concorsi: ad Imperia, Perugia, Caltanissetta, Lamezia, Barcellona e  Catania ed è risultato idoneo in audizioni per clarinetto e clarinetto piccolo indette dall' "Ente Autonomo Teatro Bellini" di Catania e dalla "Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana". È stato anche più volte chiamato a far parte di commissioni di esame di stato per il clarinetto ed in giurie di concorsi. Oggi insegna clarinetto presso il Liceo Musicale "Regina Margherita" di Palermo.

Con tali imponenti calibri, come ho accennato prima, l'esecuzione non poteva che risultare magistrale e l'audizione  graditissima, briosa, rutilante, coinvolgente, ambita ed elegante.

Cefalù ha il grande merito di saper oculatamente scegliere gli artisti più adatti a qualificare il nostro humus culturale.

Presenti in teatro il gotha delle istituzioni cittadine: il sindaco Rosario Lapunzina,  l'assessore alla Cultura del Comune Antoniella Marinaro e il consigliere Vincenzo Garbo; gruppo affiatato,  ideatore,  propugnatore e cultore di manifestazioni artistiche di immancabile positivo rilievo.

Lapunzina e Marinaro, a loro volta, hanno preso la parola per ringraziare ed elogiare i virtuosi esecutori del fatto d'arte determinatosi. Inoltre il Sindaco, con l'occasione, ha comunicato una notizia in cui si sperava da tempo: che, cioè, la vertenza degli impiegati della "Fondazione Culturale Mandralisca", già in istato di agitazione per il mancato recepimento da mesi dello stipendio, pare stia ottenendo una onorevole soluzione.

Al termine dell'esibizione ha chiuso l'incontro, salutando le Autorità e gli intervenuti, la speaker Cinzia Matassa.

 

Cefalù, 1 Gennaio 2015.                                                                                                                                                   Giuseppe Maggiore.